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Ogni nostra piccola opera è un’opera buona che genera guarigione nelle persone che conosciamo

I dieci anni di Episcopato di mons. Gisana

“Scusa Signore, perché oggi non ti ho portato nulla”. Con queste parole, mutuate da un racconto buddista, il vescovo Rosario Gisana, nello spirito evangelico del “Servo inutile “ ha ringraziato il suo vicario Antonino Rivoli per le parole rivoltegli a prolusione della celebrazione di venerdì scorso, in
Cattedrale, alla presenza del clero diocesano, in occasione del decennale della sua consacrazione episcopale e inizio del ministero pastorale nella chiesa piazzese. Rivoli ha parlato del calice metaforico, nel quale, in questi anni, il vescovo ha versato lacrime e amarezze. Nello stesso tempo, ha evidenziato Rivoli, Gisana ha raccolto anche gioie, consensi e condivisioni. Il vicario ha anche paragonato il vescovo alla roccia nel deserto, che è stata percossa e dalla quale è scaturita “l’acqua della persecuzione”. Ha poi concluso augurando al vescovo, altrettanti anni di servizio nella diocesi. E Gisana nell’omelia ha ripreso le parole di San Paolo ai Corinzi, “Siamo colpiti ma non uccisi… perseguitati ma non abbandonati…”. Ha voluto poi porre l’accento sul servizio gratuito, sulle “opere buone” che ogni cristiano, ad iniziare dal vescovo, deve offrire al prossimo, senza chiedere nulla in cambio, sottolineando che nella Chiesa primitiva, i capi di essa si definivano “schiavi” della comunità. E come si fa a non comprendere ciò, se lui, il Figlio di Dio, il Re dei Re, si è fatto schiavo degli uomini, attraverso la crocifissione, nell’estremo atto oblativo di donare sé stesso. Monsignor Gisana ha concluso affermando che non si scoraggia davanti alle difficoltà e andrà avanti nel suo compito di pastore. “Ogni nostra piccola opera è un’opera buona che genera guarigione nelle persone che conosciamo”, ha concluso l’ordinario diocesano. La festa del decennale del vescovo è stata sancita dall’ ordinazione diconale del seminarista Sergio Morselli, che non ha mancato di ringraziare i suoi formatori, i sacerdoti Luca Crapanzano, Salvo Rindone e  Benedetto Mallia.


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