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ENNA Nel Santuario di san Giuseppe, ricollocata nell'altare maggiore la pregiosa opera d'argento

Restituito alla Liturgia un Paliotto del ‘700

Dopo tanti anni, il paliotto del Santuario di San Giuseppe è tornato al suo posto. Nei giorni scorsi, difatti, le varie maestranze hanno creato i presupposti affinché la preziosa opera potesse essere traslata da un altare laterale ove era stato “confinato” per anni, all’’altare centrale, conferendo maggior lustro al frequentatissimo santuario di San Giuseppe.
Artefice di questa ricollocazione è stato il parroco di San Giovanni, don Giacomo Zangara, che da alcuni mesi si sta prodigando con abnegazione, per riportare la chiesa agli antichi splendori. Alla cerimonia di svelamento del Paliotto, in una chiesa gremita, presenti le autorità e i rettori delle confraternite ennesi guidati dal presidente del collegio Mario Cascio.
“Il paliotto del Santuario di San Giuseppe, già chiesa di San Benedetto, si presenta all’osservatore come un vero e proprio palcoscenico in argento con al centro la scultura di San Gregorio Magno e ai lati la raffigurazione delle virtù teologali della Speranza e della Carità”.
È stato l’architetto Maurizio Campo a spiegare il senso delle raffigurazioni presenti nel paliotto descrivendone il significato artistico e quello teologico. La progettazione è stata, appunto, curata da Maurizio Campo e da Stefano Sallemi, mentre il lavoro di manutenzione è stato eseguito da Roberta Campo e Angelina Castiglia. L’opera è stata realizzata nel 1768 ed è uno dei più fastosi esempi di “palcoscenico” in argento; come tutte le opere artistiche religiose, intende trasmettere, innanzitutto, la magnificenza di Dio. Hanno contribuito alla realizzazione, l’impresa edile di Riccardo Messina, i fabbri ferrai Luca Tricarichi e Massimo Russo, il falegname Simone Arangio, la Confraternita di San Giuseppe, guidata dal medico Giuseppe Restivo e l’elettricista Massimo Varelli che ha montato il sistema d’allarme per proteggere l’opera, che, va ricordato, è in argento ed ha un valore inestimabile, e l’imbianchino Melchiorre Contino.  Il falegname Simone Arangio di Arangio lab su progetto degli architetti Maurizio Campo e Stefano Sallemi Altare ha realizzato l’atare in legno massello di acero stagionato; l’altare è stato disegnato appositamente con linee molto semplici per non mettere in secondo piano il paliotto d’argento che è l’elemento centrale a cui dare risalto. Ma essendo all’interno della chiesa di San Giuseppe, Santo protettore dei falegnami, si è pensato di impreziosire l’altare in legno realizzando delle lavorazioni di pregio. Nello specifico sono state realizzate manualmente ben 30 code di rondine per eseguire l’assemblaggio degli elementi lignei. Queste lavorazioni sono un tributo a tecniche di lavorazioni artigianali tradizionali.
Padre Zangara ha voluto rendere un caloroso ringraziamento al funzionario della Sovrintendenza di Enna, Paolo Russo, per il non trascurabile apporto dato nell’approvare e sovrintendere al progetto, oltre che al direttore del settore Beni Culturali della diocesi di Piazza Armerina, don Giuseppe Paci.
Ma al di là delle tante persone che è giusto menzionare, non si può non ritornare all’indefessa opera del parroco Giacomo Zangara, il quale, da quando si è insediato, sta infondendo alla parrocchia una ventata di “aria nuova” nella frequentatissima parrocchia di San Giovanni Battista.



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