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L'attrice Daniela Fazzolari firma l'8x1000 alla Chiesa Cattolica

Donare per vivere anche le storie degli altri

“Donare è un gesto stupendo che apre il cuore, ci fa sentire vivi, importanti, utili, meravigliosi agli occhi di Dio”. Lo dice Daniela Fazzolari, 45 anni, attrice che nel suo ricco, multiforme e prestigioso itinerario artistico ha attraversato generi televisivi e cinematografici, approdando nei vari set con molteplici personaggi che l’hanno resa un’attrice poliedrica e di notevole temperamento scenico. A consolidare il suo successo il personaggio di Anita Ferri nell’amata soap opera “CentoVetrine” per anni in onda su Canale 5. Un ruolo che ha dato humus alla sua carriera, le cui radici affondano nel lontano 1997 quando apparve per la prima volta in tv nel film “Non chiamatemi papà”. Un’attività artistica che, ripercorsa a volo d’uccello, mette in luce un lavoro lungo che l’ha vista impegnata su decine di set, tra i quali “Un posto al sole d’estate”, “L’educazione di Giulio”, “Piovuto dal cielo”, miniserie tv su Rai1, “Distretto di Polizia 8”, “Don Matteo” e “Un passo dal cielo 3”, solo per citarne alcuni. Nel 2015 è diventata mamma di Andrea, avuta da Sergio Sparascio. Da allora divide il suo tempo in famiglia e a lavoro. È impegnata su più versanti, in fascinosa simbiosi con una fede che la sorregge ed una guida spirituale che la accompagna in un cammino di luce. Oggi è una voce che si fa testimonianza di una Chiesa, modello a cui guardare con speranza e sostenere con forza. Per questa ragione che Daniela destina, in occasione della Dichiarazione dei Redditi, l’8×1000 alla Chiesa cattolica.
Donare è ricchezza
“L’8×1000 alla Chiesa cattolica è un dono che fai soprattutto a te stesso, che arricchisce la tua anima, che ti dà la gioia di vivere e di guardare agli altri con occhi di sole, gratitudine e bellezza. E questo se lo si fa senza mostrarsi, senza fare annunci o affiggere manifesti. Si fa per vivere meglio”, dice ancora l’attrice. “«Amare è donare tutto, donare tutto se stessi!»” dice Santa Teresina di Lisieux. E donare tutto se stessi significa donarsi con gioia e arricchirsi di umanità e di Dio. Quale gesto più bello e gioioso è quello del donare! Un gesto affettuoso che ci fa sentire con la coscienza in grazia di Dio, che ci apre il cuore e ci dona serenità”. Ne è convinta Daniela nel ribadire che “donare è condividere altre situazioni di bisogno, altre storie di fratelli meno fortunati, per partecipare con amore e viverle assieme. Lo dice la Scrittura: «Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere…»”.
Sostentamento del clero
“Sostenere i sacerdoti vuol dire promuovere il dialogo con la Chiesa e collaborare al progetto di crescita, solidarietà, educazione che ci fa sentire fratelli, come vuole Papa Francesco”. “È una scelta democratica da dedicare alla solidarietà, all’educazione, alla cultura”, sostiene. “Significa dare una mano alla Chiesa, quindi ai suoi processi di partecipazione corresponsabile alla vita del Paese. Perché la Chiesa non è solo un edificio ma una rete aperta di sacerdoti, volontari, uomini e donne, giovani che lavorano in silenzio e per gli altri. Ci sono storie e volti di vita che – prosegue – meritano di essere conosciute e che si incontrano in uno spazio all’interno del quale si collabora anche con gli altri Enti come scuole e associazioni”.
Essere vicini agli altri
“Possiamo fare qualcosa per gli altri perché gli altri siamo anche noi. È un gesto semplice, espressione diretta e concreta di un sostegno che da anni arriva al cuore di chi ha bisogno o di chi improvvisamente si trova ad affrontare un momento particolare della vita: penso ad esempio, ai terremotati del centro-Italia nel 2009 o agli ultimi dove tante volte lo Stato tante volte non arriva, come ad esempio le vittime dell’usura o della pandemia del Covid che ha fatto registrare centinaia di storie di sofferenza e abbandono”.
Salvaguardare la bellezza
“Io scelgo l’8×1000 alla Chiesa Cattolica – continua la Fazzolari – anche perché amo l’Italia ed il suo patrimonio artistico. Ci sono migliaia di Chiese dal valore inestimabile che oggi sono fruibili grazie all’intervento dei fondi Cei che ne hanno permesso i restauri e i recuperi, quindi la valorizzazione che diventa volano anche turistico per il territorio: costituiscono il 70% del patrimonio artistico italiano che possiamo ammirare in tutta la loro bellezza nel Paese. Ci sono opere straordinarie, magnifiche che meritano la nostra attenzione – ancora l’attrice – e se oggi suscitano ancora quella meraviglia alla nostra vista lo dobbiamo anche alla Chiesa che destina ingenti somme ai loro restauri per garantirne la fruizione e la conservazione che fanno della nostra Italia un Paese ricco di storia, arte e cultura”. “Donare – conclude – è vivere le Beatitudini, è farsi dire dal sommo Dio “«Bravo! Riceverai cento volte tanto di quello che hai donato»”.



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