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I migranti se ne vanno i problemi restano

Gli immigrati vanno via, i problemi restano. Chiude il Cara di Mineo. E per “celebrare” questa data storica, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini è giunto in volo di Stato, in Sicilia, nei giorni scorsi. “Io non mollo”, condivide su Facebook il leghista che da un post all’altro tiene banco sulla piattaforma social sulla questione immigrati. Non solo dalla piazza virtuale, ma ad onore del vero, anche dai salotti tv. È dallo studio di Porta a Porta infatti che qualche giorno fa ha annunciato la chiusura dell’ex “Residence degli Aranci” che fu destinato agli immigrati nel 2011 proprio dal suo collega Roberto Maroni che all’epoca occupava la stessa sua poltrona. Dell’enorme villaggio, sorto tra Mineo e Grammichele, ora non resta più nulla. O meglio più nessuno. L’ultimo autobus con gli immigrati trasferiti è partito dalla statale 117 lo scorso 8 luglio. Direzione Catanzaro, almeno per i più fortunati, in possesso di documenti e quindi legittimamente trasferiti. “Poi ci sono gli invisibili”, dice mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone. “Sono quelli che non sanno dove andare, cosa fare, sprovvisti di documenti. In città ne abbiamo accolti 25. Di loro ora si prendono cura le suore e la Caritas. Avevamo nelle nostre disponibilità una casa che abbiamo rassettato per renderla quanto più accogliente possibile ed è li che, in questo periodo di transazione, potranno abitare. Si è creato un movimento di solidarietà non indifferente che ha coinvolto anche l’associazione Consumatori”. “Ma non è di questo che voglio parlare – si interrompe il vescovo francescano -. Ma dell’altra metà della promessa di Salvini: dove è il lavoro per gli italiani? Quando rientrano i 50 mila siciliani fuggiti alla ricerca di un lavoro dall’Italia? Solo a Caltagirone, non c’è famiglia che non abbia un figlio o un nipote fuori, all’estero. Queste decisioni muovono verso situazioni che non risolvono il vero problema e qualcuno dovrebbe aiutarlo a pensare anche a questo, all’altra metà della promessa, quella fatta agli italiani, anziché prestargli il fianco”. Della struttura ora non resta che un grande villaggio deserto. Come deserto è lo spazio attorno agli immigrati traghettati in una altra nuova casa. Loro e loro storie.



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