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Gela/ Annunciato l'avvio del cantiere per la realizzazione dell'UTIN all'ospedale Vittorio Emanuele

Sarà questa la volta buona?

Presto il cantiere edile per la realizzazione dell’UTIN (Unità Terapia Intensiva Neonatale), presso l’Ospedale Vittorio Emanuele III di Gela. Il Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese esprime soddisfazione per l’avvio dei lavori in una nota a firma di Filippo Franzone. “La prima richiesta fu fatta nel 2009 – ricorda – e l’Utin fu individuata ufficialmente a Gela il 12 marzo 2010. Siamo onorati di aver contribuito con le nostre risorse a questa vittoria”, aggiunge. “Il pericolo di uno spostamento in altre sedi è stato sempre presente – prosegue Franzone -. Negli anni più volte hanno provato ad evitare di localizzare a Gela l’Utin e persino un sindaco dell’attuale capoluogo nisseno, ebbe l’ardire di asserire che la politica stava effettuando uno scippo alla sua città. Anno dopo anno abbiamo dovuto tenere la guardia sempre alta. Adesso, a 9 anni dalla individuazione ufficiale, dovrebbe partire il cantiere. Speriamo bene ed incrociamo le dita, senza però illuderci più di tanto. Sappiamo che nel frattempo i macchinari presenti possono rivelarsi vetusti se non obsoleti. Altra obiezione potrebbe essere la mancata assunzione del personale e quindi il vuoto in pianta organica in quella struttura. Speriamo – ancora nella nota – di non dover assistere al solito gioco, ovvero che a cantiere ultimato non dobbiamo attendere altri 9 anni per i macchinari ed il personale dedicato, diventerebbe veramente una questione intollerabile per Gela. Ci auguriamo che tutto proceda contestualmente con il cantiere edile dell’Utin, e di vedere finalmente funzionante questa importante struttura dedita al salvataggio della vita dei neonati dell’area gelese e non solo”. “L’Utin rappresenta per Gela una delle vere forme di compensazione per il territorio, ovviamente non può assolutamente essere la sola, in considerazione del fatto che in questo territorio c’è una alta percentuale di malformazioni neonatali”. Per capire l’importanza di questa struttura, basti dare un’occhiata in Sicilia: “Gela, speriamo presto – continua Franzone – sarà una delle 10 città siciliane sedi di Utin”.
A dare uno sguardo alla cronologia della storia dell’Utin a Gela, vale la pena di ricordare il lungo e travagliato iter che ha portato alla sua nascita.  Nel dicembre 2011, l’Utin viene riconfermata nel riordino della Rete dei Punti Nascita, unitamente alla Ginecologia e Ostetricia di II livello; nel giugno 2012, l’Asp determina i fabbisogni di strutture, macchinari e personale per la Ginecologia-Ostetricia ed Utin; nel 2014 il Csag torna alla carica ed a gennaio 2015 scrive alla Commissione Sanità del Senato, la quale un mese dopo deposita una interrogazione con risposta orale da parte del Ministro alla Salute. Qualche settimana dopo il caso divenne nazionale con una troupe di “Mi manda rai tre” per verificare il perché il Ministro della Salute risponda all’interrogazione sull’Utin di Gela, concordando il completamento della rete materno-infantile in Sicilia da effettuarsi entro il 31 dicembre 2016. “Purtroppo a causa di questi enormi ritardi, il centro materno infantile di II livello è stato individuato ad Enna – si legge nella nota di denuncia – unitamente ai servizi STEN e STAM. Ma curiosamente Enna è l’ex provincia con il più basso tasso di natalità in Sicilia. Un altro caso “misterioso” inerente le scelte regionali in tema di Sanità e Salute. Ora, finalmente, pare che la situazione stia per rientrare. E Gela potrà avere il suo Utin. “Incrociamo le dita e vigiliamo”, auspicano dal Comitato per lo Sviluppo per l’Area Gelese. Sarà la volta buona?



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