11 Febbraio 2019

Riaprite quella Chiesa

di Salvatore Di Vita

La
chiesa parrocchiale di san Francesco di Valguarnera è chiusa dall’ottobre
scorso per un piccolo crollo che ha interessato un elemento del portale
rinascimentale che sormonta l’ingresso. Intervennero allora i vigili del fuoco
e l’ufficio tecnico comunale transennando l’area e disponendo i lavori di
rimessa in pristino. Lavori di limitato importo economico, giusto quelli
necessari a consentire il passaggio in sicurezza dall’unica porta d’accesso al
tempio. Ma a quasi cinque mesi dall’accaduto nessun provvedimento è stato
adottato (nell’immediato, basterebbe un impalcato parasassi), la chiesa rimane
chiusa e le attività della parrocchia sono completamente azzerate. La cosa non
pare suscitare particolari reazioni, né nelle autorità religiose, né in quelle
civili, né nei parrocchiani da sempre molto legati alla loro chiesa e ai culti
che vi si celebrano. E se per i parrocchiani c’è una qualche motivazione al
disimpegno (si vocifera di forti dissapori con il parroco titolare), non sembra
giustificato l’immobilismo delle altre entità, certamente consapevoli dell’importanza
del «campanile» quale punto di riferimento in un quartiere già preda dello
spopolamento! La parrocchia, infatti, non è solo il luogo dove si somministrano
i sacramenti. È anche un presidio territoriale in cui si organizzano opere di
promozione umana a largo respiro dove ogni cittadino può (potrebbe) trovare la
risposta sia ai bisogni strettamente spirituali, sia a quelli propriamente di
carattere sociale.  In una parola,
stupisce l’attardarsi nel riaprire San Francesco. E sorprende la rassegnazione
che prende tutti oramai. Quell’indifferenza che lascia scivolare dal groppone
ogni problema di comune interesse. Sia che si parli d’una chiesa, di una
scuola, delle «manovre» attorno al poliambulatorio o che si tratti del formarsi
d’una pubblica opinione capace di stigmatizzare, nel bene o nel male, l’azione
della politica locale. Viene fatto di chiedersi. La comunità ha ancora qualche
capacità di reagire di fronte alle difficoltà? Oppure il paese ha i giorni
contati e i suoi abitanti sono ormai paragonabili a una scorta di magazzino in
liquidazione fino all’esaurimento!