19 Febbraio 2024

L’uomo è immortale? La soluzione condizionalista poiché la scienza è impotente e non afferma niente.

di Nino Costanzo

Bisogna rinunciare, quando si esamina un problema tanto complesso che sfugge ad ogni analisi, a chiederne la soluzione desiderata alla scienza. La scienza non afferma niente. Impotente ad emettere una conclusione precisa sull’origine della vita e sulla vita stessa, non sa niente di più su ciò che riguarda l’aldilà e, secondo lo stesso Aldous Leonard Huxley (Scrittore e filosofo britannico, era un umanista e pacifista interessato a temi spirituali come la parapsicologia e il misticismo religioso; noto per la sperimentazione con gli psichedelici e il sostegno al loro uso per la ricerca interiore), deve accontentarsi di semplici congetture. Non afferma che la sopravvivenza è impossibile, ma non dice neanche che è possibile. Non ha mai constatato per esperienza l’esistenza di un’anima immortale. Piuttosto ha dimostrato, per mezzo della biologia comparata, della fisiologia comparata e della psicologia comparata, l’impossibilità dell’esistenza di un principio di vita psichica indipendente del corpo. Esiste una stretta relazione tra l’anima ed il corpo. Non c’è pensiero senza cervello, benché il pensiero non sia un prodotto del cervello, il risultato di vibrazioni delle cellule cerebrali: il pensiero è un principio spirituale che non può derivare da una causa materiale, ma che, malgrado ciò, non può fare a meno di un organo. Conosciamo l’effetto degli eccitanti, delle droghe, degli anestetici sulle facoltà intellettuali, e Charles Robert Richet Medico e fisiologo francese, grazie alla sua indole eclettica e alla sua incessante curiosità è stato capace nel corso della sua vita di dedicarsi agli studi e alle attività più varie. Rimane però universalmente noto come il fondatore della sieroterapia, nonché pioniere nella ricerca sull’anafilassi per la quale vinse il Premio Nobel per la fisiologia nel 1913) ha detto: “Per conto mio, sono troppo fisiologista per ammettere facilmente che vi sia intelligenza e memoria senza un cervello irrigato ogni secondo da abbondante sangue ricco di ossigeno”. È meglio dire che la scienza non sa niente dell’aldilà, né dell’anima e della sua essenza. Già Théodule-Armand Ribot (Laureato in Medicina, sotto l’influenza degli associazionisti inglesi ed in continuità con la scuola francese dei medici filosofi, rivolse i suoi interessi alla psicofisica, indi alla psicofisiologia e fondò al Collège de France il primo laboratorio francese di psicologia sperimentale) concludeva in questo modo: “L’ipotesi dell’anima e della sua essenza, essendo oltre l’esperienza e la verificabilità, appartiene alla metafisica”. Le speculazioni della metafisica sono diverse quanto contraddittorie. Le loro prove non sono ancora che postulati. E’ così che Claude Bernard (Fisiologo francese, considerato il fondatore della Medicina sperimentale, gli si deve la nozione di mezzo interno e di omeostasi, fondamento della biologia moderna. Ha lasciato il suo nome alla Sindrome di Bernard-Homer) e Louis Pasteur (Chimico e microbiologo francese, grazie alla sua scoperta e alla sua attività di ricerca è universalmente considerato il fondatore della moderna Microbiologia. Durante l’intera vita rimase un fervente cattolico; una frase a lui attribuita dimostrerebbe la sua profonda devozione: “ho la fede di un contadino bretone e per il momento in cui morirò spero di avere la fede della moglie del contadino bretone” – la Bretagna era nota per la religiosità dei suoi abitanti-) hanno avuto su questo soggetto idee opposte, in virtù delle loro concezioni filosofiche. Perché non ammettere che la vera soluzione si trova nella Rivelazione di Dio agli uomini, la Bibbia, e dire con l’astronomo Charles Nordmann (Astronomo francese, contribuise attivamente, attraverso popolari scienza articoli, in numerose pubblicazioni, tra cui La Revue parisienne, Le Matin e soprattutto Le Revue des Deux Mondes; inoltre, tra i suoi libri: L’aldilà e il problema dell’immortalità; L’aldilà, di fronte al problema dell’immortalità; Il regno dei cieli, un po’ del segreto delle stelle): “I soli fatti che permettono di farsi un’opinione salda sull’immortalità sono dunque i fatti della Rivelazione”? Interroghiamo dunque la Bibbia sulla questione: L’uomo è immortale? E qui con la soluzione condizionalista, in pieno accordo sia con l’insegnamento delle Sacre Scritture, che con le deduzioni della ragione, afferma che l’anima non è immortale per natura, ma che lo diviene facendo suoi i meriti che Cristo Gesù ha acquistato sulla croce; che non c’è né purgatorio né inferno (nel senso di una sofferenza senza fine); che la morte è un sonno profondo che precede sia la prima risurrezione, che fa entrare il giusto nella felicità eterna, sia la seconda risurrezione, che abbandona il malvagio all’esecuzione della sentenza (distruzione totale) pronunciata contro di lui. Se respingiamo la soluzione materialista come contraria alla Bibbia ed alla ragione, per gli stessi motivi respingiamo la soluzione tradizionalista, benché sia prevalsa per secoli e sia ancor oggi la credenza di milioni di cristiani. In compenso accettiamo la soluzione condizionalista perché è del tutto conforme all’insegnamento biblico, e soddisfa il cuore e la ragione insieme, ed offre al cristiano consolazioni vere e durevoli.