
Aidone/Raddusa. 50 anni e anche più di calvario per i territori di Aidone, Raddusa, Castel di Iudica e Ramacca. La Ss288 di Aidone, l’eterna incompiuta, resta ancora incompiuta. Nonostante gli ultimi lavori che dovevano concludersi entro la fine del 2024 ma che, ahimè, ancora una volta, l’hanno lasciata intransitabile. Ma perché e come può una strada, dopo mezzo secolo, continuare ad essere interdetta al traffico veicolare? Sono stati questi alcuni degli interrogativi espressi durante l’interessante incontro: “L’Affaire Ss 288 Aidone-Catania” organizzato dal prof. Nino Costanzo, su input di don Filippo Vitanza, tra i relatori, alla biblioteca comunale di Raddusa. Del tratto della Ss288, quello conosciuto come “la strada della galleria”, si scrive da tempo. Fu costruita dalla Cassa del Mezzogiorno-Consorzio di bonifica Caltagirone negli anni 60 del secolo scorso come percorso alternativo della Ss288,“variante Ogliastro”, dal nome della contrada, contemporaneamente alla diga Don Sturzo, con finalità irrigua. Completato nel 1972, da allora, quel pezzo di strada di tre chilometri si è rivelato un vero tormento, interessato da smottamenti, frane, e, tranne che per breve tempo e periodi diversi, mai più riaperto, nonostante i tanti proclami di lavori, puntualmente, disattesi. Non ultimo, i lavori di 1 milione e 780 mila inerenti la sistemazione e l’ammodernamento della ‘variante Ogliastro’ nei comuni di Ramacca e Raddusa”, 1° e/o 2° stralcio, che hanno ridato funzionalità alla galleria lasciando però tratti del manto stradale dissestati, sconnessi, praticamente una strada intransitabile. Attenta e puntuale la disamina del prof. Costanzo, giornalista, agronomo, già docente di Ecologia e tutela ambientale, esperto della Sezione specializzata agraria del Tribunale di Enna, che ha realizzato un dossier, ricostruendo la storia controversa di questa strada basandosi sui tanti articoli giornalistici. Costanzo ha parlato dell’esposto che ha inviato alla Procura di Enna affinché possa prendere atto dei mancati interventi, passati e recenti, e “disporre le opportune indagini anche per rilevare gli eventuali illeciti commessi”. Eppure la strada riveste un ruolo strategico in questo comprensorio, naturalistico- paesaggistico e culturale, tra i più interessanti dell’entroterra siciliano, come ha argomentato la prof. ssa Rori Restivo. Ma il fango, i detriti, l’incuria di questo tratto della 288,e non solo, sono all’ordine del giorno, penalizzando un territorio e una comunità che ha molto da offrire come spiega il segretario della Pro Loco di Raddusa Salvatore Cristian Parlacino. I lavori sono stati moderati dalla giornalista Angela Rita Palermo. Gli interventi del pubblico, compreso quella di Carmela Pagana, candidata a sindaco nelle prossime amministrative di Raddusa, sono andati nella direzione che la strada deve costituire motivo per fare rete tra i comuni interessati così da creare una realtà forte e credibile.