
In questi giorni, con uno scarnito comunicato ad opera di un post di Annamaria Raccuglia, sindaco del Comune di Aidone, titolava “Dall’abbandono all’uso sociale: la rigenerazione urbana parte dal basso”, di poi affermando “C’è una rigenerazione urbana che non passa dai fondi PNRR né dalle speculazioni edilizie. Ma dalle mani delle persone. A Napoli e Milano, ex carceri e fabbriche abbandonate rinascono come centri culturali, orti urbani, spazi educativi. Succede allo Scugnizzo Liberato e al Leoncavallo: luoghi ‘borderline’ rispetto alla legalità formale, ma centrali per le comunità che li abitano. Autogestione, assemblee pubbliche, lavoro volontario: è la partecipazione civica a fare la differenza. Ma le istituzioni sono pronte a riconoscerla? Perché rigenerare non vuol dire solo ristrutturare: vuol dire restituire dignità e futuro allo spazio. Insieme. Dal basso”. A tutte queste istanze si è cercato di dare risposta negli ultimi tempi con il concetto di rigenerazione urbana. Ma cosa significa esattamente questo termine? Come avviene la rigenerazione urbana? Quale è la normativa di riferimento in Italia? La rigenerazione urbana “è un insieme di azioni volte a recuperare e riqualificare le aree urbane degradate o sottoutilizzate, migliorando la qualità della vita, la funzionalità e l’aspetto estetico. Si tratta di interventi che mirano a trasformare la città in luoghi più vivibili, sostenibili e inclusivi, attraverso il recupero di edifici, la creazione di spazi verdi, la promozione della partecipazione sociale e lo sviluppo economico”. Invero, il bisogno di ammodernare le infrastrutture delle nostre città, le esigenze sempre più stringenti in termini di mobilità e la necessità di rendere le città più ‘abitabili’, soprattutto nelle aree periferiche, hanno messo in primo piano l’esigenza di un nuovo modo di intendere e concepire l’area urbana. La riqualificazione urbana, secondo l’Arch. Bonaventura Pianese (Dirigente del Settore IV Pianificazione Urbanistica e Territoriale. Usi civici, Demanio e Patrimonio del Comune di Fondi), fa riferimento ad interventi fisici di edifici, aree degradate o abbandonate, quartieri e parti di città. Il termine significa dare una nuova qualificazione, attraverso l’insieme delle azioni e dei risultati per definire qualcosa con nuove e specifiche qualità. Una serie di interventi che mirano a recuperare e riqualificare il patrimonio edilizio preesistente. La riqualificazione può riguardare anche gli spazi pubblici come le piazze, i sottopassi, i parchi pubblici. Inoltre può riguardare anche settori specifici come ad esempio la riqualificazione energetica degli edifici. La rigenerazione urbana, sostiene l’Arch. Pianese, fa riferimento a un concetto più ampio. Il termine significa generare di nuovo e comprende la riqualificazione fisica di zone della città integrando, agli aspetti ambientali ed economici, anche gli aspetti sociali e culturali, coinvolgendo le comunità che vivono i luoghi oggetto di intervento. La rigenerazione urbana, quindi, è un’attività che mira non solo a una trasformazione fisica del tessuto urbano, ma è accompagnata da interventi di carattere culturale, sociale, economico ed ambientale, finalizzati ad una migliore qualità della vita, nel rispetto dei principi di sostenibilità, inclusione e partecipazione. Un progetto di rigenerazione urbana, afferma l’Architetto Bonaventura Pianese, è un intervento volto a migliorare e trasformare l’aspetto, la funzionalità e la qualità di vita di un’area urbana, attraverso il recupero e la riqualificazione di spazi degradati o sottoutilizzati. I progetti di rigenerazione urbana possono riguardare diversi ambiti: Territoriale (Il recupero di aree abbandonate o sottoutilizzate come aree industriali dismesse, aree verdi degradate o edifici inutilizzati); Sociale (Il miglioramento della qualità della vita dei residenti, attraverso la creazione di nuovi servizi, l’aumento della sicurezza e la promozione della partecipazione dei cittadini); Economico (La creazione di nuove opportunità di lavoro e di sviluppo economico). I progetti di rigenerazione urbana possono essere promossi da diversi attori: In ambito pubblico (Enti locali, amministrazioni centrali, enti pubblici economici); In ambito privato (Imprese, organizzazioni non profit, cittadini). I finanziamenti di un progetto di rigenerazione urbana possono avere origine da fondi privati (Imprese, fondi di investimento) o fondi pubblici (Risorse provenienti da bilancio pubblico, fondi europei o altri programmi di finanziamento). Gli effetti dei progetti di rigenerazione urbana: Territorio (Miglioramento del territorio attraverso il recupero di aree dismesse o fatiscenti, la ristrutturazione di edifici esistenti, la costruzione di nuovi edifici, camminamenti in quota, piste ciclabili e aree verdi); Qualità della vita (Miglioramento della qualità della vita dei residenti attraverso la creazione di nuovi spazi pubblici, il miglioramento dei servizi e la promozione della partecipazione dei cittadini); Impatto sociale (Riduzione delle disuguaglianze sociali attraverso la creazione di nuove opportunità di lavoro e di sviluppo economico nei quartieri più vulnerabili. Inoltre, la rigenerazione urbana ha un effetto sulla promozione della partecipazione dei cittadini attraverso la creazione di spazi di incontro e di confronto, il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni e la promozione di attività culturali e sociali); Economia (Sviluppo di economia e lavoro con la creazione di opportunità di lavoro e l’attrazione di investimenti economici nelle aree urbane sono obiettivi importanti, comportando la creazione di centri commerciali, quartieri delle imprese o spazi per le startup); Innovazione tecnologica (L’uso di tecnologie innovative per migliorare la qualità della vita, come la smart city technology, può essere un elemento importante nei progetti di rigenerazione urbana); Servizi sociali e sanitari (La costruzione o l’aggiornamento di strutture sanitarie, educative e sociali può far parte di progetti di rigenerazione per migliorare il benessere delle comunità locali); Sostenibilità ambientale (Promozione della sostenibilità ambientale, la rigenerazione urbana spesso mira a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, a ridurre l’inquinamento e a creare spazi verdi, con una riduzione dell’inquinamento e la promozione della mobilità sostenibile); Sicurezza (Aumento della sicurezza grazie al miglioramento dell’illuminazione pubblica, l’installazione di telecamere di sorveglianza o il potenziamento della presenza della polizia volte a ridurre il crimine nelle aree urbane); Attrattività (Tutti gli effetti elencati sopra generano anche un miglioramento dell’attrattività del quartiere o della città stessa in cui è inserito il progetto sia per i privati che per le aziende e i turisti). La rigenerazione urbana sta trovando un importante spazio nella legislazione nazionale e regionale. A livello centrale, il D. L. 18 aprile 2019, n. 32, meglio noto come decreto Sblocca cantieri, recante ‘Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici’, ha posto come obiettivo del Governo una riduzione del consumo del suolo a favore della rigenerazione del patrimonio edilizio esistente incentivandone la razionalizzazione, promuovendo e agevolando la riqualificazione di aree urbane degradate. In tempi più recenti, con la nuova ‘Legge di Bilancio è stata prevista, per gli anni dal 2021 al 2034’, l’assegnazione ai Comuni di 8,5 miliardi di euro destinati a progetti di rigenerazione urbana volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale. Gli 8,5 miliardi sono così ripartiti: 150 milioni di euro per il 2021; 250 milioni per il 2022; 550 per ciascuno degli anni 2023 e 2024; 700 milioni per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034. Partendo dal presupposto che ogni progetto ha delle caratteristiche uniche, proviamo ad elencare gli ambiti che possono essere coinvolti in un progetto di rigenerazione urbana: Riqualificazione edilizia (La rigenerazione urbana spesso comporta il restauro e la riqualificazione di edifici storici, la demolizione e la ricostruzione di edifici obsoleti o il riuso di aree industriali dismesse); Residenza e alloggio (La promozione di alloggi accessibili e di qualità, sia per scopi residenziali che turistici, è spesso parte integrante dei progetti di rigenerazione); Sviluppo di spazi pubblici (Questo ambito comprende la creazione e l’aggiornamento di piazze, parchi, giardini pubblici e aree pedonali per migliorare la qualità degli spazi urbani); Trasporto e mobilità (La promozione di soluzioni di trasporto sostenibili, come il potenziamento del trasporto pubblico, la costruzione di piste ciclabili e la riduzione della dipendenza dell’automobile, rappresenta, spesso, un aspetto chiave); Cultura e turismo (La valorizzazione del patrimonio culturale e storico, l’organizzazione di eventi culturali e la promozione del turismo possono essere aspetti cruciali per la rigenerazione urbana). Alla luce di quanto sopra, “La rigenerazione è un processo che non ha regole predefinite e deve adattarsi al caso concreto. Un fattore importante in un programma di rigenerazione urbana è sicuramente il coinvolgimento degli attori sociali. Rigenerare, infatti, non deve solo favorire la trasformazione fisico-spaziale del territorio, ma deve contribuire anche al miglioramento del contesto sociale e ambientale. Dunque non occorre solo il coinvolgimento degli attori dell’edilizia, ma anche di tutte le componenti sociali, come quelle di tipo associativo”.