Presentata al seminario di Caltagirone l’ultima fatica letteraria del vulcanico mons. Michele Pennisi, arcivescovo emerito di Monreale e già vescovo di Piazza Armerina. Il libro si intitola “Dalla terra al cielo” ed è pubblicato per i tipi della Pegaso editore.
Il volume raccoglie una serie di articoli pubblicati da Pennisi sul quotidiano online “In Terris” dal 2017 al 2022. Sono pezzi che abbracciano l’etica sociale e la bioetica, i problemi sociali ed educativi, i delicatissimi temi di guerra e pace, in ispecie nel periodo che l’umanità sta attraversando – aggiungiamo noi – fatto di silenzi interessati di fronte a genocidi e guerre che impinguano le tasche dei mercanti d’armi con il silenzio di taluni politici, di Chiesa e mafia – e qui come non ricordare le forti posizioni di Pennisi che finì sotto scorta per aver rifiutato i funerali a un noto boss mafioso gelese, ucciso dalla Polizia – ed infine, la trattazione dell’argomento su cui è più ferrato, ovvero “Don Luigi Sturzo”.
Ma chi l’ha detto che un vescovo, una volta cessate, per limiti d’età, le sue funzioni, si ritira nel podere come Cincinnato? No, non è affatto il caso di Monsignor Michele Pennisi: mons Pennisi è stato un vescovo molto attivo sia sotto l’aspetto pastorale sia sotto quello testimoniale e continua ad esserlo.
L’evento è stato presentato da don Salvatore Luca, rettore del Seminario, e la tematica ampiamente trattata da don Vittorio Rocca, suo ex alunno allo Studio teologico San Paolo di Catania e adesso docente stabile di Teologia Morale presso lo Istituto teologico, che ne ha intessuto le lodi analizzando il testo del presule, sia sotto l’aspetto teologico sia sotto quello letterario. Nel libro, mons. Pennisi si è fortemente ispirato al teologo, partigiano e pastore protestante tedesco, Dietrich Bonhoeffer, protagonista della resistenza al Nazismo, ucciso, appunto, dai nazisti.
“La terra – afferma il teologo tedesco – resta nostra madre, come Dio resta nostro padre, e solo chi rimane fedele alla madre sarà da lei posto nelle braccia del padre”.
La sociologa Marina Domenica ha letto una parte dell’introduzione scritta da mons. Pennisi: “Per il cristianesimo cielo e terra non sono categorie astratte ma realtà personali. Il cielo è presente sulla terra attraverso Cristo e credere in lui non significa dimenticare la terra … Per questo di fronte alle piaghe sociali non possiamo restare inerti e guardare il cielo ma siamo chiamati a rianimare un mondo in agonia con l’ossigeno del Vangelo”. Alcuni testi del libro sono stati abilmente letti dal giornalista di Tele Pegaso, Gianni Amato. La prefazione del volume è stata curata dal vaticanista de “La Stampa” Giacomo Galeazzi mentre la postfazione dal giornalista Franco D’Urbino. Va ricordato, infine, che mons. Pennisi ha ceduto i diritti di pubblicazione al Seminario di Caltagirone.





