23 Novembre 2025

Appello ai Sindaci di Aidone, Raddusa e Valguarnera

In rovina il castello di Gresti o Pietratagliata

"In rovina… è l’intelletto superficiale che non presta all’antichità la dovuta reverenza" (Erasmo da Rotterdam)

di Nino Costanzo

Un appello ai sindaci dei Comuni di Aidone, Raddusa e Valguarnera per  il Castello di Gresti o Pietratagliata per la possibilità del suo rilancio con un appello ragionato ai cittadini tutti: dobbiamo spendere ogni energia a nostra disposizione affinché vengano recuperate pietre, ambiente e territorio, non solo in quanto tali, ma soprattutto in quanto recupero di memoria storica, la storia nostra che ci caratterizza. Il castello si trova nel territorio di Aidone al centro quasi di un triangolo che unisce i centri di Aidone, Valguarnera e Raddusa nonché limitrofa ed adiacente la strada Tufo; la strada che costeggia il fortilizio doveva essere una via di comunicazione che da Morgantina conduceva verso Agira ed anche verso Rossomanno.
Il suo vero nome ha è quello di Pietratagliata ed è una terminologia legata alla particolare conformazione della roccia sul quale si eleva e che rende il fortilizio simile, per certi versi, al castello di Sperlinga. Il Castello dei Gresti domina la vallata del Gornalunga con la sua imponente torre e le stanze scavate nella roccia: un luogo dove il passato ha lasciato tracce di antiche dominazioni e storie dimenticate. Un avamposto strategico, costruito su una cresta rocciosa, il castello serviva da fortezza di avvistamento, controllando le vie tra la costa orientale e l’entroterra siciliano. La sua struttura, con quattro livelli e una torre massiccia, rivela un passato militare più che residenziale.Ci racconta e ci illustra l’architetto storico Giuseppe Tomarchio “Stupendo castello questo di Pietratagliata o di Gresti, posto nel cuore della Sicilia, tra Valguarnera e Raddusa, nei pressi di Aidone, Morgantina, Piazza Armerina. Castello che sem,bra affondi le sue radici (letteralmente) nell’oscurità del tempo, in un’epoca della preistoria, che dalle sue sotterranee basi scavate nella roccia eminente sia poi -come dalla roccia stessa generato-  cresciuto mano mano nelle epoche storiche, fino all’alto medioevo, fin oltre. Castello o fortilizio, certo, di avvistamento e di difesa. Di avvistamento, collocato com’era dentro il canale ottico della direttrice Enna-Valguarnera-Aidone-Mongialino-Torretta Mongialino, con snodo forse per Mineo e Caltagirone, avvistamento in quella vastità, in quegli spazi infiniti dell’Ennese; di difesa perché inserito in una via di comunicazione importante nella Sicilia feudale, in quel vasto feudo di Rossomanno”.
A conclusione del suo studio, l’architetto Tomarchio afferma “Doveva essere, questo di Pietratagliata, uguale a tanti castelli o fortilizi posti su luoghi eminenti dell’interno della Sicilia nel periodo normanno e federiciano, uguale per esempio a quello di Sperlinga, Mussomeli: Ci appare ci appare così come un nobile personaggio che pacificamente, arroccato in un impervio nido d’aquila, sorveglia e contempla estasiato gli sconfinati orizzonti siciliani e sommessamente, narrando la sua storia, ci implora di sopravvivere per narrare ancora ai posteri”.  Vogliamo e occorre dire che da questi castelli, dalla loro epoca nasce la nostra lingua, la nostra poesia. Ma cadono a pezzi, crollano questi castelli, come tanti altri nostri monumenti preziosi, nella indifferenza generale: “E lavori come questi dello storico Giuseppe Tomarchio sono opportuni, importanti per la ricostruzione storica puntuale che fanno di questi monumenti obliati e insieme per l’allarme che lanciano ai fin i di un loro tempestivo recupero, di una loro salvezza”, afferma in una nota  Vincenzo Consolo. Invero, il castello è oggi un rudere abbandonato, ma la sua posizione e la sua storia meritano attenzione. Da anni versa in condizioni di degrado, è chiuso al pubblico e a rischio crollo in alcune sezioni, Con il castello hanno bisogno di interventi conservativi l’area circostante. L’obiettivo é sensibilizzare l’opinione pubblica ma soprattutto chiedere l’intervento delle Istituzioni comunali, provinciali e regionali per trovare una soluzione al problema.
Già ‘La Sicilia’, martedì 5 febbraio 2002, con un articolo ‘Castel di Gresti, trafugate due mensole’ a firma della giornalista Daniela Accurso, tra l’altro, concludeva: “Non si può rimanere con le mani in mano. Ecco il senso della denuncia di Legambiente che Giuseppe Amato spiega così: E’ perquesto che intendiamo chiedere se, dietro il progressivo oblio della testimonianza, non si celino mancati interventi, disattenzioni colpevoli, omissioni che hanno portato al completo abbandono di quell’area. Il patrimonio comune appartiene a tutti, questo l’input di Legambiente, occorre che ognuno si senta responsabile di quanto accade a danno di monumenti e chiese e che, una volta a conoscenza di atti vandalici, li segnali a chi di competenza”.
Da qui l’appello ai sindaci di Aidone, Raddusa e Valguarnera, l’antico maniero dall’abbandono rischia di crollare da un momento all’altro chiedendo un intervento di messa in sicurezza urgente: “Ordinarci dovrebbe, non implorare, ordinare ai responsabili della Pubblica Amministrazione, poiché cancellando, relegando nell’oblio la nostra storia, la nostra memoria, il futuro non può essere che buio e minaccia”, dice ancora Vincenzo Consolo.
Ad abundantiam, l’appello ai cittadini. “Basti per dire che noi tutti, cittadini contemporanei, dobbiamo spendere ogni energia a nostra disposizione affinché vengano recuperate, pietre, ambiente e territorio, non solo in quanto tali, ma soprattutto inquanto recupero di memoria storica, la storia nostra che ci caratterizza. Per quanto difficile gravoso possa essere questo impegno, lo dobbiamo assumere!  Lo dobbiamo non solo a chi verrà dopo di noi a cui dobbiamo e abbiamo il dovere di consegnare un ambiente e un territorio a giusta misura d’uomo, ma lo dobbiamo anche ai tanti uomini e alle tante donne che attraverso le tante e difficili traversie del tempo ci hanno consegnato un tale patrimonio, degno di ogni lodevole nota”.

 

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