16 Novembre 2025

VALGUARNERA Sant’Antonino, i reperti unici di una chiesa da sottrarre all’abbandono e valorizzare

di Salvatore Di Vita

L’argomento non è dei più allegri, ma tant’è. Stiamo parlando dell’antica pratica dei «Putridaria», ovvero di quegli ambienti sotterranei sotto i pavimenti delle chiese dove all’interno di nicchie appositamente realizzate si collocavano i morti, in piedi o seduti, per farli «colare» ovvero decomporre sino alla completa liberazione delle ossa, considerate nel loro biancore simbolo della purezza idonea a favorire il viaggio dell’anima del defunto verso l’eternità.
Un Putridarium, tra i pochissimi ancora conservati in tutt’Italia, lo si rinviene nella chiesa di Sant’Antonino a Valguarnera. Un vano discretamente ampio, con in fondo un altare, destinato alla deposizione dei soli associati alla confraternita di Maria SS della Mercede costituitasi in quella chiesa nel 1783.
Notevole l’importanza storico-culturale di questo vano che verosimilmente cessò di essere utilizzato soltanto alla fine del XIX secolo, con l’affermarsi dei cimiteri e con l’entrata in vigore di rigorose norme igienico-sanitarie.
Il Putridarium di Sant’Antonino, come detto perfettamente conservato e accessibile, venne alla luce durante i lavori di ristrutturazione del 1990, lavori mai completat iche videro lo svellimento di altari e pavimenti, lasciando la costruzione inagibile e ovviamente interdetta al culto e ai visitatori. Da allora, a parte qualche articolo sul quotidiano «La Sicilia», la chiesa cadde nell’oblio. Eppure Sant’Antonino merita attenzione, giacché costruita su fabbriche antecedenti il XVII secolo (di cui si dovrebbe accertare la primitiva funzione) e rappresentando per il paese un bene di rilevante valenza archeologica e compositiva. Infatti, oltre al prezioso Putridarium con altare in fondo ora descritto, spicca nella conformazione di Sant’Antonino la presenza di una «navicella a mano destra» che attribuisce alla chiesa la forma a una navata e mezza, struttura alquanto insolita nello scenario degli edifici di culto siciliani. E inoltre, la pregevole torre campanaria che svetta sul panorama del paese e delle campagne circostanti, contribuisce ad affermare, insieme agli altri numerosi elementi di pregio, l’importanza architettonica dell’edificio che dovrebbe essere sottratto all’abbandono, valorizzato e custodito.

 

 

 

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