10 Agosto 2025

Dopo tre anni di vuoto la diocesi ha un nuovo presbitero

Don Sergio Morselli ordinato sacerdote a Gela

Continuerà gli studi in Germania presso la Facoltà Teologica di Tubinga

di Giuseppe Rabita

Ha avuto luogo sabato 9 agosto a Gela in una Chiesa Madre gremita di fedeli, parenti e amici, l’ordinazione presbiterale di don Sergio Morselli. La liturgia, presieduta dal vescovo mons. Rosario Gisana, è stata concelebrata da circa trenta sacerdoti e diversi diaconi. Presenti gli alunni del Seminario che ha curato il servizio liturgico con l’equipe degli educatori. Presente anche il sindaco Terenziano Di Stefano. Erano tre anni che non si avevano ordinazioni sacerdotali in diocesi, dopo che nel febbraio-marzo 2022 erano stati ordinati don Salvatore Crapanzano, don Gianfranco Pagano, don Enrico Lentini e don Francesco Spinello. Con l’arrivo di don Sergio nel presbiterio di Piazza Armerina i sacerdoti diocesani raggiungono il numero di 93 anche se diversi sono quiescenti per l’età avanzata o per malattia ed alcuni operano fuori diocesi. Inoltre si registra la presenza di numerosi sacerdoti provenienti dall’Africa e dall’Asia. La liturgia è stata animata dalla corale della stessa Chiesa Madre.

Prima del rito della ordinazione il rettore del seminario, don Luca Crapanzano ha presentato il candidato al vescovo e alla comunità con queste parole: “Oggi la nostra Chiesa diocesana gioisce e ringrazia il Signore che ci fa dono di un nuovo presbitero nella persona di Sergio Morselli, ordinato diacono il 5 aprile dello scorso anno nella Basilica Cattedrale. La storia vocazionale di Sergio Morselli, 30 anni compiuti da due mesi, trova le sue radici umane nella sua famiglia da cui apprende i valori fondamentali della vita quali il mantenere la parola data, la sincerità e il desiderio per la conoscenza. Dopo il liceo scientifico, dinanzi alla scelta dell’Università, sperimenta la forza della preghiera e dell’aiuto fraterno che passa dalla condivisione delle proprie paure con gli altri. Sergio non chiede di entrare subito in Seminario ma pur restando a Gela frequenta l’Università on-line e consegue la laurea in Scienze dell’Economia Aziendale all’UniTelma Sapienza con sede a Roma. In questo periodo è attratto dalla preghiera carismatica, conosce don Lino di Dio e si inserisce nella Fraternità Apostolica della Divina Misericordia di Gela mettendosi a servizio della mensa e dei bisogni della piccola casa e inserendosi nella comunità di S. Agostino. Nel settembre del 2018 chiede di entrare in Seminario iniziando cosi il cammino di formazione al presbiterato che oggi trova il suo completamento. In questo anno di diaconato Sergio ha esercitato il suo servizio ministeriale presso la Missione Cattolica di Tubinga (Germania), dedicando la maggior parte del suo tempo allo studio del tedesco e alla frequenza dei corsi in vista del dottorato nell’ omonima università. Sergio non ha mai avuto fretta di diventare prete, ne è prova il lungo tempo di diaconato (16 mesi), perché il suo unico desiderio è stato quello di imparare lo stile di Gesù, diventando suo discepolo. La cosiddetta “conformazione ontologica” che oggi il carattere dell’Ordine gli imprime, è infatti una realtà dinamica che inizia quando il chiamato accoglie e aderisce alla logica del Vangelo decidendo nel suo cuore il santo viaggio della conversione permanente. Sergio non è un carrierista né un intellettualoide lontano dalla realtà, è un ragazzo che vuole fare sul serio entrando in relazione con il mondo e cercando di intercettare le sfide culturali e teologiche che l’annuncio del Vangelo richiedono. Ha un carattere riflessivo ed è capace di relazioni personali significative. Negli anni di formazione, grazie al dialogo costante con i suoi padri spirituali e con l’equipe degli psicologi, ha lavorato molto sui tratti del suo carattere per conformarlo sempre più ad una piena umanità e ad un equilibrio psico-affettivo. Un tratto specifico del suo carattere è l’amicizia, ne è prova la presenza di molti suoi ex compagni di Seminario o di Facoltà, che pur avendo intrapreso una strada diversa, oggi sono qui a gioire insieme a lui. Anche la presenza del suo amico, il pastore Giacomo Loggia, dice il suo desiderio di dialogo che si fa concretezza di incontro. Negli anni di formazione ha affinato uno stile di preghiera contemplativo, nutrito di molte letture e di poesia, che partendo dalla Liturgia delle Ore si fa dialogo personale con il Signore. Il dono del celibato accolto con il diaconato è vissuto da Sergio con fecondità nel servizio concreto del ministero ma anche nella dedizione allo studio, altro luogo fecondo e di sintesi. Nel periodo di vacanza dalla Germania, Sergio ha continuato a servire la Comunità della parrocchia di M. Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco di Butera, collaborando il parroco don Lino Giuliana. Sergio si è preparato all’ordinazione presbiterale partecipando – una settimana a luglio – agli esercizi spirituali nella Comunità di Foyers de Charitè in Val d’Aosta e condividendo alcuni giorni di fraternità con don Domenico Cambareri, presbitero dell’arcidiocesi di Bologna, parroco e cappellano del Carcere della Dozza e dell’ Istituto Penale per i Minorenni di Bologna che oggi ci fa dono della sua presenza. Confortati dunque da segni storici della storia vocazionale di Sergio, nonché dalle risonanze positive del popolo santo di Dio, a nome mio personale e dell’equipe dei formatori, in piena coscienza, le presento questo nostro fratello Sergio per essere ordinato presbitero”.

Traendo ispirazione dalla frase del Vangelo della domenica XIX del Tempo Ordinario previsto nella celebrazione “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” il vescovo ha incentrato la sua omelia sulla differenza che intercorre tra ciò che abbiamo ricevuto come doti personali e ciò che invece Dio ci affida. “Se la vita è una vocazione – ha detto mons. Gisana – un’esperienza di interlocuzione con Dio, quello che siamo è dono e come tale si concepisce per la felicità altrui. Pensarsi nell’esistenza motivo di gioia per gli altri, dando loro sostegno e consolazione, costituisce un aspetto di maturazione umana notevole: quello che siamo e abbiamo è per coloro che incontriamo sul nostro cammino. La frase di Gesù però, con quello che segue, va una po’ oltre: «A chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». C’è qualcosa nella vita che prescinde da quello che siamo; qualcosa cioè che viene posta innanzi (affidare, incaricare), certamente dalla Provvidenza di Dio, con l’intento di esprimere un atto oltre modo generoso. Il «molto di più» sta a indicare un modo sovrabbondante di rispondere a quello che viene affidato, le cui misure eccedenti rivelano un preciso stile. Due aspetti – ha proseguito il vescovo – infatti affiorano dall’affermazione di Gesù: quello che è donato riguarda quello che siamo, la nostra esistenza: «A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto»; quello che è affidato: «A chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più», interessa piuttosto un compito da svolgere, la cui resa si equipara al modo con cui Dio agisce nella nostra vita, con misure eccedenti che corrispondono al suo stile elargitivo. In questa prospettiva il sacerdozio, come d’altronde tutte le vocazioni, è un compito che il Signore affida, sia perché venga compreso da chi lo riceve come un incarico, non per merito ma per fiducia, sia perché, accettandolo, si corrisponda a lui con una resa che non può non essere esigente: «molto di più». (clicca qui per il testo integrale dell’omelia)

Al termine della celebrazione don Sergio ha avuto parole di ringraziamento per tutti coloro che lo hanno aiutato nel suo cammino verso il sacerdozio e ha dato appuntamento a domenica 10 agosto nella Chiesa di S. Agostino per presiedere per la prima volta l’Eucarestia.

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