Nell’ambito del progetto di valorizzazione e di recupero della documentazione del territorio ennese l’Archivio di Stato, diretto dalla dott. Giuliana Maria Ferrara, venerdì sera (21 novembre), in sinergia e collaborazione con il Comitato di Enna della Società Dante Alighieri, ha ospitato un’iniziativa culturale dal titolo: “Nomi, terre, storie: lo stato civile e il catasto nell’Ottocento”. Dopo i saluti del presidente della Dante Alighieri, prof. Pietro Colletta, docente dell’Università di Palermo, a relazionare sono stati il direttore dell’archivio, Ferrara, e il dott. Federico Emma segretario della Dante Alighieri. “Sono contenta –ha detto Ferrara- di vedere così tante persone nuove, questo significa che l’interesse per questo istituto comincia davvero a diffondersi. Questa sera vi racconto la storia di un recupero archivistico che riguarda la storia di tutti noi”. La storia riguarda lo sforzo messo in campo dalla Ferrara e dal suo staff per il recupero della documentazione catastale, dall’unità d’Italia in poi, di Nicosia, Troina, Sperlinga e Cerami che mancava in archivio. “Spesso, quanto si parla di recupero dei beni culturali –ha poi aggiunto- pensiamo agli scavi archeologici, alle opere trafugate, ma anche gli archivi sono opere culturali e fonti storiche”. Quindi, ha parlato dell’attualità dei catasti storici per gli studi dei beni di proprietà e ha presentato una mappa d’epoca di Enna, “dalla quale si potrebbe trarre spunto per futuri interventi di restauro e di qualificazione urbana”. Insomma, quello che si è fatto da qualche anno all’Archivio di Stato, è un immenso lavoro che oggi ci consente di conoscere la posizione, lo stato, l’estensione e l’articolazione di luoghi, possedimenti, edifici, in un preciso momento storico. Un lungo e affascinante viaggio nel passato è stato invece il racconto del dott. Emma, nella la ricostruzione storica della memoria e dell’identità di alcune famiglie ennesi. Si tratta delle famiglie Neglia, Grimaldi, Emma, Aronica, Varisano e Roxas. Dopo lunghe ricerche, si è riusciti in parte a ricostruire l’albero genealogico di queste famiglie a partire dal 1700 circa, che ci danno l’idea di come queste famiglie siano anche cambiate nel tempo, rompendo anche tradizioni professionali che duravano da secoli, per affacciarsi a nuovi mestieri.
