Stato dell’arte della PAC 2023/2027 e prospettive future della PAC 2028/2034

di Nino Costanzo

Enna. Presso la sala congressi di un noto hotel pergusino, si è tenuto un convegno dedicato alle prospettive strategiche dell’agricoltura, della forestazione e della zootecnia italiana per il prossimo decennio, con un punto focale particolare sul futuro della Politica Agricola Comune.
L’iniziativa, promossa dall’Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Enna, dal titolo ‘Stato dell’arte della PAC 2023/2027 e prospettive future della PAC 2028/2024’, con punto di convergenza di attenzione proporre un momento di confronto tra istituzioni (Giancarlo Maria Vasco, assessore della Città di Enna; Piero Antonio Santo Capizzi, presidente del Libero Consorzio comunale di Enna), mondo accademico e operatori del settore: “l’obiettivo è offrire a professionisti, imprenditori agricoli, studenti e rappresentanti delle istituzioni un quadro aggiornato delle implicazioni della programmazione europea in corso e di quella in via di definizione per il ciclo 2028-2034, con particolare attenzione alle sfide economiche, ambientali e sociali del comparto primario”.L’evento, introdotto e moderato dal presidente dell’Ordine Gaetano Savoca, (che ha voluto chiudere il mandato, con un convegno di alto profiloe con uno sguardo al futuro, promuovendo il dialogo tra tecnici e istituzioni per uno sviluppo agricolo sostenibile confermando il ruolo dei dottori agronomi e forestali come protagonisti attivi dello sviluppo rurale),ha offerto l’opportunità di interfacciarsi con relatori di caratura nazionale, esperti dal settore e protagonisti chiave delle politiche agricole, nell’intento di “trasformare l’iniziativa in un vero e proprio laboratorio di idee, capace di stimolare un dialogo strutturato e condiviso sullo sviluppo sostenibile dei territori rurali e forestali”.

La mattinata, ha posto “l’attenzione sul ruolo strategico dell’agricoltura per il territorio e ha affrontato temi quali le politiche di sostegno, la sostenibilità, la digitalizzazione e la transizione ecologica con uno sguardo verso dematerializzazione e snellimento delle procedure”.Invero, “dopo diversi anni turbolenti per l’agricoltura dell’UE, caratterizzati tra l’altro da diffuse proteste degli agricoltori, la Commissione europea ha proposto nuove norme per la politica comune (PAC), applicabili a partire del 2028”, tra l’altro, il Parlamento, contrariamente alla proposta della Commissione, “suggerisce di aumentare il bilancio della PAC e di mantenerlo distinto da quello di altre politiche”.
Nel contesto della giornata è emerso che “Le attuali norme della PAC sono entrate in vigore nel 2023 e si applicano fino alla fine del 2027, dopodichè saranno adeguate al nuovo quadro finanziario pluriennale 2028-2034. Sin dall’inizio della loro applicazione, tuttavia, le norme attuali hanno suscitato ampie proteste tra gli agricoltori, i quali ritenevano che le nuove norme imponessero loro oneri burocratici eccessivi e requisiti ambientali troppo complessi. Di conseguenza un primo atto legislativo ha modificato tali norme nel 2024, mentre un secondo pacchetto di semplificazione è attualmente in fase di discussione”.E’ emerso, ancora che“La valutazione conferma l’importante ruolo svolto dalla PAC riformata a sostegno dell’agricoltura dell’UE nella transizione verso un modello di agricoltura sostenibile e, contestualmente, a sostegno dei redditi degli agricoltori e della sicurezza alimentare”.
Infine, “I nuovi piani strategici della PAC sono uno strumento adeguato per conseguire gli obiettivi strategici della PAC in maniera integrata, poiché gli Stati membri li utilizzano per preparare e fornire risposte alle sfide nei loro territori, definendo nel contempo l’ordine di priorità degli obiettivi e utilizzando le risorse disponibili in modo efficace ed efficiente”, tuttavia, nel corso della tavola rotonda, è stato evidenziato che, con focus grup, “occorre fare di più per favorire la quantificazione delle ricadute delle pratiche e degli investimenti finanziati dai piani strategici della PAC; la Commissione sta mettendo appunto apposite metodologie per stimare le ricadute delle misure dei piani strategici sul clima.” Senza dire, che, con focus report, “I piani contribuiscono a promuovere la sostenibilità sociale ponendo un nuovo accento sulle condizioni di lavoro nelle aziende agricole e focalizzando l’attenzione sugli squilibri di genere. I piani evidenziano anche gli sforzi compiuti nel dar nuova linfa all’agricoltura, con una generazione più giovane e l’ingresso di altri operatori esterni di settore. Prestano inoltre maggior attenzione al benessere degli animali”.       Infine, per sfruttare il potenziale dei piani strategici della PAC durante la loro attuazione, gli Stati membri e la Commissione “dovrebbero prestare particolare attenzione a rafforzare le competenze e la capacità di formazione e di consulenza a tutti i livelli, promuovere lo scambio di buone pratiche per orientare meglio gli Stati membri e i portatori di interessi, ridurre l’onere amministrativo di interventi specifici e monitorare l’attuazione e i risultati apportando, alla bisogna, gli opportuni adeguamenti ai piani stessi”.

 

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