6 Ottobre 2025

Messaggio di pace e armonia

AIDONE Resilienza – rinascita. Mostra di pittura

di don Giacinto Magro

Il 4 ottobre in occasione della festa di S. Francesco d’Assisi il vicariato di Aidone, insieme al comune  hanno promosso, presso il centro culturale ‟Opera Pia (ex Esattoria)”, una personale di pittura dell’artista Lillo Magro. Questi è originario di Delia, ma ormai da tempo vive in Germania. Le vicende della vita e la ricerca di lavoro, perché solo di arte non si vive, l’hanno condotto in una terra che non è la sua.
Dopo una breve pausa e ambientazione riprende a dipingere, ma la vita riserva sempre nuove avventure. Coinvolto da un aneurisma cerebrale, si è visto privato della libertà di deambulare ed usare correttamente gli arti del lato destro. La vicenda per certi aspetti diviene traumatica non solamente per lui, ma anche per la sua famiglia; eppure, egli dopo diversi ricoveri e tanta fisioterapia riesce a ridipingere ed esprimere il suo estro con vigore.  L’arte di Lillo, che Aidone ha accolto ed espone, vede una nuova stagione dopo una lunga parentesi.La sua espressione artistica ha ripreso vigore gradualmente ed è divenuta nuova creatività, quasi come una sorta di riabilitazione ed armonica rinascita.
Nell’approccio nuovo, destreggiando con solo la mano sinistra le matite colorate ed a cera, mostra come l’artista sì è immerso nella natura ed egli voli con l’animo, nonostante immobilizzato in una carrozzina, verso il cielo più alto, attraversando il dolore è riuscito a cogliere una nuova libertà; adesso tale libertà la dona come luce e calore che emanano i colori che imprime nei suoi quadri. La sua arte nasce dalla sua formazione prima all’Istituto d’Arte di San Cataldo, all’accademia di Firenze e infine all’Accademia Agrigentina; ma questa è stata forgiata dal dolore e in una sorta di rinascita e resilienza ha ripreso vigore gradualmente ed è divenuta nuova creatività, quasi come una sorta di riabilitazione ed armonica, annuncio profetico per tutti. Affermava il venerato papa Francesco che ‟l’arte e la bellezza sono strumenti fondamentali per la crescita spirituale, che rivelano l’armonia del creato e la bontà di Dio”. Mentre ha affermato don Chiolo, che ha introdotto gli intervenuti all’inaugurazione, con queste parole: ‟L’artista nello spazio e nel tempo si destreggia tra memoria e fede/malinconia e ansiaˮ; eppure, egli donandosi e donando il suo estro crea e ci spinge tutti ad essere artisti capaci di creare – oltre i manufatti – armonia e relazione vera anche se questa comporta sacrificio. Il sacrificio scava e trova le ragioni e la radice della felicita’, infatti, ancora don Chiolo affermava: ‟L’artista felice è una persona che vede il centro, l’essenziale, la sostanzaineludibile, cioè sé stesso e gli altri. La felicità che interpreta non è un sentimento, mauna scelta che parte da un’intuizione pacifica. Lotta nei confronti deicondizionamenti interni ed esterni, con chi prova a farlo sentire sbagliato e fuoriposto, sconcentrato e goliardico: un fallito. Lotta senza badare alla fatica, al sudore,perché l’adrenalina dell’anima, la felicità, l’eudaimonìa gli mette in corpo energievitali al di sopra del normale e della normaˮ. L’arte è per tutti e c’è un modo diverso di essere artisti perché solo chi è qui ed ora presente può compiere la vera arte dell’esistenza. Ancora affermava don Chiolo: ‟C’è un destino per l’artista felice. C’è un itinerario e una destinazione: un suoRegno di cui appropriarsi, senza però restarne posseduto. Esso passa attraverso lafatica della presenza a sé stesso fatta di tre ingredienti: consapevolezza, prossimità econdivisione. Consapevolezza perché esercizio della memoria: la collezione deiricordi diventa storia da vivere, da attraversare su e giù attraverso movimenti realidell’anima dal passato al presente e viceversa. Prossimità perché reale, fisica,materiale, verificabile, buona a vedersi, gustosa al palato interiore: l’altro con il suocorpo diventa destinazione continua di ogni movimento dell’anima. Condivisioneperché l’esserci diventi sempre di più una scelta di povertà e di piccolezza, cioè una decisione di e nel dare e nel ridimensionarsi, senza per questo invadere, provocare,irritare, aggredire. Ecco allora che l’incontro con l’artista Lillo è divenuto godimento del bello, ammirando le sue opere; accoglienza della sua vicenda umana e spirituale, come condivisione della sua storia; consapevolezza di noi stessi stimolandoci a fare memoria vera senza invece lasciarsi catturare solo dai media, i quali si inducono spesso a fuggiredalla realtà con le immagini e i messaggi che bombardano la nostra intelligenza e l’affollanotentando di rubarci il pensiero. È una sfida capziosa – ancora affermava don Chiolo – con cui chiunque può misurarsi e scoprire a che punto è ilproprio viaggio e il proprio destino. Uno stimolo a vedere con occhi ‟vivi” in grado,cioè, di dare luce. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà latenebra!». Una sfida in cui semplicità e cattiveria non si contrappongono macamminano a fianco, confondendoci sì, ma anche mettendo in chiaro che bisognasempre fare una scelta. E quindi bisogna esserci.È un passo decisivo per il passaggio epocale, che buca il muro di quell’ombraprodotta dal movimento indifferente dinanzi al male, come il buco della Flottillacapace di smuovere intere comunità di cittadini liberi sì, ma indifferenti. L’artista hail singolare privilegio di vedere il male e di restare inquieto fino a quando non trova ilmodo per bucarlo, entrarvi e scomodarlo, rendendolo ridicolo e perdente. É quando è avvenuto per Lillo Magro che non è rimasto prigioniero del dolore, ma l’ha attraversato e pur rimanendo in su, in una carrozzina – in una vera unità con la moglie e nella prossimità dei suoi e più – è riuscito a dare corpo – in rapporto alla materia – alla libertà che l’ha raggiunto dentro e con i suoi dipinti annuncia a tutti, quasi facendosi profeta del bello;l’immobilita può essere abitata dalla libertà e divenire piena luce e serenità. Questo è unprivilegio così unico che si completa nel momento e nel luogo della comunità, ovverodella presenza di sé stesso, a sé stesso e agli altri. Un privilegio che si rovescia perlasciarsi condividere dando un’anima a tutto quanto oggi rischia di essere oggettivato,compresa l’anima: una realtà assente, che non si accorge e che fa finta di non sentire.Pertanto, la bellezza vera è armonia e questa,come opera dello Spirito, integra le differenze e non le annienta, anzi le aiuta a fluire fino ad arrivare agli altri ed è per tutti motivo di Speranza. La bellezza è una fonte di gioia e mette in contatto con la bontà divina; se c’è bellezza è perché Dio è buono e la dona a tutti attraverso la mediazione di coloro che si lasciano provare e ne raccolgono, con caparbietà, le forze della vita stessa, e così riescono a farne il trampolino di lancio di nuova rinascita. Infine, l’arte aiuta a ricreare l’armonia nell’uomo con sé stesso e con l’ambiente, promuovendo la cura della ‟casa comune”, come ha già espresso nella ‟Laudato sì” Papa Francesco. Gli artisti – e Lillo Magro lo è, e ciascuno di noi a suo modo – sono invitati a essere cantori dell’armonia vivendo nella storia sfidando e attraversando il dolore perché in un mondo lacerato da guerre e divisioni, ognuno possa contribuire a sognare un mondo diverso e più bello, in cui le differenze non diventino conflitti ma si integrino in pacifica e vera rinascita di noi con noi stessi, con gli altri e con l’umanità intera.

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