
“Altissimu onnipotente bon Signore,
tue so’ lelaude la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo altissimo se konfano
et nullu homo ènedignu te mentovare.
Laudato sie mi’ Signore cum tucte le tue creature, spetialmente
messer lo frate Sole, lo qual è iorno et allumini noi per loi.
Et ellu èbellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato sì mì Signore per sora Luna e le stelle, in celu l’ai formate clarite et pretiose et belle”.
Il Cantico delle creature, o Cantico di Frate Sole, è la più antica composizione poetica della letteratura italiana. Le biografie sul Santo più attendibili sostengono che Francesco d’Assisi abbia composto il Cantico in tre momenti diversi della sua vita. L’opera si fonda su una lode a Dio dalla quale emerge il principio di vita del Santo, l’umiltà. Il Cantico è pregno di gratitudine ispirata al Santo dalla magnificenza della natura stessa che riflette l’immagine di Cristo. Da questo concetto fondamentale deriva il tema del ringraziamento, espresso da Francesco attraverso la glorificazione di tutte le creature generate da Dio. Da questo deriva il senso di fratellanza fra l’uomo e tutte le altre creature, concetto che si allontana molto dal disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di tutti gli altri orientamenti religiosi medievali. La creazione viene quindi rappresentata come un grande mezzo di lode al Creatore. Il Cantico delle creature è stato scritto nel volgare umbro del XII secolo e presenta influssi toscani e francesi nonché evidenti latinismi.