
La Delegazione Regionale Caritas Sicilia ha organizzato come sua terza tappa formativa, nei giorni 25 e 26 Settembre ad Alì Terme, un seminario di studio dal titolo: Advocacy “Dobbiamo Ascoltare il loro grido di Aiuto”.
Di interessante rilievo è stato l’intervento del Direttore nazionale don Marco Pagniello, che ha sviluppato il tema del “dare voce a chi non ne ha”.
Un pilastro fondamentale, infatti, di tutto l’operato Caritas, è l’advocacy, un impegno costante di animazione e stimolo sociale per garantire un sostegno attivo alle fragilità umane.
Fare advocacy per Caritas significa portare all’attenzione della società e della politica le istanze dei poveri, dei migranti, dei vulnerabili, affinché nessuno sia dimenticato. In tal senso Caritas opera in modo costruttivo: costruisce reti e relazioni, promuove cultura e accompagna le persone nel concreto. Don Marco Pagniello ha concluso il suo intervento affermando che l’advocacy non deve essere una rivendicazione astratta, bensì una «promozione integrale della persona»; ciò spesso comporta lavorare insieme ai servizi pubblici, tessere collaborazioni sul territorio e sostenere decisioni che tutelino i più deboli. La globalizzazione dell’indifferenza, che avvolge la società di oggi, deve fungere da stimolo insieme ad un’attiva Pastorale Sociale, per uscire dalla cultura dell’impotenza nella lotta all’individualismo.
La carità guida questo cammino, ricordandoci che l’unica via percorribile è quella della fraternità che ci chiede di riconoscere l’altro come parte di noi stessi. Essa inoltre ci spinge a creare comunità inclusive, in cui nessuno venga lasciato indietro, richiamandoci al dovere di “farci prossimi”, di prenderci cura gli uni degli altri.
Alla luce di tutto ciò è bene ribadire come tutta questa molteplicità di azioni concrete, che viene racchiusa nel termine advocacy, deve sempre trovare la sua stella polare in quello che è il filo conduttore della Caritas: la funzione pedagogica e partecipativa.