
Manca la radioterapia all’ospedale di Enna. Il futuro policlinico, adesso ospedale di riferimento è privo di questo importante servizio. In atto, i purtroppo numerosi pazienti ennesi e della provincia, sono costretti, per eseguirla, a doversi recare a Catania, con le conseguenze logistiche, psicologiche ed economiche che i lettori potranno immaginare. Ciò non è assolutamente accettabile, anche perché l’ospedale di Enna è dotato di un’ottima Unità Operativa Complessa di Oncologia dove i pazienti vengono trattati con grande umanità nonché attenzione terapeutica sia da parte del personale medico, sia da parte di quello infermieristico e socio sanitario. Ma il punto dolens è che il servizio di Radioterapia, ad oggi è mancante. La radioterapia in molti casi potrebbe essere considerata “salvavita” quando viene utilizzata per patologie oncologiche e non. Potrebbe rivelarsi, quindi, indispensabile per la sopravvivenza dei pazienti e per migliorare la loro qualità della vita.Abbiamo inviato un whatsapp al direttore generale Mario Zappia, che lo ha visualizzato e, conoscendo la sua sensibilità e la sua formazione cattolica, siamo sicuri che risponderà positivamente a questo che non vuole essere un articolo denuncia ma un appello alla classe politica a farsi carico del serio problema. Abbiamo inviato anche un whatsapp all’on Fabio Venezia e anche lui lo ha visualizzato. Non abbiamo dubbi che darà una risposta ai numerosi cittadini ennesi che lo hanno votato. Abbiamo contattato un consigliere comunale molto attivo , Dario Cardaci, che ci ha dichiarato: “Che un ospedale importante e sempre più attrattivo come il nostro non possa avere la radioterapia è una vergogna. Non prevederlo nemmeno per il futuro mortifica le esigenze di un intero comprensorio che va di gran lunga al di là del Capoluogo e della sua Provincia. Prevedo e per quanto mi riguarda sarò senza dubbio fra i promotori, che avvenga una mobilitazione dal basso che protesti in modo forte ed efficace così come già avvenuto per l’emodinamica, ottenuta grazie anche alle forti pressioni esercitate dalla gente e da chi la rappresenta presso le Istituzioni locali. I temi irrisolti in fatto di sanità sono tanti a partire dall’Hospice chiuso e mai più riaperto per giungere a quell’altra vergogna del CISS. Vorrà dire che fin da subito aggiungeremo anche questa, senza se e senza ma”. Per quanto ci riguarda, seguiremo con attenzione e vigilanza la vicenda e daremo spazio alle istanze delle classi sociali più deboli, tenendo sempre la schiena dritta senza favoritismi nei confronti di questo o di quel politico.