
Il “Reflusso Silente”: problema di molti
Secondo le ultime stime a soffrire di reflusso laringofaringeo è il 20-30% della popolazione. Alcune ricerche indicano che un terzo della popolazione, dei paesi industrializzati, manifesta i sintomi del reflusso con una prevalenza giornaliera che oscilla tra il 4% e il 7%.
Il reflusso laringofaringeo è causato da una incontinenza dello sfintere esofageo superiore, con una conseguente azione irritativa della laringe e della faringe da parte dei succhi gastrici. Questa patologia, nella maggior parte dei casi, si manifesta senza i segni tipici del reflusso gastroesofageo ma con sintomi, tanto “leggeri”, da essere sottovalutati. Il reflusso gastroesofageo è dovuto, invece, ad una incontinenza dello sfintere inferiore dell’ esofago con un’aggressione, dei succhi gastrici, alla mucosa esofagea e il conseguente bruciore e dolore urente retrosternale. Fondamentalmente la disfunzione dello sfintere esofageo superiore è legata, spesso, all’indebolimento dello sfintere inferiore (quello a contatto con lo stomaco) che permette la salita di quantità di succhi gastrici. Non è comunque detto che un soggetto, con reflusso laringofaringeo, possa soffrire o avere i sintomi tipici del reflusso gastroesofageo, per tale motivo, il reflusso laringofaringeo è detto anche “reflusso silente”.
Sintomi Il reflusso laringofaringeo è silente, tanto da passare inosservato, sino all’ insorgenza dei sintomi (spesso sottovalutati). Tra questi (che si manifestano singolarmente o in forma associata) si annotano i più comuni: disfonia (raucedine, afonia, fonastenia), sensazione di corpo estraneo alla gola, disfagia, catarro persistente, tosse cronica e stizzosa, secchezza delle fauci, frequente necessità di schiarirsi la voce, difficoltà a prendere sonno.
Come fronteggiare la patologia:
Postura
Evitare di andare subito a letto dopo aver mangiato; devono passare almeno due ore!
Fare “due passi” dopo i pasti.
Dormire con la testa alzata poggiata su due cuscini o su di un cuscino antireflusso, con un decubito laterale (preferibilmente sul lato sinistro).
Se si sente il bisogno di riposare, dopo il pasto, è ottimale farlo seduti su di una poltrona.
Alimentazione
Orientarsi verso un regime dietetico a basso contenuto di grassi. Evitare fritture, alimenti piccanti, pepe, peperoncino, caffè, cioccolato, the, menta, dolci elaborati, formaggi grassi, panna , burro, carne rossa nonché alimenti acidi quali ad esempio: pomodoro, agrumi, fragole, frutti di bosco, uva, ananas, frutta secca, succhi di frutta, frutta sciroppata, aceto.
I pasti, non devono essere consumati velocemente (masticare lentamente) e non devono essere abbondanti; è ottimale mangiare pasti leggeri, frazionati durante la giornata, garantendo anche una buona idratazione dell’organismo.
Attenti alle piccole abitudini
Escludere il consumo di the, caffè, alcool, bevande gassate.
Non fumare.
Fattori meccanici esterni
Non comprimere l’addome: pertanto non utilizzare abiti, allacciature e cinture, molto stretti in vita. Evitare gli esercizi fisici che aumentano la pressione intra addominale.
Fattori predisponenti
Fattori particolarmente predisponenti sono il sovrappeso e l’obesità, pertanto: dimagrire se si è in eccesso di peso!
Altre condizioni sono: la gravidanza; pasti abbondanti; abitudini voluttuarie sopracitate (fumo, alcool ecc.); scorretta alimentazione per tale patologia; decubito supino subito dopo avere mangiato.
Piccoli accorgimenti di ordine generale
Non sforzare le corde vocali, soprattutto se si ha infiammazione laringea, raucedine/afonia, affaticamento e difficoltà vocale; in queste condizioni è bene evitare orazioni (comizi, convegni, lezioni d’aula ecc.) o gridare o partecipazioni a cori e ad altre attività di canto. Inoltre è bene, per proteggere la gola e le vie respiratorie, non esporsi a correnti d’aria o sostare, soprattutto se sudati, davanti a ventilatori/condizionatori/pompe di calore o a intrattenersi in ambienti che presentano zone con evidenti sbalzi termici. Negli ambienti secchi è bene inumidire l’aria con gli appositi umidificatori.
Diagnosi
Per la diagnosi ci si affida allo specialista otorinolaringoiatra. Lo studio laringoscopico potrà essere completato con altri esami importanti quali la gastroscopia, la pH-metria gastrica ed intra-esofagea e la manometria esofagea (che studia la motilità dell’esofago). Pertanto è necessitano, talvolta, un approccio multidisciplinare con lo specialista gastroenterologo.
Terapia
Oltre ai farmaci che giovano al risanamento della mucosa, spesso edematosa ed arrossata, dell’ipofaringe e della laringe, è utile l’impiego dei medicinali che riducono l’acidità gastrica limitando così l’agente irritativo a livello laringeo.
A tal scopo si utilizzano farmaci che riducono l’acidità gastrica (es. inibitori di pompa protonica o gli anti-H2). Adatte, inoltre, le specialità che fanno da “strato barriera” proteggendo la mucosa (alginati). Infine, per ottenere sollievo, seppur in maniera temporanea, potrebbero essere utili le tisane emollienti e lenitive, come ad esempio quelle a base di Malva o di estratto di Erisimo (Sisymbrium officinale), coadiuvanti per il ripristino della voce.