21 Agosto 2025

Da Medjugorje continua a risuonare l’invito per la pace

di Mario Antonio Filippo Pio Pagaria  

Decine di migliaia di pellegrini, ciascuno con il proprio fardello, carico di dolori, di attese, di speranze, ma anche di gioie e di ringraziamenti per aver ricevuto delle grazie da colei che in lingua croata viene chiamata la “Gospa”, cioè la “Signora” quindi la Madonna. È un pezzo di cielo sulla terra, è il luogo dove gli Angeli si incontrano con gli uomini, è il luogo dove le miserie umane si consegnano, in un intreccio di fuoco di Spirito Santo, al Sommo Creatore, tramite la Vergine Santa perché le purifichi.

Quando si scende dal pullman e si posano i piedi in quella terra baciata da Maria, si avverte un senso di pace. È la terra della pace. Siamo a Medjugorje, comprensorio di Citluk in Bosnia Herzegovina, dove da 44 anni, dal giugno del 1981, si sarebbe manifestata e si manifesterebbe ancora, ad alcuni veggenti, la Madre di Dio, col titolo di “Regina della Pace”, consegnando loro centinaia di messaggi che, per nulla, si discostano dagli insegnamenti di Cristo, quindi dal suo Vangelo. Ci dispiace, non vorremmo utilizzare il condizionale, ma obbediamo, innanzitutto, alla Chiesa, e non la mettiamo in discussione. E la Chiesa, per adesso, poiché il fenomeno delle presunte apparizioni è ancora in corso, non si pronuncia, ma ci piace ricordare Papa Giovanni Paolo II: “Se non fossi Papa andrei a Medjugorje”. Un po’ più realista Papa Francesco che, avendo sentito parlare di speculazioni economiche, ha dovuto “frenare” sui presunti fatti soprannaturali che in questa terra si verificherebbero. Ma non dimentichiamo che il Pontefice argentino, era devotissimo alla Madonna e ha voluto essere sepolto a Santa Maria Maggiore. Francesco ha soltanto voluto vederci chiaro e ha mandato nel 2018 il visitatore apostolico, l’arcivescovo polacco Henryk Hoser, deceduto nel 2021, al quale è succeduto il suo omologo, Aldo Cavalli. Il Papa è giunto alla conclusione, di dire ai fedeli di “Andare, andare e andare”, perché non ha potuto fare a meno di constatare come da quel luogo scaturiscano frutti di grazia spirituale e, anche guarigioni fisiche molte delle quali scientificamente documentate. E poi, gente che dopo quarant’anni, improvvisamente, decide di confessarsi e tornando a casa inizia a frequentare regolarmente i Sacramenti e a recitare il Santo Rosario. Già, proprio in quel luogo, la Madonna avrebbe gridato “Mir, mir, mir!”, che vuol dire “Pace, pace pace”.

Proprio in quel luogo dove ancora risuonano i colpi dei cannoni e delle mitragliatrici del conflitto serbo bosniaco dei primi anni 90, le cui ferite non si sono ancora rimarginate e i morti sanno ancora di fresca sepoltura, a monito per Israele e per la Russia, a monito per tutti gli altri luoghi della terra dove “Ancora non è contenta, di sangue, la bestia umana” (Cit. Guccini), dove ancora due tiranni trattano la pace che non è quella di Cristo invocata da Papa Leone il giorno della sua elezione, ma una pace basata sulla spartizione dei territori e che non turbi gli interessi dei mercanti delle armi, tra i quali molti italiani con buona pace di un governo  e di un’opposizione che non hanno denunciato questo mercimonio.

Solo Papa Francesco lo fece e fu criticato aspramente da taluni. E non mancano i soliti polemisti che pur dicendosi cattolici, fanno sorridere, perché amano la divisione e non sono di Cristo, già, sono quelli che sono di Cefa e sono quelli che sono di Apollo (Cit. San Paolo): si tratta dei cosiddetti “tifosi”, ovvero di quelli che fanno le comparazioni di Medjugorje con Lourdes o Fatima come se si trattasse della Juve e del Real Madrid. Se non si capisce che la Madonna è una e non cento come le squadre di calcio, vorrà dire che necessitiamo di una buona catechesi, magari nel segno di San Pio X senza nulla togliere agli ottimi catechismi di oggi.

Nel piccolo paesino della Bosnia, a trenta chilometri da quella famosa Mostar, dove tanto sangue fu versato, la Madonna non cesserebbe di consegnare messaggi che chiedono la Pace. Può mai venire da satana tutto questo?  E difatti, sono in atto, all’interno della Chiesa, opinioni controverse tra chi crede e gli scettici che non credono nelle presunte apparizioni della Madonna, che tra l’altro, avrebbe anche rivelato ai veggenti, dieci segreti che rivoluzionerebbero l’esistenza umana e che saranno svelati al momento opportuno da un sacerdote.  Sebbene la Chiesa abbia riconosciuto i grandi frutti spirituali delle presunte apparizioni mariane, essendo, il fenomeno, ancora in corso, per adesso non si è ancora pronunciata in merito alla sua autenticità.
Intanto, nella località bosniaca, come anzidetto, si moltiplicano le conversioni e molte persone tornano a casa completamente cambiate.  E poi, la Chiesa ufficiale, è presente: basti ascoltare le catechesi di mons. Cavalli, che integrano pienamente e senz’alcuna contraddizione, la descrizione della figura di Maria che porta a Cristo. Non mancano le testimonianze di uomini e donne che fanno dell’apostolato di Maria la loro ragione di vita. Fra questi Annalisa Colzi, responsabile dell’“Esercito di Maria” e scrittrice, che negli ultimi anni e ancora oggi, ha accompagnato a Medjugorje centinaia di pellegrini, catechizzandoli e non discostandosi di un solo millimetro dai canoni evangelici. Nei suoi occhi si legge l’amore verso il Cristo per mezzo della sua Santa Madre, Maria Santissima. La Collina delle apparizioni (Podbrdo) e il Monte della Croce (Krizevac), dove la gente sale anche a piedi nudi, districandosi tra pietre aguzze in una salita che è metafora della salita penitenziale verso il Calvario, quindi, attraverso la morte, verso la risurrezione di ciascuno, nel corpo e nello spirito. E poi la statua del Cristo Risorto, la tomba di fra Slavko Barbaric, e la gente in ginocchio sulla nuda terra, a dire rosari su rosari, a ricevere la comunione in ginocchio, difficile per noi italiani, abituati alle nostre sobrie e, a volte, routinarie messe domenicali, capire tutto questo. Di Medjugorje ci sarebbe tanto, molto altro da dire, ci sarebbe da parlare delle diverse comunità sorte grazie al soffio dello Spirito che aleggia in quel luogo, come l’Oasi Regina della Pace, uomini e donne consacrati che vivono la loro giornata adorando il Santissimo Sacramento, pregando  e lavorando; la comunità di Suor Cornelia, la “Suora dei bambini abbandonati”, quella di suor Elvira, la “Suora dei drogati”. E poi suor Emmanuelle, la scrittrice francese che dedica la sua vita agli emarginati. Questi e tanti altri sono i frutti di Medjugorje; non basterebbe un enciclopedia a contenerli. Ma noi dobbiamo finire il pezzo perché rischiamo di annoiarvi. Un solo consiglio diamo a voi lettori: andateci e non cercate il sole che trema o le nuvole a forma di croce…non tentate il Signore con questi segni pagani, ma cercate il vero miracolo, quello dell’Eucaristia, dove c’è Gesù vivo. “Cercate il Regno dei Cieli e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”. Da Maria, aggiungiamo noi, prendendoci licenza ma certi che capirete. Siamo sulla via del ritorno e tristi lasciamo quella terra; la nostra guida dice: “Ora comincia la vera Medjugorje, ossia vivere il Vangelo nel quotidiano”. Qualcuno piange… abbiamo lasciato, come diceva Santa Bernadette, “Il Cielo sulla Terra”. Già, Medjugorje, Lourdes, Fatima, Loreto, Guadalupe, e mille altri, tutti luoghi privilegiati, dove l’Uomo ivi recandosi non trova necessariamente la salvezza, ma viene aiutato da Maria, per mezzo dello Spirito Santo, a riflettere, a convertirsi e a cambiar vita nel segno di Gesù Cristo, unico Salvatore e Redentore del Mondo.

 

 

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