
“E’ una vittoria per le nostre scuole l’annullamento del Tar del decreto dell’Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale della Regione Siciliana che approvava il Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica per l’anno scolastico 2025/2026”. Così la segretaria provinciale del PD, Katya Rapè, alla notizia che il Tar ha accolto le motivazioni dei ricorrenti contro il piano di accorpamento del Liceo scientifico “Farinato” al Liceo classico “Colajanni”. Piano che non è più valido e che sicuramente dovrà essere rivisto. “Con i nostri sindaci –afferma Rapè- ci eravamo opposti, in sede di Conferenza provinciale, a qualsiasi ipotesi di dimensionamento che coinvolgesse gli istituti scolastici del nostro territorio. Ricordiamo che soltanto che la proposta di accorpamento del liceo scientifico “Farinato” al liceo classico “Colajanni” venne approvata con i voti favorevoli dei sindaci di centrodestra e l’astensione degli altri, tra cui il sindaco di Enna. Oggi il TAR ci dà ragione: almeno per il momento, i nostri due licei rimarranno autonomi. Questa decisione non deve però indurci ad abbassare la guardia. Dobbiamo continuare a vigilare e a difendere il diritto all’istruzione pubblica di qualità nei nostri territori. Il Partito Democratico provinciale di Enna –conclude Rapè- continuerà a battersi con fermezza contro i tagli alla scuola e contro ogni ipotesi di accorpamento che penalizzi studenti, famiglie e comunità locali. Un ringraziamento sincero va alle sigle sindacali CGIL e UIL, che con il loro ricorso hanno permesso di ottenere questo importante risultato”. Ma quali i motivi presentati dai ricorrenti e accolti dal Tar? 1) “L’Amministrazione regionale non avrebbe tenuto conto della circostanza che il Comune di Enna, ove insistono entrambi gli istituti oggetto di accorpamento, è interamente montano e che, pertanto, nella fattispecie opererebbero le deroghe previste dalla legge regionale n. 6/2000”; 2) che mancava “la prevista acquisizione dei pareri e delle proposte degli organi collegiali degli istituti interessati all’accorpamento e che prima della conferenza provinciale non si è svolto nessun confronto con le istituzioni scolastiche coinvolte, né con le organizzazioni sindacali”; 3) che “nel verbale della conferenza provinciale di Enna del 4 novembre 2024, prodromico al decreto assessoriale impugnato, recherebbe un esito della votazione tenutasi in ordine alla proposta di accorpamento veicolata dall’Amministrazione, che non rispecchierebbe i voti espressi dai partecipanti alla conferenza stessa”. E cioè che, “dei 14 partecipanti alla conferenza medesima, solo in cinque votarono a favore dell’accorpamento, quattro i voti contrari e cinque gli astenuti. Senonché, contrariamente a quanto riportato dal verbale, la proposta non avrebbe riportato la maggioranza dei voti dei presenti, dovendosi ritenere che anche i componenti che si astengono dall’esprimere un voto concorrano a determinare il quorum funzionale e che debbano, quindi, essere computati per determinare la maggioranza dei votanti. In sostanza l’azione dell’Amministrazione nella fattispecie sarebbe illegittima, non essendo stato in effetti approvato il piano da parte della conferenza provinciale di organizzazione della rete scolastica”.