
Oggi più che mai assistiamo passivamente al tramonto dell’Europa. Mi chiedo: che fine ha fatto l’Europa dei padri fondatori, quell’Europa unita, pacifica e prospera, nata dalla cooperazione e dalla solidarietà tra gli Stati. Oggi l’Europa non fa più sentire la sua voce profetica sul mondo che era il sogno dei padri fondatori, ci stiamo abituando al suo silenzio, ad avere sempre più un ruolo marginale o peggio ancora errato rispetto alla geopolitica mondiale. Essa guarda i grandi scenari che si consumano sotto i nostri occhi da semplice spettatrice di scenari che non riesce più a cavalcare. Il mondo grida e fa sentire la sua voce sui grandi temi politici e sociali e noi europei sembriamo addormentati, assopiti! Oggi abbiamo bisogno di un risveglio delle coscienze in Europa, ciascuno di noi dovrebbe sviluppare la propria coscienza sociale. Gli uomini e le donne europee dovrebbero tenere sempre aperte le loro orecchie, i loro occhi e il loro cuore ai disagi e alle ingiustizie che colpiscono gli uomini e le donne del nostro tempo. Gli europei dovrebbero mettersi in gioco di più e partecipare più attivamente alla vita politica, fare loro il disagio che la politica sta attraversando ormai da troppo tempo. Non basta che l’Europa si dichiari pacifista ma che lo
dimostri nei fatti, laddove c’è la guerra non può non offrire tavoli autentici e robusti di mediazione.
Per questo motivo, da giovane europeo, mi sento fortemente chiamato a fare qualcosa: non si tratta di sostenere un pensiero populista, ma di desiderare e di sognare ancora che l’Europa torni ad essere un continente unito, che ami e sostenga la democrazia, che la sappia difendere da chi la minaccia, che si sappia fare ambasciatrice di democrazia tra i popoli e che per questo miri a finanziare la ricerca scientifica a sostegno delle malattie rare, un’Europa che cerchi di intraprendere una politica estera unica, che abbia a cuore l’uomo così come ha a cuore l’economia, ma soprattutto un’Europa che si adoperi per il disarmo mondiale. Desidero un’Europa che si preoccupi di aiutare quegli stati che rimangono più indietro rispetto allo sviluppo economico e sociale.
Credo che sia possibile realizzare tutto questo, se ciascuno Stato europeo considera la propria sovranità nazionale più come un bene da donare anziché un diritto da proteggere. In questo modo l’unica vera sovranità da difendere è quella europea e non quella dei singoli Stati nazionali. Si tratta di costruire un’Europa che non si mostri con arroganza, ma che sia capace di accettare la correzione, di riconoscere eventuali errori e di cambiare idea. Si tratta di sognare un’Europa capace di chiedere scusa, di offrire strategie di pace per i paesi in guerra, di offrire asilo ai perseguitati, di accoglie chi decide o trova la forza di ribellarsi a qualsiasi forma di schiavitù che schiacciano l’uomo. L’unica sovranità che l’Europa dovrebbe rivendicare e quella di schierarsi con chi viene perseguitato, ancor di più se bambini.
Credo che sia possibile realizzare tutto questo, se ciascuno Stato europeo considera la propria sovranità nazionale più come un bene da donare anziché un diritto da proteggere. In questo modo l’unica vera sovranità da difendere è quella europea e non quella dei singoli Stati nazionali. Si tratta di costruire un’Europa che non si mostri con arroganza, ma che sia capace di accettare la correzione, di riconoscere eventuali errori e di cambiare idea. Si tratta di sognare un’Europa capace di chiedere scusa, di offrire strategie di pace per i paesi in guerra, di offrire asilo ai perseguitati, di accoglie chi decide o trova la forza di ribellarsi a qualsiasi forma di schiavitù che schiacciano l’uomo. L’unica sovranità che l’Europa dovrebbe rivendicare e quella di schierarsi con chi viene perseguitato, ancor di più se bambini.
Quanto sta succedendo a Gaza in questo momento non può lasciare l’Europa guardare da lontano. Quanta difficoltà le istituzioni europee stanno trovando nel dichiarare apertamente gli atti criminali che si stanno consumando da più di un anno. Quanta difficoltà nel dichiarare criminali tutti coloro che per “debellare Hamas” bombardano ospedali e scuole, provocando la morte di migliaia di civili innocenti.
Sapete quanti bambini sono morti a Gaza dall’inizio del conflitto Israelo-Palestinese?
Sapete quanti bambini sono morti a Gaza dall’inizio del conflitto Israelo-Palestinese?
Sono più di 40.000. Io li ho solo numerati ma quei bambini non erano numeri, erano esseri umani, bambini che hanno l’unica colpa di essere nati nella parte sbagliata della terra, che non hanno avuto neppure il tempo di sognare.
Mi entusiasma l’idea di una nuova sovranità che l’Europa dovrebbe raggiungere, ma questo obiettivo richiede un bilanciamento tra autonomia e responsabilità.
Autonomia da cosa? Da ogni forma di nazionalismo che rivendichi una qualche forma di superiorità, cioè libera da quell’odio che ostacola l’amore, la serenità e la gioia. L’autonomia riguarda anche la pressione economica che schiaccia i più deboli e incentiva i più potenti, come nel caso delle grandi aziende tecnologiche a livello globale che secondo alcune inchieste giornalistiche evadono le tasse degli stati europei.
Responsabili per cosa? Per amare. Ad esempio, nella carta costituzionale europea sarebbe bello trovare un articolo sull’amore. È vero, l’Amore non avrebbe bisogno di leggi, anzi la legge e l’amore sono due cose molto diverse. Inoltre, se l’amore venisse inserito in un articolo della costituzione, allora gli altri articoli non avrebbero più senso. Anche se l’amore non venisse inserito in un articolo della costituzione comunque sarebbe necessario al legislatore per superare sé stesso e dare valore alle proprie idee, per innalzare la dignità dell’uomo perché solo quest’ultimo divenga il centro di ogni agire politico. Una scelta politica che rincorra gli andamenti di mercato rischia infatti
di privare l’uomo della sua dignità.
La responsabilità di ogni azione politica – mossa dall’amore per gli uomini e le donne e per il bene comune da raggiungere – attiva tutte le altre forme di responsabilità e di leggi. Possiamo così immaginare il preambolo della nuova carta costituzionale dell’Europa: “ogni uomo, ogni donna così come i legislatori e i governanti siano sempre ispirati dall’unica legge dell’amore”.
Infine, chiedo a coloro che si ostinano a sostenere il nazionalismo in Europa: credete sia giusto pensare all’eutanasia dell’Europa – l’Europa di oggi che versa in gravi condizioni – oppure rimboccarsi le maniche, desiderando e lavorando, per un’Europa migliore come quella che sognavano i padri fondatori? Non sarebbe meglio un’Europa coagulante di diverse forze e di diverse culture? L’Europa non è forse nata per riunire popoli diversi anziché per difendersi? Chi ha desiderato tanto l’Europa non l’ha forse pensata come una cerniera tra popoli che unisce anziché una frontiera che divide?
Sono questi gli ideali che accedono in me il desiderio di un’autentica appartenenza all’Europa. La stessa etimologia greca della parola Europa significa “ampio sguardo”: è questa visione ampia e universale che noi europei dovremmo riscoprire per tornare a sentirci fratelli eredi della stessa storia e costruttori dello stesso futuro.