il nuovo libro del giovane Vincenzo Camilleri

Storia della Chiesa e della Confraternita del SS. Crocifisso dell’olmo

Un testo avvincente e raffinato, scientifico e popolare, aulico e semplice”

di Concetta Santagati

Mazzarino. La storia del Santissimo Crocifisso dell’Olmo si fa a “carte scoperte”. Ancora una volta il giovane Vincenzo Camilleri impreziosisce l’antologia storico-religiosa e popolare mazzarinese e questa volta lo fa con uno dei volumi più attesi dai mazzarinesi: “Storia della Chiesa e della Confraternita del SS. Crocifisso dell’olmo, dalle origini ad oggi” edizioni Lussografica. Dopo 5 anni di lavori di restauro, la riapertura della chiesa “du Signuri di maju” in occasione della festa del Compatrono (domenica 11 maggio), è segnata da un’operazione coraggiosa e neutrale di ricostruzione storica la quale, pur conservando il mistero e il fascino della tradizione, regala lumi di verità che mettono a nudo gli errori del passato. Spinto dalle scoperte del prof. Antonino Cassarà circa la verità sul terremoto del 1693 il giovane Camilleri ha scandagliato le fonti disvelando congruenze sopite e ridando autenticità ad una devozione antica che vede ogni anno Mazzarino rinnovare il suo “grazie al Signore” con i fatidici “viaggi” e gli omaggi floreali delle margherite gialle. Il testo è stato definito “avvincente e raffinato, scientifico e popolare, aulico e semplice” da tutti i relatori intervenuti alla partecipata presentazione (il sindaco Mimmo Faraci, il dott. Vincenzo Ferrigno autore della prefazione, il presidente di Sicilia Antica Salvatore Alessi promotore dell’evento, la preside Adriana Quattrocchi, il presidente della proloco Filippo Bonifacio). Tanta la gratitudine dei confrati (con il superiore Salvatore Camilleri) protagonisti del solenne maggio mazzarinese. Il dialogo tra il prof. Gaetano Lidestri è l’autore ha esposto al pubblico i principali “quadri storici” di un racconto che parte da lontano e che avvolge come in una matassa tutti gli elementi della tradizione: chiesa, riti, eventi calamitosi, date storiche, confraternita, memorie orali ed epistole, statuti e atti notarili, visite pastorali, aneddoti e personaggi veri e leggendari. Partendo dai vuoti storici l’autore avverte il bisogno di andare oltre e indagare sugli spazi viaggiando tra le carte di archivi storici della Sicilia. Basta dare uno sguardo all’appendice del libro per vedere come Camilleri, distante dai giudizi contaminati, affida alle carte la parola, tenendo a ribadire e rivendicare il ruolo sociale dello storico che attraverso la ricerca porta chiarezza alla confusa e problematica oralità spesso responsabile della pesante impronta lasciata nei secoli. “Non si tratta di magia – afferma Camilleri – non siamo prestigiatori. Lo storico deve giocare a carte scoperte. Nulla è segreto o inaccessibile. Allo storico non è permesso barare quando maneggia documenti e fonti. La chiesa non è mai stata rasa al suolo dal terremoto poiché l’evento calamitoso non ha prodotto danni né a cose e né a persone e questa verità storica cambia e trasforma la direzione della tradizione e segna un nuovo spartiacque tra il prima e il dopo. Un errore, anche se fatto in buona fede, può generare altri errori e per questo bisogna ridare una collocazione alle cose e ai fatti”. Con riscontri incrociati e integrazione di dati Camilleri consegna alla città la conferma di una venerazione antichissima che risale al ‘500 e che quest’anno vede gli oltre 1300 confrati in fermento per far rivivere le emozioni di una festa che è primavera, gioia e fede.

Foto: l’autore del libro, il ventunenne Vincenzo Camilleri

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