
Nel suo messaggio per la prossima Pasqua il vescovo mons. Rosario Gisana ci annuncia “la paternità di Dio – che – è una paternità benevola, sollecita e prodigale”.
Il Vescovo ricorda che se dal punto di vista umano vorremo un Dio “rigoroso, severo, intransigente”, Dio da come lo ha proposto Gesù attraverso il modo in cui lo invoca e richiama la sua presenza è “padre” nel senso di chi ha nei confronti dei figli un atteggiamento indulgente, o per meglio dire con i padri della Chiesa “condiscendente”.
“Per noi – continua ancor nel suo messaggio – oggi Pasqua significa: un passaggio certo di conversione in prospettiva sempre più evangelica, ma anche di comprensione, su quello che è Dio: un padre amorevole verso tutti, al di là di chi siamo e come si possa a lui corrispondere. Il Vescovo ricorda che la passione di morte e risurrezione di Gesù è l’acme di questa bontà incommensurabile, alla quale bisogna abituarsi, cercando di mutare con prontezza la nostra relazione con gli altri. Se vogliamo cioè intendere il mistero di Dio, il mistero pasquale inaugurato da Gesù, occorre che ci si decida a essere più buoni e pazienti, giacché la benevolenza fraterna è l’unica possibilità che ci rimane per sintonizzarci con la singolarità di tale rivelazione”.
La pasqua è una scelta di vita, stando dalla parte di chi impara ogni giorno a essere misericordioso come lo è Dio, descritto stupendamente da Gesù nella parabola di quel padre che additò ai suoi figli la bellezza di ritrovarsi fratelli (cfr. Lc 15,11-32), grazie a un modo di essere buoni che prescinde da qualsiasi tornaconto umano.