
Dal 1° marzo 200 giovani navigheranno nel bacino del mediterraneo per costruire rapporti di fraternità.È tutto pronto per salpare sulla ‟Bel Espoirˮ, una goletta a tre alberi che durante i prossimi 8 mesi percorrerà il Mediterraneo da una sponda all’altra, con l’obiettivo di rafforzare la pace attraverso il dialogo e l’incontro così da vivere, in altro modo, il giubileo dei giovani. Questo il viaggio giubilare ispirato dalla lezione di fraternità di Papa Francesco. Il tutto è nato in seguito agli incontri del Mediterraneo tenutisi prima a Bari (2020) e poi a Firenze (2022), Marsiglia (2023), Tirana e poi a Palermo (2024). In quest’anno Giubilare, l’incontro diventerà un pellegrinaggio di speranza che navigherà mettendosi in ascolto delle diverse realtà dei territori che compongono il Mare Nostrum.Le parole di Papa Francesco rivolte ai giovani durante il ‟Med24ˮ sono stati e rimangono un invito forte all’azione: «Cari giovani che venite dalle cinque sponde del Mediterraneo: voi, la nuova generazione, siete il futuro della regione mediterranea». Così come è risuonato con forza l’appello è stato fatto, anche Bari nel 2018, ai capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente: «Non le tregue garantite da muri e prove di forza porteranno la pace, ma la volontà reale di ascolto e dialogo».La spedizione marittima Med25, lanciata dall’arcidiocesi di Marsiglia in collaborazione con Mar Yam, un’associazione impegnata nello sviluppo della cultura dell’incontro e del dialogo, e Bel Espoir – AJD, un’associazione che mira a trasformare l’esperienza marina in pedagogia della fraternità, insieme alle diocesi coinvolte, vedrà i giovani testimoni della multiculturalità e dell’interreligiosità. Pertanto è un’occasione per promuovere la Pace nelle parrocchie e nelle diocesi coinvolgendo i giovani in una iniziativa altra del giubileo per loro. L’iniziativa parte direttamente da Papa Francesco che ha affidato l’incarico, principalmente all’arcivescovo di Marsiglia, al cardinale Jean-Marc Aveline. Egli ha dichiarato: «Il Papa mi ha chiesto di promuovere un lavoro preparatorio per quella che potrebbe essere una rete del Mediterraneo». Molti sono i semi sia quelli rintracciabili nella memoria del pensiero cristiano del mediterraneo, che recenti; essi hanno dato vita a questa iniziativa, irrobustendo, le radici, antiche e nuove, di questa nave-scuola per la pace, vi è indubbiamente il discorso pronunciato da Giorgio La Pira negli anni ’50 davanti ai sindaci delle capitali per la costruzione della pace. Lo ha ricordato il cardinal Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, durante la conferenza che si è svolta giovedì 20 febbraio presso la Sala Stampa della Santa Sede.La rete ha preso corpo, coinvolgendo alcuni vescovi e diocesi sino ad estenderla alle regioni nelle quali le Diocesi operano. L’iniziativa, dunque ormai, ha coinvolto attivamente alcune città e diocesi italiane in cui l’imbarcazione si fermerà, ma estendendo il progetto alle rispettive conferenze episcopali regionali. In Sicilia la ‟nave-scuola della pace” attraccherà il prossimo 29 marzo a Palermo, poi sarà la volta di Trieste (a metà agosto), Ravenna (a fine agosto), Bari (a settembre) e Napoli (a ottobre). Trenta i porti del Mediterraneo che toccherà. Una rete ecclesiale in cui la fraternità unirà le sponde. Oggi è tempo di andare contro corrente per essere fedeli al Vangelo, allora bisogna agire e «Mentre in troppi spingono per la guerra che continua a incendiare il bacino, c’è bisogno di accendere una ‟contro fiamma” che metta al centro l’amicizia e la giustizia e quindi si traduca in cultura di pace» e questo è un processo di crescita in consapevolezza, esperienza e operosità che spingerà ad acquisire una mentalità nuova. Il Mediterraneo ha bisogno di un’anima nuova, ha precisato monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, evidenziando ancora una volta la necessità di costruire ponti e non muri. «In un mondo sempre più frammentato – ha aggiunto l’arcivescovo – è tempo di osare, e di osare con audacia» per «trasformare il Mediterraneo in un laboratorio di comunione». La nave per otto mesi, durante l’Anno Santo, solcherà il grande mare e avrà a bordo fra i 150 e i 200 giovani in ogni porto, e a questi si uniranno i diversi giovani provenienti dalle diocesi per alzare un grido di pace frutto del dialogo. La giornata sarà animata dai giovani stessi perché loro vorranno essere i protagonisti nei vari campi dalla cultura all’arte allo scambio di esperienze concrete. La nave dei giovani dà concretezza a questa sua visione dal basso e questo è il desiderio del Papa: che “la Chiesa si faccia promotrice di comunione fra i popoli…”.All’evento saranno presenti giovani di fedi, culture e tradizioni diverse. Questi saranno «messaggeri di una nuova convivenza per il Mediterraneo». Potremmo definire il veliero « nave dell’ascolto delle ferite del bacino e delle risorse, in grado di trasformarlo» alla scuola dell’intuizione del Papa ‟Fratelli tutti”. «A bordo i ragazzi vivranno un’esperienza che obbliga alla convivenza e alla conoscenza, per chi li raggiungerà, in ogni porto da terra, e sarà lì ad accoglierli e potrà fare una esperienza vera giubilare perché si ‟lascerà attraversare dal diverso” e potrà, a sua volta, attraversare l’altro ed entrambi saranno ‟nell’unico luogoˮ, sostando ‟lìˮ nell’essere umanità nuova di fraternità. L’iniziativa diverrà: nave di dialogo e di pace, strumento pedagogico di fraternità. Ad ogni tappa verranno proposti incontri, convegni e festival. Il veliero, terminata la traversata, approderà a fine ottobre, nuovamente, a Marsiglia dove si concluderà la navigazione. Durante il viaggio verrà scritto un libro bianco o azzurro che racconterà le frontiere di pace sperimentate dai giovani.