
Venerdì 24 gennaio, presso l’Hotel Villa Sturzo, nell’ambito del Progetto Policoro (Giovani-Vangelo-Lavoro) ha preso il via l’XI corso di formazione all’impegno sociale e politico, diretto da don Tino Zappulla. L’obiettivo di questo nuovo corso, ha detto Zappulla, “non è semplicemente fare una serie di incontri formativi ma innescare processi di partecipazione civile e sociale. Anche noi, come a Trieste, vogliamo andare al Cuore della democrazia”. Il nostro futuro, dice ancora il direttore Zappulla, “richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere”. Protagonista della serata è stato il prof. Ludovico Albert, esperto in problematiche educative, che ha parlato in una sala attenta ed affollata su “Scuola: educarsi alla partecipazione”, che vede “Una scuola disuguale, per povertà educativa, per crescita delle disuguaglianze, per parità di accesso e per parità di buone opportunità per tutti” e quindi occorre invertire la rotta attenzionando e attraverso “Le risorse del Pnrr: un’occasione mancata? Gli insegnanti faticano a capire i giovani; Un’educazione bancaria; Incertezza del futuro: inadeguatezza Vs autostima; Insegnante Vs educatore; La scuola da sola nei contesti difficili non ce la fa; Una scuola ospedale? Una scuola generativa di domanda di istruzione; Alleanza Con il Terzo Settore; Personalizzazione è anche relazionalità; Interprofessionalità insegnante educatore; Insegnante educatore”. Essendo il 24 gennaio “Giornata dell’educazione”, l’Onu ha specificato, ha detto il relatore, che: “il sapere è alla base dello sviluppo ed è la conoscenza diffusa a determinare la forza delle economie e il rapporto tra queste e la sostenibilità sociale e ambientale; la conoscenza è un diritto di tutti. E’ quindi un giorno di riflessione. La principale questione educativa italiana è la povertà educativa”. Sulla “povertà educativa”, ha sostenuto il prof. Albert, in Italia pochi giovani su 59 milioni di persone solo 9,8 sono minorenni, il 16,2%. Uno degli indici di vecchiaia più alti del mondo; 1,4 milioni di questi sono in povertà assoluta, 2,2 in povertà relativa; l’abbandono scolastico è il 10,5%, ma 20 nel Sud (Sicilia 18,8%) e in tutte le periferie del Centro-Nord. Un bimbo non povero e figlio di genitori scolarizzarti ha il triplo di probabilità, rispetto ad un coetaneo povero, di scrivere bene e di capire ciò che legge, sapere la matematica, comprendere il mondo, fare uso avvertito delle tecnologie, essere cittadino. Se un quarto del nostro futuro rischia di restare lontano dal sapere atto a produrre beni, servizi, partecipazione, vi è, ha detto ancora il relatore, “una serie questione di diritti e al contempo una seria ipoteca sullo sviluppo della nazione”. Per fortuna, ha detto infine il prof. Ludovico Albert, “ci sono molte cose belle, spesso sorprendenti, già realizzate dalle scuole e dal Terzo settore, spesso insieme e il nostro Paese ha in Costituzione il principio di sussidiarietà. Dopo ampio e partecipato dibattito, in una società ancora prigioniera della cultura dello scarto, Don Tino Zappulla ha chiuso l’evento con le parole di Papa Francesco “Vi chiedo di essere protagonisti e non spettatori del futuro; insieme, non da soli; in rete, passando dall’io al noi”.