
Un“8XMille” che porta la speranza ai dimenticati
#Unitineldono
@unitineldono
Portare la speranza ai dimenticati. È l’impegno che Young Caritas della Diocesi di Piazza Armerina porta avanti verso i carcerati. Progetti, iniziative e laboratori vengono portati avanti, grazie all’impegno dei cappellani delle tre case circondariali della Diocesi (Enna, Gela e Piazza Armerina) e dei diversi volontari, molti dei quali giovani di Young Caritas.
Modi diversi, attraverso i vari progetti, per essere vicino ai carcerati ma anche ai familiari degli stessi detenuti.
L’anno appena concluso ha visto una serie di progetti portati avanti da Young Cariras che sono diventati una mano tesa nei confronti di “chi ha sbagliato”, grazie anche all’8×1000 che diventa una presenza fatta di piccoli gesti, di mani tese, di momenti di conforto.
UN LABORATORIO TEATRALE, che ha portato in scena nel mese di maggio sia gli ospiti della Casa Circondariale e sia i giovani provenienti da gruppi giovanili della diocesi che hanno aderito alla proposta di Young Caritas. Il laboratorio è stato condotto da Stefania Libro e dal diacono Filippo Marino volontari Caritas che da anni promuovono laboratori educazionali presso gli istituti penitenziari della diocesi. In realtà i volontari seguono in parallelo due laboratori, il primo dentro l’istituto penitenziario il secondo all’esterno con i giovani. I due laboratori si sono poi fusi, quando i giovani hanno avuto il permesso per entrare presso la struttura penitenziaria di Enna.
In scena è andato il dramma de “I Malavoglia” di Giovanni Verga. Un testo non semplice, che è stato arricchito dai sogni dei personaggi, che nei mesi precedenti alla rappresentazione hanno lavorato insieme ai volontari per tirare fuori una prospettiva diversa rispetto alla classica lettura che se ne fa dell’opera.
Sono state tre le “messa in scena”. Le prime due rappresentazioni teatrali hanno visto tra gli spettatori gli ospiti della casa circondariale, mentre l’ultima ha avuto come pubblico gli stessi parenti degli attori. Quest’ultima ha portato con sé un’elevata carica emotiva. La rappresentazione è stata molto apprezzata dal pubblico il quale ha applaudito, ha riso e si è commosso.
Notevole è la sinergia messa in campo per la realizzazione del progetto. L’attività teatrale della Caritas è sostenuta sia dalla direzione del penitenziario, dr.ssa Di Franco, che dall’area trattamentale, dr.ssa D’Amore, e trova il supporto della Polizia penitenziaria dell’istituto ennese, nonché del cappellano, padre Giacomo Zangara, il quale non ha voluto fare mancare il suo sostegno calcando lui stesso il palcoscenico.
Il successo dello spettacolo “Io sono Dante’ del precedente laboratorio teatrale ha rafforzato negli operatori l’idea che il teatro possa essere uno strumento efficace per lanciare un messaggio di valenza socio-riabilitativa, offrendo agli allievi detenuti una possibilità di reinserimento nella società. Un modo di dare speranza.
“LA PARTITA CON MAMMA E PAPÀ”, l’iniziativa europea “bambinisenzasbarre”.
Nelle tre carceri, della diocesi di Piazza Armerina, si è svolta la “Partita con mamma e papà“, iniziativa che promuove incontri tra genitori detenuti e figli, organizzata da “Bambinisenzasbarre” in collaborazione con il Ministero di Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. L’evento è parte di un progetto che coinvolge numerosi istituti penitenziari italiani. Anche quest’anno la Caritas diocesana insieme a Young Caritas ha sostenuto tale iniziativa. La proposta è stata accolta con grande partecipazione sia a Gela, a Piazza Armerina che a Enna, grazie alla proficua attività svolta dall’area trattamentale delle tre case circondariali e all’impegno della Polizia penitenziaria, nonché dei relativi direttori.
Le partite sono iniziate con la benedizione delle famiglie da parte dei cappellani, padre Ilario, padre Giacomo e padre Raimondo, i quali con tanto amore, con l’aiuto di diversi volontari, supportano le fragilità degli ospiti delle Case Circondariali.
Genitori e figli hanno condiviso ore di svago e spensieratezza. L’edizione 2024, ha avuto anche un significato particolare, celebrando i dieci anni della firma della “Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti“. La giornata ha puntato a sensibilizzare sull’importanza dell’inclusione sociale e della tutela dei diritti dei bambini, spesso vittime di pregiudizi e discriminazioni a causa della condizione dei propri genitori.
Alle “partite” giocate nelle tre casi circondariali, si è aggiunto l’evento “GIOCHIAMO A GIOCARE”, promosso ed organizzato dalla Caritas diocesana e dalla Young Caritas, presente con diversi giovani della Diocesi, coordinati dalla instancabile volontaria Stefania Libro, i quali hanno condotto giochi di gruppo ed hanno animato le mattinate ed organizzato il rinfresco offerto dalla Caritas diocesana. Osservare come questi giovani si sono spesi in questa attività, rende il tutto ancora più prezioso e da speranza per un futuro migliore.
Poter giocare a pallone con i genitori non è facile per i figli dei detenuti, ma addormentarsi tra le braccia di papà è ancora più raro, quasi un sogno di difficile realizzazione, ma è accaduto, proprio nell’ultima partita svoltasi a Gela il 4 novembre, nessuno dei volontari presenti potrà mai dimenticare tanta tenerezza.
La giornata si è conclusa tra sorrisi, abbracci e saluti emozionati e dove è stato permesso con foto istantanee, per l’occasione doppia, così che il papà ha potuto portare con se la foto e il figli altrettanto. Anche se alla fine ciascuno ha ripreso il proprio cammino, l’esperienza ha donato a tutti, e soprattutto ai bambini, ore di serenità, creando ricordi preziosi per chi vive una realtà difficile e spesso segnata dall’assenza. Questi eventi sono un piccolo, grande esempio di quanto sia importante sostenere il diritto dei bambini a vivere momenti di normalità e vicinanza affettiva, ricordando che “i diritti dei grandi cominciano dai diritti dei bambini”.