Il progetto è nato dalla dall’evidenza di un bisogno educativo che si stava notando tra i bambini della scuola primaria e tra i ragazzini della scuola secondaria di primo grado: gli insegnanti di Religione del territorio, non soltanto di Aidone ma dell’intera diocesi, stavano notando che l’emergenza educativa e le necessità che finora erano state evidenziate tra i ragazzi di scuola superiore o nei ragazzini che stavano per terminare la scuola secondaria di primo grado, scendevano man mano di età; le stesse esigenze e gli stessi bisogni educativi si presentavano già tra il secondo e terzo
anno delle primarie; si avvertiva perciò l’esigenza di aiutare i bambini a crescere nella coscienza di cittadini.
Nasce così il progetto di cittadinanza attiva “Cresciamo e cambiamo” proposto dall’ufficio di progettazione della Caritas diocesana, diretto dal diacono
Salvatore Farina, a quella Nazionale, nell’ambito Fragilità minorile. È stato approvato perché fosse realizzato nelle due comunità di Mazzarino e di Aidone e finanziato con i fondi dell’8xmille.
Anna De Martino, responsabile Caritas di Aidone, lavorando come insegnante nella scuola primaria si era accorta come situazioni di disagio, difficoltà relazionali, episodi di bullismo, finora visti come problematiche attinenti l’adolescenza, riguardasse anche le fasce di bambini sempre più piccoli. Da qui l’esigenza di intervenire con i bambini in sinergia con le realtà educative, le famiglie, la scuola, le parrocchie e il volontariato molto attivo all’interno della Caritas locale.
Il progetto si è svolto in due fasi, una prima tra maggio e giugno con gli incontri con la psicologa, la dott.ssa Vissia Bilardo e un esperto legale, la dott.ssa Giusi Anzalone, con il supporto delle operatrici volontarie Caritas, che durante l’anno scolastico avevano seguito alcun bambini nell’attività di aiuto nello studio, il cosiddetto doposcuola. I bambini sono stati anche coinvolti nel laboratorio di ceramica gestito dal sig. Rosario Tornetta e hanno incontrato, nell’aula consigliare del Comune di Aidone, la sindaca Anna Maria Raccuglia e membri del Consiglio Comunale e della Giunta a cui hanno esposto le loro esigenze e quelle che ritenevano siano le maggiori carenze per una città a misura di bambino.
La seconda fase, da settembre in poi, si è svolta a scuola con le classi quarte e quinte della Scuola Primaria del plesso Scovazzo, coordinate dalle maestre Anna De Martino e Tiziana La Versa e le due prime della scuola secondaria di primo grado coordinate dalla prof.ssa Maria Rosaria Restivo; tra loro c’erano anche tutti i bambini che avevano partecipato all’attività precedente.
In entrambe le fasi l’obbiettivo principale è stato quello di favorire l’integrazione dei minori nel proprio territorio di appartenenza mediante azioni di formazione e di informazione su tematiche di interesse collettivo, promuovendo la partecipazione alla vita sociale, anche attraverso un percorso di educazione all’affettività e a momenti informativi sul bullismo e il cyberbullismo.
La cerimonia di conclusione si è tenuta il 21 novembre. Con una scelta felice e coerente con il percorso di legalità e civismo, seguito fin dal primo momento, la chiusura si è fatta coincidere con due eventi importanti nel percorso didattico: la giornata dei mondiale Diritti dei Bambini, che si celebra il 20 novembre, e la Festa dell’Albero. Come ha affermato la maestra Tiziana La Versa “per volontà degli insegnanti, si sono volute coniugare entrambe le ricorrenze, perché metaforicamente i bambini ed i ragazzi sono paragonabili a tante piccole piantine pronte a crescere e a dare i frutti se gli adulti vorranno prendersi cura di loro. Ci si farà carico dei loro timori ed emozioni per creare un clima sereno ed amichevole, che li faccia sentire protagonisti della nuova esperienza. I bambini e i ragazzi, che saranno i futuri uomini e donne del domani, hanno il Diritto ed il Dovere di crescere,
di vivere pienamente la vita e costruirla in modo sano e rispettoso”.
La manifestazione finale ha avuto luogo in due momenti. La prima, nel cortile del plesso Scovazzo. Con la partecipazione di tutti bambini del plesso, che si sono esibiti nei canti, si è proceduto alla piantumazione di un albero e di bulbi e bombe di semi.
Il secondo momento si è svolto nell’auditorium della scuola media Cordova alla presenza del vescovo mons. Rosario Gisana, della dirigente scolastica Alessandra Messina, del sindaco Annamaria Raccuglia, del vicario foraneo don Carmelo Cosenza, del direttore della Caritas Diocesana, il diacono Mario Zuccarello, di Paola Dimarco della Caritas cittadina, di Franca Ciantia coordinatrice del Doposcuola e di una rappresentanza dei genitori. I bambini hanno declinato nei vari linguaggi i loro diritti e hanno riflettuto anche sul senso di cittadinanza e sulle problematiche di
massima attualità legate agli episodi di bullismo e cyberbullismo.
I protagonisti del progetto lo hanno illustrato e ne hanno tratto le conclusioni. Per dirlo con le parole della dott.ssa Bilardo “con entusiasmo e abilità i bambini sono riusciti a mostrare al pubblico i contenuti appresi, parlando di emozioni, rispetto ed empatia, attraverso balli, canti e scenette. Sembra proprio che dal semino piantato nel loro cuore sia già spuntando un piccolo germoglio.”
Ai bambini è stata donata una matita magica che porta sulla testa una capsula biodegradabile contenente dei semi -come afferma Paola Dimarco-, “semi di gentilezza, di bontà, di rispetto, di solidarietà, di condivisione, di aiuto reciproco. Una volta piantata la matita rilascerà i suoi semi e farà germoglierà la nuova piantina. La matita libera del seme potrà servire per scrivere insieme una storia nuova”.[su_custom_gallery source=”media: 10650,10651,10652″ limit=”100″ link=”lightbox” title=”always”]