Ad Aidone da sei anni, nei locali della parrocchia santa Maria La Cava, va avanti l’esperienza di aiuto nello studio per i bambini della scuola primaria e media nello svolgimento dei compiti di casa. Diversi insegnanti volontarie offrono il loro tempo e la loro competenza. L’iniziativa su impulso dei sacerdoti del Vicariato è nata all’interno del Centro di Ascolto attivato nella sede della Caritas Cittadina. E di sera per i ragazzi più grandi, l’opportunità di ritrovarsi per stare insieme a giocare, vedere un film o discutere.
“Ho scoperto di questa bellissima esperienza grazie ad alcune docenti, sicuramente é un’esperienza molto utile per i nostri bambini, vengono molto volentieri e ritornano soddisfatti del pomeriggio passato tutti insieme a fare i compiti. È un grandissimo aiuto per i bambini ed anche per i genitori soprattutto, per chi lavora… ringrazio voi per la vostra disponibilità e costanza” questo è uno degli attestati di stima ricevuto dalle docenti volontarie che offrono il loro tempo e la loro competenza per supportare i bambini della scuola primaria e media nello svolgimento dei compiti per casa, aiutarli a superare le difficoltà e lacune e acquisire autonomia nello studio. L’iniziativa, ormai giunta al suo sesto anno, è nata all’interno del Centro di Ascolto attivato nella sede della Caritas Cittadina, su impulso dei sacerdoti del Vicariato. Si è capito che non bastava dare la disponibilità ed aspettare per accogliere e “ascoltare” ma che era più utile andare a cercare chi aveva bisogno. La scelta del salone di Santa Maria La Cava, nella omonima parrocchia, è stata strategica perché in posizione più centrale, ma le sedi delle altre parrocchie sono state disponibili al bisogno. Così come ci dice questa mamma alcuni docenti hanno accolto di buon grado questa possibilità e ne hanno parlato con i genitori che a loro volta sono stati ben felici di cogliere questo aiuto. È molto importante che i piccoli trovino accoglienza all’interno della chiesa, oltre alle ore di catechismo che spesso vengono sentiti come un obbligo. Sanno che possono venire liberamente quando hanno bisogno, senza obbligo di alcun genere, e nel frattempo i più grandicelli sono venuti anche a contatto con l’attività dell’oratorio per vivere la parrocchia come un punto di riferimento (per tre sere la settimana diversi adolescenti si ritrovano insieme per giocare, vedere un film, discutere con la presenza di un sacerdote). Due volte alla settimana per due ore consecutive i bambini vengono accolti dagli insegnanti, abituandosi a lavorare con chi trovano disponibile in quel momento e quindi a relazionarsi con persone e metodi differenti; questo, abituandoli a confrontarsi con persone diverse, fortifica il loro senso di autostima. Spesso, tra compagni di classe svolgono i compiti insieme, in un rapporto di reciproca collaborazione e socialità. In questi anni sono aumentati sia il numero di insegnanti che di ragazzi, che continuano a frequentare anche quando sono passati alla secondaria di primo grado.
La frequenza del doposcuola, con la collaborazione degli insegnanti curricolari ha permesso di venire a conoscenza di situazioni particolari di svantaggio e di bisogni specifici di cui la Caritas Cittadina si è fatta carico in questi anni. Un valido contributo è venuto dalla Caritas Diocesana che ha dato un aiuto prezioso per affrontare nel modo migliore situazioni delicate ed ha offerto la possibilità di partecipare a progetti diocesani che prevedevano il supporto di professionisti, psicologi in particolare.
L’ultimo in ordine di tempo è “Cresciamo e cambiamo insieme” proposto alle classi quarte e quinte della Scuola Primaria di Aidone, coordinato dalle maestre Anna Di Martino e Tiziana La Versa e alle due prime della scuola secondaria di primo grado coordinate dalla prof.ssa Maria Rosaria Restivo, con la presenza di una psicologa e un’esperta di diritto. Il progetto si pone come obiettivo primario quello di educare all’emotività e alle relazioni, aiutando i bambini a riflettere sul linguaggio e sulle parole usate nel quotidiano; a sperimentare la ricchezza della diversità e dell’unicità di ciascuno; a promuovere un atteggiamento empatico, osservando come spesso l’indifferenza sia alla base di episodi di prevaricazione; a sviluppare la cooperazione all’interno del gruppo classe. Questa formazione educativa, che sarebbe auspicabile estendere a livello curricolare tra tutti i ragazzi, vuole costituire una prima pietra per porre un argine al terribile fenomeno di bullismo dilagante anche tra i più piccini.
Ci auguriamo che l’esperienza non solo possa continuare ma che si estenda e si ampli per offrire ai bambini e adolescenti di oggi, sempre più isolati ed attaccati agli smartphone e ai social, delle occasioni di confronto con i pari e con gli adulti, che li facciano crescere più forti e consapevoli.