L’11 ottobre scorso ha finalmente visto aprire al culto la nuova Chiesa parrocchiale di S. Lucia ad Enna bassa. Si è concluso in tal modo il lunghissimo iter iniziato con l’istituzione giuridica dell’ente parrocchiale, avvenuto il 19 luglio 1986 per decreto del vescovo mons. Vincenzo Cirrincione appena insediatosi nella diocesi piazzese. Una parrocchia sorta in una zona che era in continua espansione che affiancava quella di Sant’Anna già eretta nel 1963. La sua sede non poteva che essere provvisoria. Infatti venne ospitata presso la cappella delle suore Serve dei poveri casa di accoglienza anziani “S. Lucia” nell’omonimo quartiere.
La parrocchia, che oggi conta circa 5 mila abitanti, è nata grazie alla lungimiranza di un sacerdote, padre Mazzucchelli, che nell’82 in un garage messo a disposizione da un condomino della cooperativa Giunone, facendosi prestare la statua di Santa Lucia dall’Unione ciechi, aprì una cappella. Man mano poi è cresciuta nelle sue attività e nel 1986 è stata riconosciuta giuridicamente come parrocchia. Nel 1988 poi è arrivato un nuovo parroco, don Mario Saddemi che ha dato nuovo impulso all’attività pastorale per la costruzione di un nucleo che desse una identità a quell’agglomerato di persone che abitavano un quartiere anonimo. Da allora per la chiesa di Santa Lucia, che ha visto crescere attorno a sé nuove realtà abitative, nuove strade e nuovi problemi urbanistici, ma soprattutto un quartiere sempre in crescita in un territorio completamente nuovo, è stato un continuo peregrinare: dai garage ai locali del vicino Centro di accoglienza anziani, al seminterrato di un edificio comunale che in precedenza era stato utilizzato come cucina e sala dall’Istituto alberghiero. Dunque, una comunità che in quarant’anni anni ha subito diverse tribolazioni che ora sembrano terminate. Una storia, diremmo, a lieto fine visto che ora i fedeli potranno avere un luogo di culto degno per celebrare la lode di Dio e svolgere le attività pastorali. Merito soprattutto di don Mario Saddemi e degli sforzi di tante persone in gamba e volenterose che hanno collaborato generosamente. La costruzione del complesso parrocchiale ha avuto un costo di 2,6 milioni di euro di cui 2,2 milioni da parte dei fondi otto per mille della CEI, 180mila euro dalla diocesi e 220mila euro dagli stessi parrocchiani.
Per tutto il quartiere in particolare l’11 ottobre è stata una festa, ma anche per l’intera comunità ecclesiale ennese che si è riunita alla presenza delle autorità cittadine e di numeroso clero attorno al vescovo Rosario Gisana per la liturgia di Dedicazione e consacrazione del nuovo tempio. Tantissimi anche i fedeli accorsi che l’aula ecclesiale non ha potuto contenere e che hanno seguito la liturgia nell’attiguo salone attraverso uno schermo.
L’evento però è passato quasi sotto silenzio sulla stampa locale, tranne le dovute poche eccezioni, che ha voluto evidenziare soltanto la presenza di uno sparuto gruppo di persone, circa trenta, spacciati per fedeli cattolici, che imbavagliati diffondevano volantini nei quali si chiedevano le dimissioni del vescovo Gisana in relazione alle note vicende legate al caso Rugolo. Era del tutto evidente, e il sottoscritto ne è stato testimone, che la protesta non ha interessato assolutamente i partecipanti al rito, accorsi solo per festeggiare un evento atteso da tanti anni, animati da affetto e stima verso il vescovo contro tutte le campagne denigratorie e ideologiche messe in atto dopo la sentenza.
Dispiace che agenzie di stampa di grande prestigio anche a livello nazionale si affidino a corrispondenti che invece di descrivere i fatti raccontino, enfatizzandole, parzialità e visioni personali.