
“Prendiamo atto dell’assenza dell’amministrazione comunale di Gela nella gestione dello spazio pubblico, della viabilità, della moderazione del traffico e del controllo della sosta“. Lo scrive in un documento diffuso alla stampa Giuseppe Romano, vice presidente della Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta” di Gela.
Romano elenca le potenziali conseguenze che da questo atteggiamento derivano: il pericolo per l’incolumità degli utenti vulnerabili della strada (pedoni, persone con disabilità, ciclisti), derivante dal mancato controllo della velocità; il pericolo per la salute delle persone, soprattutto nelle aree ad alta incidenza di traffico veicolare (scuole e ospedale in particolare), derivante dal mancato controllo delle zone scolastiche, dove esistenti e dalla mancata attuazione di interventi di moderazione del traffico; la sottrazione dello spazio pubblico alle persone, derivante dall’apparente mancato controllo della sosta selvaggia e dalla mancata adozione di interventi di moderazione del traffico (zone 30 e 20, ZTL e aree pedonali); l’assenza di politiche incisive sulla promozione del trasporto pubblico locale in ambito urbano, con la indiretta conseguenza per i cittadini di essere obbligati, in molti casi, a scegliere l’auto per i propri spostamenti, nella quasi assenza di un adeguato servizio di trasporto pubblico locale; perdita del finanziamento per la realizzazione della pista ciclabile sul lungomare.
“In più occasioni – ricorda – la FIAB ha chiesto incontri all’amministrazione per potere meglio sviluppare queste politiche, ma alle richieste non è mai seguito alcun riscontro”.
“Non possiamo che dirci dispiaciuti – conclude Romano – per come i diritti di chi sulla strada è più debole non siano minimamente presi in considerazione, per come le politiche sulla democrazia dello spazio e sulla moderazione del traffico sembrino non interessare minimamente chi ci amministra. Il dialogo è sempre stato per noi la priorità assoluta, ma prendiamo atto che ad oggi questo canale non sembra interessare in alcun modo chi ci amministra”.