4 Dicembre 2023

Omaggio al prete che ha tanto amato i poveri

di Liliana Blanco

La vita, l’esempio, l’illuminazione divina di Padre Giovanni Salerno non devono essere dimenticati. Conoscere e onorare la figura del sacerdote missionario di Gela, è un dovere, motivo di orgoglio per tutti i suoi concittadini, credenti e non credenti.

Perché la sua vita e le sue opere sono state una straordinaria testimonianza di fede, umiltà e semplicità evangelica che lo hanno spinto a dedicare la sua vita ai più poveri dei poveri e rappresentano un altrettanto straordinario esempio di vita per chi vuole vivere un’esperienza di fede autentica.

A perpetuare il ricordo ci ha pensato la comunità della parrocchia Sant’Antonio di Padova che da sempre sostiene le sue missioni, con un convegno che si è tenuto al Teatro Eschilo. I lavori, introdotti dal giornalista Andrea Cassisi, sono stato aperti dal sindaco Lucio Greco che qualche settimana dopo la scomparsa di Salerno ha assunto l’impegno di intitolare una via a Padre Giovanni.

Al convegno anche l’intervento di Monsignor Domenico Berni, attraverso un messaggio scritto e affidato a Padre Paolo Giandinoto, sacerdote di Vittoria e membro del Movimento Servi dei Poveri. Berni, vescovo emerito della prelatura di Chuquibambilla, in Perù, nel 1971 è stato inviato come missionario nelle Ande e ha condiviso con Padre Salerno la stessa esperienza missionaria.

Tra gli intervenuti anche Mauro Nicolosi, docente di storia e filosofia, ex agostiniano, caro amico di Padre Giovanni che ne ha tracciato un profilo biografico: gli anni della formazione e il trasferimento in Perù; il legame con l’Ordine Agostiniano e il doloroso addio; la fondazione del Movimento dei Servi dei poveri e le onorificenze concesse dai Presidenti della Repubblica italiana Ciampi e Mattarella. Una relazione profonda permeata dal racconto della dalla fede esemplare e incrollabile, semplice ma efficace di Padre Giovanni.

È toccato a Padre Giovanni Turco invece raccontare le difficoltà della missione. Turco fu il primio, da Padre Provinciale degli agostiniani, a firmare la prima autorizzazione perché Padre Giovanni, pur rimanendo agostiniano, potesse dedicarsi all’opera che il Signore stava ispirando nel suo cuore, quindi l’autorizzazione all’apertura e alla gestione delle case e delle missioni. Sempre presente nel cammino di crescita dei Missionari Servi dei Poveri, Turco ha partecipato a quasi tutte le inaugurazioni delle varie case che si sono realizzate. Ed ha voluto esserci anche al funerale dl fondatore del Movimento.

Nel corso della serata sono state proiettate le immagini delle esequie: grandissima partecipazione e commozione di tutti, tra cui vescovi, sacerdoti, seminaristi, coppie missionarie, giovani in fase di discernimento vocazionale e naturalmente tutte le famiglie povere che hanno beneficiato dell’apostolato dei MSP. In tanti, soprattutto giovani medici ed ingegneri, hanno deposto sulla tomba di Padre Salerno, le proprie lauree, proprio loro che mai avrebbero potuto sfuggire alla loro povertà senza la missione.

A Walter Corsini, Vicario Generale dei MSP invece il compito di introdurre un collegamento con Cusco, in Perù (un momento nella foto) con un gruppo di bambini della “Città dei Ragazzi”, quindi un video sulle opere della Missione.

Un momento del collegamento col Perù

La chiusura è stata affidata a Carmelo Tonelli, medico di Gela, che ha vissuto l’esperienza in Perù per qualche settimana nel 2007 che ha raccontato come “Padre Giovanni ha visto in questa condizione di sofferenza e di umiliazione un’offesa a Dio e alla sua creatura. Ha sentito il bisogno di rispondere a questa ingiustizia con una vita di amore e di solidarietà. Ha deciso di condividere la vita di questi fratelli e sorelle, con le loro poche gioie e le molte sofferenze, aiutandoli a vivere una vita più dignitosa, ha lavorato con loro per migliorare le loro condizioni di vita, offrendo parole di conforto e di speranza, aiutandoli a ritrovare la fiducia in sé stessi e in Dio”.