Main Menu

TRa Occidente ed Oriente: un convegno presso la sala Cerere in occasione dell'anno giubilare eliano

La visione profetica e monastica di Elia di Enna

Si è svolto a Enna sabato 27 maggio presso la Sala Cerere di Palazzo Chiaramonte il Convegno dal titolo “Visione profetica e monastica di Elia di Enna tra Occidente e Oriente”. Un’intera giornata di studio e di riflessione dedicata alla storia della Sicilia e della città di Enna tra il IX e il X secolo e alla tradizione bizantina italogreca a cui il santo ennese apparteneva.
Il comune di Enna, che ha sponsorizzato l’evento insieme alla Diocesi di Piazza Armerina, è stato presente nella persona del vicesindaco Francesco Comito il quale ha rivolto il suo saluto ai partecipanti a nome del Sindaco Dipietro e dell’amministrazione. Il dott. Roberto Raciti e il giornalista Rino Realmuto hanno moderato i diversi interventi della giornata. L’evento è stato organizzato da don Filippo Marotta, parroco della Parrocchia San Tommaso Ap. di Enna, e dal prof. Francesco Gatto, da anni impegnati nel culto di sant’Elia presso la Chiesa del Carmine di Enna e promotori del Giubileo Eliano.
Nella sessione mattutina sono intervenuti i relatori che hanno approfondito il contesto storico della Sicilia e della Calabria nell’alto medioevo in cui Elia è nato e vissuto. Il prof. Mauro Mormino dell’Università di Studi di Messina, la prof.ssa Daniela Patti dell’Università Kore e la prof.ssa Shara Pirrotti, dell’Ass. Culturale San Nilo di Grottaferrata, hanno illustrato la storia del monachesimo bizantino tra il VI e il X secolo, quindi la storia di Enna e il patrimonio culturale e politico di questa antichissima e radicata tradizione del Mediterraneo.
Nella sessione pomeridiana sono stati messi in luce i tratti più salienti della figura e della predicazione di Elia attraverso uno sguardo e uno studio più attento rivolto al Bios (la vita di sant’Elia redatta nel X secolo). Il prof Raciti, Mons. Rosario Gisana e don Salvatore Rindone hanno trattato gli aspetti più teologici e pastorali di quel particolare ascetismo che caratterizza l’eredità spirituale del santo taumaturgo ennese e che consiste certamente nella sua particolare chiamata missionaria affinché, come scrive l’agiografo, «molti di coloro che sono vacillanti nella fede tu conduca alla verità».



Rispondi