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GIORNATA SACERDOTALE MARIANA A Pietraperzia oltre 250 sacerdoti all'ombra della Madonna della Cava

Alla scuola di Maria, dialogo di sguardi e parole

I presbiteri di Sicilia si sono ritrovati a Pietraperzia per “chiedere al Signore di benedire il loro sacerdozio, consapevoli di essere stati generati dall’amore per generare nell’amore”. È con questo spirito che oltre 250 sacerdoti provenienti da tutta la Sicilia si sono ritrovati all’ombra della Madonna della Cava per la 31ma edizione della Giornata sacerdotale mariana. Organizzata dalla Commissione presbiterale siciliana in collaborazione con la diocesi di Piazza Armerina, l’evento si è sviluppato in due momenti. Intanto quello meditativo, curato da Rosanna Virgili, biblista, laureata in filosofia, in teologia e licenziata in Scienze bibliche, e ha avuto per tema “Custodiva ogni cosa nel so cuore. Un dialogo di sguardi e parole”. 
“Quella tra il sacerdote e Maria – ha detto – è una comunicazione di cuore: Maria porta in sé il volto della Chiesa, il volto della donna di fronte a un sacerdozio maschile. Questo sguardo e questo dialogo diventano, allora, proprio un incontro continuo e motivo di trasformazione. I sacerdoti imparano da Maria la maternità e, quindi, la paternità, imparano la dolcezza, la tenerezza che nella Bibbia sono attributi del Divino perché anche Dio è madre e non solo padre. Imparano ad essere anche sposi nei confronti della Chiesa proprio passando attraverso l’esperienza dell’amore e del dialogo, della parola, dello sguardo, della contemplazione di Maria”.
Dalla Virgili l’invito a “non sciupare nulla della ricchezza di quella sposa che è Chiesa di Sicilia: profetica, altera, di popolo, colta, dialettica e dialogica, senza ansia, che guarda la parte piena del bicchiere, che si nutre del sangue della mensa eucaristica, dove a quello di Cristo, si unisce quello dei martiri della fede in Lui, fonte di piena dignità, anticipo di quel sinodo celeste che è già e non ancora”.
Dopo la meditazione la concelebrazione solenne: un momento intenso e suggestivo. A presiedere mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana; affianco a lui, sul palco all’ombra del Santuario, i vescovi di Sicilia; attorno a loro una distesa di sacerdoti con i paramenti bianchi. E poi tanti fedeli che hanno voluto essere presenti, la corale cittadina di Pietraperzia, le maggiori autorità cittadine e provinciali. Nell’omelia l’invito accorato del vescovo Raspanti a ripetere il sì di Maria e a cantare con lei il Magnificat. “In questa nostra terra intrisa di sangue, sentiamo il morso delle trame maligne, ma il nostro sì e la nostra Eucaristia, da sempre e anche oggi, significano non dimetterci, non accomodarci, perché il Vangelo ci insegna che chi segue il male è morto, chi agisce tramite violenza è finito, e lo è anche se è presente, se morde, se uccide, se continua a corrompere. Il male, nel mistero pasquale, non ha futuro”. Al termine della Celebrazione l’intervento del vescovo di Piazza Armerina che ha fato dono ai vescovi siciliani di una riproduzione dell’icona della Madonna della Cava dipinta da una monaca di Grottaferrata.



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