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Dopo 81 anni di presenza col primo settembre, la congregazione chiude la comunità. Protestano i Riesini

Anche i Salesiani lasciano Riesi

Bambini, ragazzi, fedeli, comuni cittadini hanno manifestato per esprimere il loro dissenso per l’imminente chiusura della casa salesiana di Riesi. Il corteo, partito dall’oratorio salesiano ha attraversato alcune strade del centro abitato sino raggiungere il cine teatro Don Bosco, dove più tardi si è tenuto il Consiglio Comunale. In prima fila al corteo hanno sfilato per le vie cittadine il vescovo Rosario Gisana, il sindaco Salvatore Chiantia, il presidente del Consiglio comunale Salvatore Sardella, assessori, parroci, ex amministratori. Una sala gremita ha accolto i rappresentanti istituzionali, autorità civili e religiose salite per l’occasione sul palco del cine teatro. Presente anche l’ispettore regionale dei salesiani padre Giovanni D’Andrea.
Il presidente del Consiglio comunale Salvatore Sardella, promotore della seduta monotematica e aperta, ha rappresentato il sentimento di amarezza e tristezza della comunità per l’addio dei salesiani a Riesi e ricordato l’opera religiosa e sociale svolta sinora dai salesiani, l’importanza dell’oratorio per i ragazzi, le vocazioni, la gestione di scuole, la banda musicale, il grest e le iniziative in favore di bisognosi e deboli, promosse dai salesiani. Il sindaco Salvatore Chiantia oltre a chiedere all’ispettore di rivedere tale decisione ha assicurato sostegno anche economico ai salesiani. La rappresentante delle comunità parrocchiali Ester Carrubba ha proposto di valutare il mantenimento della chiesa Madre e dell’annesso oratorio salesiano di piazza Garibaldi e di lasciare i sacerdoti per almeno 2 – 3 anni per dare il tempo al vescovo di inviare dei parroci. Il rappresentante dei cooperatori e degli animatori salesiani dell’oratorio Giuseppe Toscano ricordando le varie problematiche che attanagliano Riesi, come mafia, spaccio di sostanze stupefacenti, dipendenze da droga e alcol, e che l’oratorio costituisce l’unico punto di ritrovo per tanti ragazzi, ha chiesto la riapertura della struttura, gestita da laici, ma con la supervisione di un salesiano.
Sono seguiti gli interventi del rappresentante del Comitato della festa di Pasqua Elio Angilella che ha ribadito l’importanza dello spirito salesiano in un’epoca povera e priva di punti riferimento e valori e del presidente degli Ex Allievi Don Bosco Salvatore Giambarresi che ha rievocato le opere, gli insegnamenti nonché il profondo legame fra i riesini ed i salesiani. Apprezzato e applaudito l’intervento del vescovo Rosario Gisana: “Anche Riesi sarà aiutata e accompagnata dal clero diocesano. Confido nella Provvidenza e nella Madonna della Catena. Al di là della scelta dell’Ispettoria noi ci saremo per Riesi, una città salesiana che ha espresso tante vocazioni. Ho intuito che ci sono altri giovani pronti a diventare sacerdoti salesiani. Questo dovrebbe far riflettere. Tutto ciò non avviene in altri centri. Riesi è a rischio mafioso ma i riesini non sono mafiosi. Perché non chiudete la casa salesiana di San Cristoforo a Catania? Don Bosco non avrebbe voltato le spalle a una comunità bisognosa. Il rettore dovrebbe ritrattare il decreto, diversamente auspichiamo un passaggio graduale affinché la Diocesi subentri ai salesiani”.
Atteso l’intervento dell’ispettore Giovanni D’Andrea che ha spiegato i motivi della decisione della chiusura della casa salesiana di Riesi, tra i quali l’aspetto anagrafico, ovvero l’età avanzata di alcuni preti. “Non andiamo via a cuor leggero – ha detto – padre D’Andrea -. Ritirare una comunità è molto doloroso. Presenterò le vostre proposte al Consiglio Ispettoriale. L’idea di avviare un oratorio a gestione laicale con un passaggio accompagnato, una supervisione dei salesiani, mi pare una buona idea. Lo hanno già fatto a Canicattì. Abbiamo riscontrato problemi strutturali e di sicurezza all’oratorio. Ogni 3 anni si fa una rimodulazione delle case salesiane in Sicilia e Tunisia. La chiusura della casa di Riesi era stata prevista anni fa”. Motivazioni che non hanno convinto i riesini, piuttosto sconfortati e amareggiati, da un colpo di spugna che cancella 81 anni di storia salesiana.



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