Catechesi e liturgia

di don Giuseppe Fausciana

Un «fondamentale ambito della catechesi è la formazione di una corretta sensibilità liturgica, nel senso della conoscenza della liturgia e delle sue esigenze […]. La celebrazione, inoltre, con i suoi plurimi linguaggi che interpellano il cuore, la mente, i sensi corporei e psichici e con le sue esigenze comunitarie ha un grandissimo potenziale educativo» (CEI, Incontriamo Gesù, n. 17).

È necessario innanzitutto riscoprire la liturgia come tempo, ritmo e spazio da abitare, accettando la sfida di non cedere alla tentazione della fretta e della fuga. Uno dei limiti con i quali bisogna fare i conti è la scarsa abitudine a rimanere troppo tempo in un luogo e a dedicare tempo alle cose. I luoghi da “abitare” hanno il loro significato, attraverso una liturgia curata e preparata, in quell’equilibrio sapiente tra la celebrazione comunitaria e la preghiera personale che sappia conservare il senso del mistero. Per tale ragione è necessario quanto urgente rivedere anche gli spazi nei quali i bambini e i giovani celebrano la liturgia in modo da garantire il decoro e la significatività del rito.

«La celebrazione rituale del mistero sacro stabilisce e rinsalda le condizioni cognitive e pratiche di una promettente relazione con Dio (incluso l’ascolto della Parola che genera sapienza e l’esperienza di prossimità che genera legami). È necessario recuperare il riconoscimento della centralità del rito, fino alla reimpostazione corretta del rapporto tra teologia e antropologia». (P. Sequeri) 

Non si arriva semplicemente al sacramento, ma dal sacramento si parte. Prima lo si celebra e poi  lo si capisce. La liturgia è per natura iniziatica: essa lega in una stessa azione riti, parole, gesti. Rende possibile esperienze di grazia e di gioia. Per essa, Dio si fa intimo nel cuore. Dai sacramenti, e dalla liturgia in generale, la catechesi apprende un agire rivelativo di Dio che passa attraverso la forza simbolica del rito.

Non si “apprende” quindi Cristo solamente attraverso un insegnamento verbale, ma anche attraverso la forza simbolica e iniziatica dei riti della liturgia. L’atto catechistico non è nell’ordine della “dottrina”, quasi una piccola “summa” della teologia. La necessaria competenza teologica e pedagogica del catechista è in ordine alla comprensione e alla scelta di precisi modelli teologici pedagogici e didattici in vista dell’assunzione della visione di Dio, di uomo, e di chiesa per la comunicazione della fede.

CONDIVIDI SU