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In Polonia, la missione di don Bosco 2000 organizza un presidio permanente e mette in salvo i fuggitivi dalla guerra

I 48 profughi ucraini arrivano in Sicilia. Anche la Diocesi è pronta all’accoglienza

Sono arrivati anche in Sicilia i primi profughi dall’Ucraina. L’Associazione Don Bosco 2000 si è subito mobilitata per far fronte all’emergenza. Martedì 8 marzo è partita una delegazione per una missione esplorativa proprio sul confine con la Polonia per avviare concretamente l’allestimento del presidio permanente di Don Bosco 2000. In collegamento con Magazine InBlu2000, mentre il pullman era in viaggio destinazione Sicilia, il presidente di Don Bosco 2000, Agostino Sella ha raccontato cosa ha visto e il viaggio di ritorno verso la Sicilia con 48 ucraini in fuga.
“I profughi – racconta Agostino Sella – arrivano a migliaia nei centri di accoglienza e di smistamento in Polonia, allestiti in fretta e furia per fronteggiare l’emergenza. Arrivano anziani, donne e bambini e poi grazie alla straordinaria solidarietà europea ci sono diverse associazioni che vanno, si registrano e li portano poi nei paesi europei. Anche noi ci siamo resi presenti e abbiamo portato questi 48 profughi in Sicilia”.

Siete abituati a lavorare in zone di guerra, specialmente in Africa, anche se vengono poco raccontate. Che differenza c’è rispetto a questa guerra? Cosa avete visto nei volti di queste persone?
In Africa è una storia diversa. Il popolo africano ha delle guerre civili. Spesso si fugge dalla guerra, ma soprattutto si fugge dalla povertà. Chi viene decide di partire nella maggioranza dei casi; invece queste donne ucraine non hanno deciso di partire, sono state costrette a partire perché un folle a cominciato a bombardare. Sono state costrette a lasciare i propri mariti al fronte prendendo i loro bambini per percorrere migliaia di chilometri, arrivare in frontiera senza sapere cosa gli sarebbe successo. Fortunatamente l’Europa è anche solidarietà e tutti stanno cercando di trovare una sistemazione temporanea nella speranza che la guerra finisca perché tutti vogliono ritornare alla loro terra.
Hai scritto su un post che nonostante la tristezza sul pullman regna una strana pace.
Si perché fino al momento di salire sul pullman non sapevano quale sarebbe stato il loro futuro. Invece una volta saliti hanno appreso che sarebbero venuti in Sicilia e si sono sentiti più sicuri. Anche se non comprendiamo la loro lingua dai loro volti notiamo un senso di serenità, soprattutto tra i bambini che cominciano a giocare e sorridere di nuovo. Nelle inevitabili soste in autogrill ho potuto constatare che in molti automobilisti in transito si avvicinavano per pagarci la colazione, cosa che difficilmente avviene con i ragazzi africani. C’è dunque una grande solidarietà in Sicilia e tantissime famiglie ci stanno chiedendo di accogliere, ma è chiaro che è ancora presto per farlo. Nelle prossime settimane speriamo di poter tornare al confine e se c’è bisogno, cosa molto probabile con l’intensificazione dei bombardamenti, saremo ancora pronti. Ritengo che la guerra sarà comunque ancora lunga. Gli ucraini sono un popolo dignitosissimo e stanno combattendo. Infatti tra i profughi non c’è nessun uomo e vedere le videochiamate delle donne con i loro mariti al fronte è una cosa straziante.
Come possiamo fare per aiutare l’associazione in quest’opera di accoglienza?
Sul sito donbosco2000.org ci sono tutte le modalità per contribuire con la raccolta fondi. Noi le cose le facciamo col cuore affidandoci alla Provvidenza senza calcoli. Poi se i fondi hanno da venire verranno.
Dove saranno ospitati i profughi?
Abbiamo lasciato le prime due famiglie a Messina. Sono venuti a prenderli i nostri salesiani cooperatori Franco Parrino e Tanino Morabito. Una famiglia di 4 persone andrà ad Alcamo e l’altra, sempre di 4, si fermerà a Palermo, dove si trovano dei parenti ucraini. Gli altri profughi, circa 30 saranno accolti in parte dalla Famiglia salesiana e gli altri dai diversi centri gestiti dall’Associazione tra Aidone, Barrafranca, Gela e Pietraperzia.

Anche la Diocesi è pronta per accogliere i profughi. Al momento in cui scriviamo, la Caritas diocesana è in attesa delle indicazioni di Caritas italiana. Alcuni rappresentanti di Caritas italiana, insieme a rappresentanti della Sezione esteri della Segreteria di Stato Vaticana con il direttore regionale di Caritas Sicilia si trovano in Polonia ai confini con l’Ucraina per coordinare l’accoglienza che dovrà giungere con un primo volo tra il 21 e 22 marzo. In seguito gli ucraini arrivati in Italia saranno dislocati tra le Diocesi che hanno dato disponibilità. La diocesi di Piazza Armerina, al momento è pronta per accogliere tra strutture di privati, case canoniche e famiglie circa 150 persone. Naturalmente si tratta di un accoglienza a 360 gradi, perché occorre garantire anche i mediatori linguistici, culturali, equipe di medici ecc. per almeno 15 mesi. La Diocesi è comunque pronta ad ogni evenienza.



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