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A 14 anni dal crollo ha riaperto le porte della chiesa nello storico quartiere Canali a Piazza Armerina

Riapre la chiesa dell’Itria grazie ai finamenti della CEI

Lo scorso 22 dicembre con una celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo mons. Rosario Gisana, si sono finalmente riaperte le porte della chiesa dell’Itria, nello storico quartiere Canali, di Piazza Armerina. Una data, significativa per ricordare il 20° anniversario dell’ordinazione sacerdotale del parroco don Michele Bilha. La chiesa era chiusa dal 29 dicembre del 2007, quando, in quel giorno piovoso, alle 5.45 del mattino il muro destro della chiesa crollava causando un grosso squarcio nella zona posteriore lasciando intravedere l’altare e parte del presbiterio. Iniziava così un lungo “calvario”, per la comunità parrocchiale sprovvista del luogo di culto, con un lungo iter burocratico per trovare i finanziamenti e per la complessa gestione del cantiere.
Dopo il crollo della parete dell’abside il Comune di Piazza Armerina, aveva subito attivato una serie di misure urgenti e realizzato un ponteggio di puntellamento provvisorio che aveva provocato la chiusura della via Itria. Dopo vane richieste di finanziamento all’Assessorato Regionale i Beni Culturali, la Diocesi di Piazza Armerina si è fatta carico di un progetto di consolidamento e restauro affidato, dal parroco don Michele Bilha, in data 25 marzo 2017, agli architetti Samantha Campione e Antonio Cottone. Ottenuti i necessari pareri dalla Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali e dall’Ufficio del Genio Civile di Enna, la C.E.I. ha erogato un primo finanziamento, di 313.561,00 euro con i fondi del dell’8 per mille.
Il progetto prevedeva la ricostruzione della parete crollata con pietra arenaria di qualità omogenea a quella esistente; il consolidamento della muratura esistente e della fondazione; la revisione, integrazione e messa in tensione delle catene esistenti e l’inserimento di quelle mancanti; la dismissione degli intonaci e la chiusura delle lesioni e il loro rifacimento; la revisione della copertura del sistema di impermeabilizzazione e di smaltimento delle acque piovane e dei manti di tegole. Si prevedeva inoltre di portare alla luce un vano sotterraneo dell’abside, traccia dell’antica Chiesa o della cripta. Inoltre la presenza di vuoti, causati dalle infiltrazioni delle acque nel canale di fognatura che insiste lungo la via Itria e in parte alle acque disperse e superficiali ha richiesto la realizzazione di perforazioni nel perimetro esterno ed interno e di iniezioni in pvc rigido sino a sei metri di profondità. Tali lavori si sono conclusi il 13 settembre 2019.
Un secondo progetto, finanziato sempre dalla C.E.I. con i fondi dell’8 per mille per un importo di 231.896,00 euro ha permesso di completare i lavori di consolidamento e restauro che non è stato possibile eseguire nel primo stralcio nel quale si è privilegiata la messa in sicurezza statica della Chiesa attraverso il consolidamento delle fondazioni, la ricostruzione della muratura crollate ed il suo collegamento alle murature esistenti opportunamente consolidate con iniezioni di boiacca di calce idraulica. Inoltre si è messo in luce l’ambiente sotterraneo ed il relativo accesso da via Itria.
Sono state anche poste in opera 5 nuove catene di acciaio di collegamento tra le murature longitudinali. I lavori hanno permesso di rimuovere gli intonaci interni su muri, colonne e volte; consolidare gli archi e le volte mediante scuci e cuci o perforazioni con fibre di carbonio;
il consolidamento del muro della parete lato sagrestia; la costruzione di volte a copertura del vano sotterraneo; la collocazione di tiranti in ferro a completamento di quelli posti in opera col precedente stralcio; la dismissione delle pavimentazioni e del relativo sottofondo; la posa in opera di vespaio in pietrame calcareo, di sottofondo armato con rete elettrosaldata e la pavimentazione in marmo siciliano nell’abside, di cotto siciliano nel locale sotterraneo, e di cotto esagonale e tocchetto in cotto smaltato simile alla pavimentazione preesistente e della quale sono state trovate tracce, rifacimento intonaci e tinteggiature; è stato effettuato inoltre lo smontaggio del manto di tegole, con la posa in opera di lastra ondulata per sottocoppo, revisione pulitura ed integrazione delle tegole con la fornitura e posa in opera di grondaie e pluviali. Infine la revisione  e la fornitura di infissi in legno, la revisione dell’impianto elettrico e fornitura e posa in opera di cancello in ferro. Ai due contributi erogati dalla C.E.I. è da assommare il contributo della Diocesi per un importo di 40.000 euro.
La Parrocchia in occasione della riapertura si è impegnata attraverso una raccolta di fondi al restauro dell’altare maggiore, miracolosamente rimasto integro durante il crollo del muro. Infatti per coprire il costo del restauro dell’importo di 12.000,00 euro il parroco aveva lanciato un appello poter sostenere l’onere del costo. L’altare restaurato è un’opera lignea del XVIII secolo, finemente decorato in foglia oro, punta di diamante dell’intero edificio ecclesiale.



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