Main Menu

DIOCESI Dal 3 luglio sale a 14 il numero dei diaconi permanenti deputati al servizio dei poveri

Ordinati per servire i poveri

La Chiesa piazzese si prepara all’ordinazione di tre nuovi diaconi permanenti, che avverrà il prossimo 3 luglio, 204° anniversario di istituzione della Diocesi, nella Basilica Cattedrale. Con queste ordinazioni saranno così 14 i diaconi permanenti in Diocesi. È stato lo stesso vescovo a dare impulso al ministero diaconale riformando la Caritas diocesana e affidandola all’intero diaconio e nominando direttore della Caritas proprio uno di essi: Mario Zuccarello.
È una sorta di ritorno alle origini della Chiesa, quando i diaconi erano preposti alla carità, ma anche al ministero della predicazione e della evangelizzazione, come racconta il libro degli Atti degli Apostoli.
Il vescovo così dice di aver strutturato il servizio del diaconato permanente nella nostra Diocesi “Il diacono, come d’altronde anche il presbitero – dice mons. Gisana – per la specificità della sua ordinazione, è strettamente legato al Vescovo, suo unico interlocutore. I diaconi sono in dialogo con il presbiterio, su questioni che riguardano gli aspetti sociali della vita pastorale. Sono presenti in situazioni di particolare bisogno con il duplice compito di aiutare le comunità cristiane, guidate dai loro pastori, a riscoprire la centralità che ha il povero nella vita cristiana, oltre al difficile compito di trasmettere i valori di una carità non assistenzialista, tesa a promuovere la persona e il territorio. Tutto questo sempre con il Vescovo, poiché quest’ultimo è chiamato a rendersi prossimo verso i poveri, attraverso i diaconi”. A questo bisogna aggiungere, in virtù del legame che esiste tra Vescovo e diacono, la loro presenza alla celebrazione dell’Eucaristia. Il Vescovo, in visita alle comunità cristiane della diocesi, non celebra mai senza un diacono. È un aspetto questo che sta aiutando i diaconi a capire il senso del loro legame sacramentale con il vescovo. Ciò non significa che essi non sono presenti nelle parrocchie. Dal momento in cui essi hanno compiuto questo passaggio, sono tornati con le loro famiglie nelle parrocchie d’origine, non trascurando il loro ambito principale che è la Caritas diocesana: la loro “parrocchia”, ove assieme si impegnano per organizzare, orientare, piani care progetti che servono a risollevare i poveri dalla loro indigenza. È chiaro che quest’aspetto specifico si completerà, nel tempo, con un’altra proposta identitaria: l’evangelizzazione di strada”.

I nuovi diaconi si presentano ai nostri lettori.

GIUSEPPE FELICI Ho 50 anni, sono originario di Butera dove vivo. Insegno filosofia e storia presso il liceo classico “Eschilo” di Gela. Sono sposato con Rossella Rossella Messina, insegnante di latino e greco presso il Liceo Classico Statale “Leonardo da Vinci” di Niscemi. Siamo genitori di Rosalia Maria Grazia 15 anni e Flavia Maria Chiara 13 anni. Sono il primo di cinque figli e sono stato educato dalla famiglia di modesta origine fin dalla prima infanzia alla fede, nel Vangelo e nel catechismo di San Pio X. Ho fatto il ministrante a partire dai cinque fino ai 14 anni servendo mattina e sera la messa tutti i giorni e mostrando particolare predilezione verso l’adorazione del Santissimo Sacramento e verso la lettura quotidiana del Vangelo di Luca. Dal 1995 al 2005 sono stato responsabile del settore giovani dell’Azione Cattolica Italiana della parrocchia chiesa Madre; membro del Consiglio Pastorale Parrocchiale della Chiesa Madre; dal 1992 al 2002 ha svolto l’attività di catechista soprattutto per quanto riguarda i giovani e il post cresima. All’origine della mia vocazione al diaconato c’è il compianto don Giulio Scuvera, mio parroco, che nel settembre del 2002 mi invitò a frequentare la scuola per i ministeri laicali del lettorato e del diaconato permanente che il nuovo vescovo mons. Michele Pennisi intendeva rivalutare. Don Giulio proponendomi questo cammino, mi invitò a fare discernimento assicurandomi la sua preghiera e il suo sostegno. Non nascondo il turbamento provato, come Maria all’annuncio dell’Angelo. Incominciai a fare discernimento dentro di me e dopo un paio di mesi mi incominciò ad ardere il cuore, come i discepoli di Emmaus. I colloqui spirituali erano sempre più frequenti con don Giulio. Lo stupore, la meraviglia, la contemplazione che provavo, crescevano di giorno in giorno; significava abbracciare un mistero così grande per me. Ne parlai con la mia fidanzata Rossella, oggi mia moglie, la quale mi diede condivisione e sostegno. Incominciai a sentire una disposizione interiore intensa verso quella chiamata. Per cui, all’inizio di dicembre di quello stesso anno, diedi il mio sì al Signore e a don Giulio che mi presentò alla Scuola per i Ministeri, diretta da don Vincenzo Cultraro e da mons. Antonino Rivoli in vista di un futuro diaconato. Frequentai con assiduità, intrecciando gli impegni di lavoro, di famiglia e di studio con sacrificio, fino al 2008, ricevendo il 3 luglio il Ministero del Lettore da mons. Pennisi. Dal 2004 al 2013 ho collaborato con l’Ufficio Liturgico Diocesano, e fino ad oggi sono referente cittadino dei ministri straordinari della Comunione. Nel giugno 2011 ho anche conseguito il Diploma di Magistero in Scienze Religiose con specializzazione pedagogico-didattica. Dopo la morte di don Giulio ho proseguito con l’appoggio ed il sostegno del nuovo parroco don Filippo Ristagno, nonché vicario foraneo della città, collaborando  sempre fino ad oggi secondo le necessità, i bisogni e le esigenze della parrocchia e dei fedeli. In questo cammino sono sempre stato accompagnato e sostenuto da mia moglie Rossella fin da quando eravamo fidanzati, condividendo con lei il percorso verso il Diaconato Permanente con la preghiera, le azioni, le gioie e le sofferenze della vita quotidiana, impegnandoci entrambi ad esercitare la carità all’interno della nostra famiglia e verso il prossimo.  Dall’ottobre 2018 con la ripreso della Scuola di formazione e di discernimento per i Diaconi Permanenti diretta da don Angelo Lo Presti, sono stato  chiamato dal nostro vescovo, mons. Rosario Gisana, a collaborare con la Caritas diocesana. Lo scorso 21 marzo sono stato ammesso tra i candidati agli ordini e in vista dell’ordinazione del 3 luglio prossimo, insieme agli altri due candidati Filippo Marino e Ignazio Puci, ho fatto gli esercizi spirituali guidati da don Luca Crapanzano e don Salvo Rindone.

FILIPPO MARINO Sono nato a Piazza Armerina il 10 agosto del 1973, e sono sposato da quasi 21 anni con Stefania Libro, entrambi siamo molto impegnati nella vita della parrocchia Sacro Cuore e condividiamo con la nostra numerosa famiglia non solo iniziative di volontariato, ma anche profondi momenti di preghiera. Lavoro come informatore scientifico del per la malattia del Parkinson. Amo lo sport, pratico il Triathlon da semplice dilettante che sfida sé stesso, mentre un tempo giocavo a pallacanestro. La passione per il basket non è mai tramontata, attualmente insieme a Stefania, un tempo anche lei cestista, alleniamo una piccola squadra presso la Casa circondariale di Piazza Armerina. Ho due fratelli e una sorella, nonostante la perdita di mio papà in giovane età, mia madre con la grazia del Signore ha sempre tenuto unita la nostra famiglia. Da oltre 10 anni sono ministro straordinario dell’Eucarestia.
Sin da ragazzo ho frequentato il Boccone del Povero, un tempo istituto per minori a rischio della nostra città. Ero poco più che quindicenne quando mi proposi alle suore, per aiutare i ragazzi più piccoli a svolgere i compiti. Questo mio impegno si è sempre più allargato e fortificato nel tempo, trascorrendo con i ragazzi non solo ore dedicate allo studio, ma anche allo sport. In quegli anni conobbi Stefania, oggi mia moglie, con la quale ho subito condiviso il mio amore per i più piccoli.
Contemporaneamente frequentammo l’oratorio salesiano delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Piazza Armerina, dove ci formammo come animatori-educatori, seguendo corsi di formazione e campi vocazionali. Viviamo l’oratorio con tanta intensità, lasciandoci guidare da don Bosco nella preghiera e nell’azione. Organizziamo insieme a tutti i fratelli salesiani Gruppi estivi (Grest), coinvolgendo numerosi ragazzi della città. In occasione della presenza dell’urna di don Bosco, a Piazza Armerina per il suo 200° compleanno, siamo diventati Salesiani cooperatori. Abbiamo fondato, insieme a Stefania e ad un nostro amato amico una piccola onlus, FraTe Giò, con lo scopo di accogliere presso la nostra casa bambini-ragazzi che siano temporaneamente privi del necessario supporto familiare o per i quali la permanenza nel proprio nucleo familiare sia contrastante con un armonico sviluppo della personalità e del processo di socializzazione naturale. La cooperativa si ispira ai principi cristiani della condivisione evangelica e della dottrina sociale della Chiesa, sull’esempio di Francesco d’Assisi, di Teresa di Calcutta e di Giovanni Bosco. Attualmente siamo in nove! Una famiglia speciale, ma piena d’amore e di gioia. Certamente non è stato sempre facile, e così nei momenti di sconforto ci rifugiamo nella preghiera affidandoci sempre alla misericordia di Dio Padre.  Attualmente siamo molto impegnati come volontari Caritas. Negli anni passati ho completato il triennio di studi in Scienze religiose presso l’ISSR “M. Sturzo” di Piazza Armerina e poi il biennio di specializzazione. Attualmente sono componente dell’Ufficio Diocesano per il Dialogo Ecumenico ed Inter religioso. In passato ho frequentato presso i tre anni della Scuola dei ministeri. In questi ultimi cinque anni ho avuto modo di approfondire il ministero del diaconato così come il Vescovo ha voluto configurarlo. Gli anni del mio discernimento mi hanno permesso di indagare meglio e più intensamente la mia vocazione, in realtà dovrei dire “la nostra vocazione”. Insieme a mia moglie Stefania abbiamo potuto dare ulteriore linfa alla nostra chiamata al discepolato, riposizionando il servizio ai poveri al centro della nostra vita. Con l’aiuto di don Angelo Lo Presti, il nostro formatore, ci siamo nutriti della Parola che ci ha fortificato sempre più e ci ha resi più consapevoli che vivere l’amore di Gesù richiede tanto impegno e tanta forza. Per servire è necessario guardare il fratello con gli occhi misericordiosi del Padre. Sono convinto che il diacono è un uomo d’azione, il quale forte della Parola e dell’Eucaristia, di cui deve sempre nutrirsi, deve essere capace di alzarsi per servire proprio come Gesù stesso ha fatto.  Certamente, per quanto la “diaconia della carità” ha avuto un ruolo centrale nel mio discernimento, in questi anni ho avuto modo di approfondire “la diaconia della liturgia” e naturalmente “la diaconia della Parola” per la quale nutro tanto amore e desiderio di annunciarla e testimoniarla. Mi impegno ad essere non solo un operatore della carità, ma un educatore alla carità.
Inoltre mi prodigherò sempre per il dialogo ecumenico, poiché non possiamo dimenticare il desiderio espresso da Gesù: «perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21). Un grazie al nostro amato vescovo don Rosario il quale è un instancabile lavoratore nella vigna del Signore. Un esempio di umiltà e tenerezza verso il prossimo. Il suo amore verso gli ultimi ha ulteriormente infiammato il mio cuore. Un grazie particolare a tutta la comunità diaconale della nostra diocesi che in questo quinquennio ci ha accolto con tanta gioia e ci ha testimoniato il suo impegno per i fratelli che vivono un disagio.

IGNAZIO PUCI
Ho 42 anni, sono  nato a Gela il 21 luglio 1977, e sono impiegato all’Eni dal 2003. Sono sposato Aglalia Di Dio, psicologa e psicoterapeuta con la quale ha avuto 4 figli: Maria Rita, Emma, Giuseppe, Miriam. Diplomato all’Istituto tecnico per geometri nel 1995, ho frequentato l’Istituto superiore di Scienze Teologiche “Mario Sturzo” di Piazza Armerina dal 1999 al 2003.
Ho iniziato la mia esperienza di conversione nel 1999 nella parrocchia San Tommaso Apostolo – chiesa Madre in Butera sotto la guida del compianto parroco don Giulio Scuvera, che mi ha affidato attraverso il Vescovo il compito di ministro straordinario della Comunione per la visita agli ammalati e della carità.  Contemporaneamente sono stato impegnato nell’animazione dell’Adorazione Eucaristica, nell’ evangelizzazione dei giovani e dei fidanzati. Sono stato per otto anni coordinatore del Gruppo di Rinnovamento nello Spirito Santo.
Dopo la morte di don Giulio ho continuato il cammino nella mia Parrocchia di appartenenza, Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco sotto la guida di don Aldo Contrafatto, di venerata memoria, svolgendo gli stessi servizi.
Nel 2013 ho incontrato don Pasqualino di Dio con il quale ho fondato insieme ad altre quattro coppie l’Associazione Onlus “Dives in Misericordia” e la Piccola Casa della Misericordia che si occupa delle povertà spirituali, morali, materiali, economiche, sociali del territorio gelese.
All’interno del centro di Spiritualità della Misericordia mi occupo di mediazione familiare insieme a mia moglie ed attualmente svolgo il servizio di Segretario generale della Fraternità Apostolica della Misericordia appartenente a Charis (Vaticano). Dal 2017 sono impegnato nel centro d’ascolto nella Casa Circondariale di Gela. Nel settembre del 2018, dopo la messa della Madonna della Catena di Riesi, mi incontrai con il nostro vescovo mons. Rosario Gisana che mi manifestò il desiderio di farmi iniziare il percorso ministeriale verso il Diaconato permanente. Ho accolto la proposta del Vescovo vedendo in essa una chiamata particolare del Signore. Mia moglie non solo ha accettato questa vocazione ma ha condiviso con me questo cammino in preparazione all’ordinazione.



Rispondi