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Rubrica/4

La Vergine Maria in Papa Francesco

Il 14 marzo 2013, dopo la rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI, all’indomani dalla sua l’elezione al soglio pontificio, il cardinale Jorge Mario Bergoglio – papa Francesco, affida subito la sua vita e il suo magistero alla Salus Populi Romani, recandosi alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Egli è un Pontefice che viene “dalla fine del mondo”, ha come obiettivo riformare la Chiesa a partire dalla Curia romana, mostrando tutta la sua empatia e vicinanza agli “scarti” e agli emarginati dalla cultura e dalla prassi dominante. È attento alla realtà sociale, è preoccupato per lo sfascio ecologico, non ha timore di richiamare con insistenza i credenti a una più convinta e seria responsabilità, spronando infine, ad una “Chiesa in uscita”. Francesco dimostra subito che Maria è un presidium, un rifugio materno e misericordioso dal quale partire e al quale fare sempre ritorno.

Questo suo stretto legame con la Vergine, Bergoglio, lo mette subito in risalto attraverso il suo stemma. Infatti in basso a sinistra, si trova proprio una stella: secondo la tradizione araldica la stella simboleggia appunto la Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa. La definirà “stella della nuova evangelizzazione”.

La devozione mariana di papa Francesco ha radici ben radicate nella sua terra di origine, l’Argentina, emblematicamente parte dal continente latino-americano, sostanzialmente devoto alla Madre di Dio. In tale continente la pietà mariana, oltre all’aspetto religioso possiede un forte carattere sociale, comunitario, collettivo.

Il cuore del messaggio e dei gesti dell’attuale Papa denotano la volontà di fare con i credenti un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia.

In Francesco, la Vergine è la donna dell’incontro, colei che agisce, prega e si prende cura dei redenti del suo Figlio. Papa Francesco con tre parole “fotografa” il teologale ed ontologico atteggiamento della Madre di Gesù, ch’egli desume dal Vangelo: ascolto, decisione, azione.

È vero, il Pontefice ha colto l’essenziale della fede e del servizio di Maria di Nazaret, che la qualifica come credente esemplare: Gesù è il suo Vangelo!

La prima enciclica di papa Francesco, Lumen fidei, ha la particolarità di essere stata scritta in collaborazione col papa emerito Benedetto XVI. Nell’enciclica, Maria è proposta come «la beata che ha creduto (cfr. Lc 1,45), e ha concepito colui che è la gioia, gioendo ella stessa per esserne stata madre e discepola». Dal Pontefice la Madre di Gesù è descritta sulla scorta dell’Evangelo quale “terreno buono” e dal “cuore integro”, diventando icona perfetta della fede che dona la beatitudine teologale.

È nella Vergine che si compie la lunga storia di fede di tutto il popolo d’Israele, in lei si racchiudono e si riflettono tutte le grandi donne dell’Antico Testamento. Queste donne, insieme ai patriarchi, sono il luogo in cui si compiva la promessa di Dio affinché sbocciasse la vita nuova. Anche Maria è luogo delle promesse di Dio, attraverso lei si compiono tutte le Scritture nella persona del Figlio eterno che prende carne e dimora nel tempo.

Da quanto dice Francesco, santa Maria è veramente e pienamente «colei che ha creduto». È modello ed esempio di fede per tutti i credenti, è colei che veramente è madre del Cristo e lo renderà visibile accompagnandolo fin sotto la croce per aprirsi alla maternità spirituale. In questo modo si evince come la Vergine sia presentata dal papa nella dimensione missionaria della Chiesa che «ha compiuto il pellegrinaggio della fede, alla sequela di suo Figlio».

Il 24 novembre 2013 è la data della prima esortazione apostolica del Papa argentino, Evangelii Gaudium. In un mondo in continuo cambiamento, il vescovo di Roma richiama la bellezza e la necessità dell’evangelizzazione, indirizzando la sua esortazione a tutto il popolo di Dio. Attraverso il testo, Francesco presenta la modalità che deve avere l’annuncio della Buona Novella nel mondo attuale: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberi dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia».

Appare chiaro che l’incipit dell’esortazione apostolica si addice pienamente alla Vergine. Ella è la prima credente, la prima che si è fatta pervadere dalla gioia del Vangelo, accogliendo il Verbo eterno, ed ha avuto la capacità di vivere sempre nella gioia anche quando ha attraversato il buio della fede.

Per il Papa hanno grande importanza le virtù evangeliche che Maria ha pienamente incarnate in quanto donna dalla gioia “sovversiva”.

La Chiesa, guardando Maria, può imparare a portare Cristo nel mondo così come ha fatto lei, portare Gesù nelle periferie esistenziali, tanto care a Francesco, con la gioia che solo il Vangelo può dare. Il cristiano è chiamato a fare scelte concrete, apparentemente contraddittorie e non in linea con il mondo postmoderno, venendo chiamato dal Signore e dal suo Vangelo ad essere controcorrente, non temendo di scontrarsi col mondo ma, in tutta umiltà, per incontrarlo come testimone di Colui che è la gioia, la libertà e la verità che non tramontano.

*PhD in Teologia con specializzazione in Mariologia



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