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Rubrica /3

La Donna dello Spirito in Benedetto XVI

Appena eletto, fa capire da subito la sua intima e sentita comunione con Maria, alla stessa maniera del suo predecessore. Le parole di conclusione del suo breve discorso alla loggia centrale della basilica di San Pietro il 19 aprile del 2005 così dicevano: «Il Signore ci aiuterà, e Maria, la sua santissima Madre, sta dalla nostra parte».

Il fatto che non abbia scritto molto non vuol dire che la sua mariologia sia di basso valore. I suoi scritti sono sobri e incisivi, sintesi vivente del Vangelo di Gesù e della missione compiuta nel suo nome.

Benedetto XVI, nella sua riflessione prima del pontificato, assegnava e ribadiva con vigore il posto della mariologia. Essa non può essere considerata una disciplina staccata dalle altre, ma inserita nell’alveo delle altre discipline teologiche, solo così si potrà cogliere l’organicità delle verità di fede.

L’attenzione del “Papa teologo”, nei confronti della Vergine, ovviamente, non è ristretta solamente agli anni antecedenti al ministero petrino, ma troviamo semi di mariologia sparsi nei vari documenti magisteriali e non che Benedetto XVI ha prodotto dal 2005 al 2013.

Nella sua prima enciclica Deus caritas est, dedicata all’amore cristiano, il Papa tedesco, nella conclusione, presenta varie figure di santi «che hanno esercitato in modo esemplare la carità», tra questi colei che «eccelle (è) Maria, madre del Signore e specchio di ogni santità». La Madre del Signore ha la capacità di fare spazio a Dio perché lo incontra nella preghiera e nel servizio al prossimo: «tipico di chi ama fare spazio alla persona amata». L’andare presso la parente Elisabetta indica la predisposizione a decentrarsi da se stessa per mettere al centro Dio e servirlo nel suo Unigenito, per poi iniziare a cantare il suo Magnificat.

Benedetto XVI presenta Maria come colei che ama e sa amare e lo fa attraverso la vita concreta, così come abbiamo visto circa la visita alla parente Elisabetta. La sua carità si dispiega nel tempo, non è circoscritta ad un arco di tempo della sua vita ma.

Maria, non è solamente la donna che ama, che ha cura, ma è anche colei che è in perfetta sintonia con la Parola di Dio, è la serva della Parola, Madre della Parola incarnata.

 Nell’esortazione apostolica post sinodale Sacramentum caritatis, interamente dedicata al sacramento eucaristico, Benedetto XVI vede la pienezza dell’adempimento delle promesse di Dio, realizzate in Maria. A differenza del popolo peregrinante verso il pieno compimento, nella Vergine vi è la «perfetta realizzazione» del disegno del Padre. La sua gloriosa Assunzione in corpo e anima ci rassicura e dà speranza di giungere alla meta escatologica, meta che pregustiamo attraverso il banchetto eucaristico. Attraverso la Madre di Dio vediamo il modello dell’accoglienza piena da parte della creatura nei confronti del Creatore, l’Agnella, che passando dall’annuncio di gloria del Figlio ed entrando nel mistero della croce, rimane sempre disponibile ad accogliere la Parola, divenendo «icona di coloro che si lasciano plasmare dalla parola di Dio, avendo con essa familiarità e praticando la Parola». 

La Vergine di Nazaret viene presentata da Benedetto XVI come colei che è «icona di coloro che si lasciano plasmare dalla Parola di Dio», che vive la sua vita in stretto legame con la Parola e con il Figlio.

Così come aveva fatto Giovanni Paolo II, papa Ratzinger sottolinea con forza l’essere di Maria modello insostituibile di vita eucaristica.

 La seconda enciclica, sulle virtù teologali, pubblicata da Benedetto XVI è la Spe Salvi. In essa, così come aveva fatto precedentemente, dedica alla Vergine Maria gli ultimi numeri in cui fa risaltare il significato del rapporto tra la Vergine di Nazaret e la speranza cristiana.

Attraverso la metafora del viaggio, il Papa illustra la storia umana come un viaggio in mare con tante difficoltà e turbolenze dove nonostante tutto, non si è in balia delle onde, ma si è sempre guidati dagli «astri che ci indicano la rotta», dalle «luci di speranza», in modo particolare da Maria, “stella di speranza”.

La Parola di Dio, fonte di speranza per gli uomini, dona la capacità di avere lo sguardo rivolto verso il futuro sostenuto dalla fede e dalla speranza, dal Corpo e Sangue di Cristo. Maria diviene “madre della speranza” perché è compimento delle promesse e delle speranze che si trovano nelle sacre Scritture. Maria di Nazaret è testimone della speranza, colei che per grazia è la beneficiaria, la testimone, la stella della speranza, colei che rimane per missione e per fare missione con gli uomini.

 Nell’esortazione post sinodale Verbum Domini del 30 settembre 2010, dedicata interamente alla Parola di Dio, Benedetto XVI prende in esame anche Maria di Nazaret. La Madre di Cristo viene presentata come la “donna nuova” in virtù del carattere obbedienziale della sua fede. La Vergine è continuità dall’Annunciazione alla Pentecoste ed esige di trovare il suo corrispettivo nella vita della Chiesa attraverso l’approfondimento della Parola. Tale approfondimento deve essere modellato su di lei: «figura della Chiesa in ascolto della Parola di Dio e al contempo segno dell’apertura per Dio e per gli altri; ascolto attivo che interiorizza, assimila, in cui la Parola di vita diviene forma della vita». Quanto sostiene il Papa è in perfetta continuazione con il dettato conciliare che: «aveva detto di Maria come di colei che raduna e, in un certo senso, riverbera i massimi dati della fede». 

Nel canto del Magnificat, per Benedetto XVI, vi è una identificazione tra la parola di Dio e Maria. La Vergine, la creatura, loda Dio, il creatore, attraverso la sua stessa parola.

Tutto quello che la Madre di Gesù possiede lo deve alla Parola di Dio che ha portato nella sua vita la gioia. 

Nel numero finale dell’esortazione ratzingeriana, la dimensione della gioia viene messa in evidenzia attraverso tre brani della sacra Scrittura dove si uniscono la fede, l’ascolto e la gioia: la visita alla parente Elisabetta; “Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” e “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”.

Per papa Ratzinger il tema della gioia è molto importante e, già prima di salire al soglio pontificio, aveva dedicato una certa attenzione alla gioia di Maria. 

Il tema della fede e dell’ascolto, sviluppato in tutto il documento, trovano in Maria il pieno compimento. Fede e ascolto vissuti non in maniera passiva, ma come «cammino, che, com’è stato quello dell’ebrea-credente Maria di Nazaret, conosce la fatica della ricerca e dell’incomprensione, la gioia del ritrovamento e la soddisfazione della scoperta del Dio di Cristo, sempre imprevedibile e diverso, che diventa, per somma umiltà, se lo accogliamo, il Dio-con-noi e per noi».

Le creature, guardando Maria, sono invitate ad imitare nelle proprie esistenze l’ascolto e l’attuazione della Parola nella relazione e nella collaborazione con Dio. 

Nel 2011, Benedetto XVI ha invitato la Chiesa universale a vivere un anno particolare di grazia attraverso l’indizione dell’anno della fede tramite la lettera apostolica Porta Fidei.

Nel documento troviamo la presenza della Vergine nel n. 13 dove Benedetto XVI ricorda che: «Per fede Maria accolse la parola dell’Angelo e credette all’annuncio che sarebbe divenuta Madre di Dio nell’obbedienza della sua dedizione. Visitando Elisabetta, innalzò il suo canto di lode all’Altissimo per le meraviglie che compiva in quanti si affidano a Lui. Con gioia e trepidazione diede alla luce il suo unico Figlio, mantenendo intatta la verginità. Confidando in Giuseppe suo sposo, portò Gesù in Egitto per salvarlo dalla persecuzione di Erode. Con la stessa fede seguì il Signore nella sua predicazione e rimase con Lui fin sul Golgota. Con fede Maria assaporò i frutti della risurrezione di Gesù e, custodendo ogni ricordo nel suo cuore, lo trasmise ai Dodici riuniti con lei nel Cenacolo per ricevere lo Spirito Santo».

Maria di Nazaret, per fede e nella fede, è stata presente in tutti i momenti particolari della vita e del ministero del Figlio che la porteranno, a partire dall’Incarnazione sino alla glorificazione del Figlio, a ricevere il dono dello Spirito Santo come prima discepola e testimone.

Per papa Benedetto XVI, la Madre di Gesù è un bene prezioso per la Chiesa dei discepoli, che l’accolgono, la amano, la venerano e la assumono cordialmente come “icona della Chiesa”, incarnandola e vivendola nel vissuto quotidiano della fede.

*PhD in Teologia con specializzazione in Mariologia



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