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57° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Il 3 maggio si celebrerà la 57° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni a cui fa da sfondo la frase scelta dall’ufficio nazionale vocazioni, tratta dall’esortazione apostolica di Papa Francesco Christus vivit, ovvero «Datevi al meglio della vita». La giornata mondiale di preghiera, ci fa ricordare che ogni nostra vocazione non è frutto del caso, nè di una nostra semplice aspirazione ma è la risposta ad una chiamata che chiede una risposta concepita nella preghiera.

La relazione che c’è tra la parola vocazione e ciò che è «il meglio della vita» è davvero stretta; nessuno è chiamato a vivere una vita dalla qualità mediocre, bassa. Ciò da cui il nostro sguardo è attratto è sempre qualcosa di bello, di accattivante, per cui vale la pena vivere e cercare sempre il meglio. Ed è così che da cristiani possiamo e dobbiamo pensare la nostra vita, come una storia intessuta dal Creatore, da Dio che ci coinvolge nei suoi progetti e disegni d’amore. Il luogo decisivo di questa relazione è proprio la preghiera.

Mai ci saremmo aspettati, come quest’anno, di celebrare la 57° Giornata Mondiale per le Vocazioni in questo modo, nel corso di una pandemia, chiusi in casa. Ogni nostra abitudine è stata rimodulata e con ciò anche il modo di celebrare questa Giornata. Come Ufficio Diocesano Vocazioni e Seminario, abbiamo cercato di non abbandonare le attività che avevamo pensato di fare e di riproporli (sicuramente modificate) attraverso i social e i mezzi di comunicazione; abbiamo cercato di dare il nostro contributo attraverso delle testimonianze vocazionali confluite in un video e dei sussidi che possano far vivere questo momento nella preghiera. Anche come comunità di seminario stiamo vivendo questo tempo nelle nostre case rimodulando le modalità formative che continuano sempre anche a distanza, nella relazione con i nostri formatori e i nostri fratelli. Inizialmente la pandemia ha causato uno scossone nelle nostre vite, abituati a vivere la dimensione comunitaria, di fraternità; stare a casa ci ha un pò disorientati.

La nostra formazione ovviamente non è in standby ma ciascuno di noi sta vivendo questo tempo nella preghiera e nello studio. Un aspetto che stiamo riscoprendo nella nostra formazione di seminario, dovuto soprattutto alla necessità del tempo che stiamo vivendo, è l’aspetto familiare nella vita del seminarista. Stare a casa ci fa facendo riscoprire chiesa domestica, facendoci apprezzare maggiormente il tempo che abbiamo a nostra disposizione.

La parola del Vangelo oggi risuona in modo speciale nei nostri cuori: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un pò” (Mc 6, 31), la solitudine che stiamo vivendo come comunità ecclesiale può aiutarci a ritrovare lo spazio e il tempo perduto, da abitare con la preghiera.

*Seminarista I anno di Teologia, Ufficio Diocesano Vocazioni.



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