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Emergenza coronavirus. Lettera di mons. Gisana alla comunità diocesana

La distanza è unità

“Vi chiedo di non demordere, di non abbandonare il campo, di non lasciarvi prendere dallo sconforto e da quel senso di disorientamento che, in maniera subdola, è accovacciato alla porta – con queste parole mons. Gisana scrive una nuova lettera alla comunità diocesana. Ai presbiteri, ai diaconi, ai consacrati, a tutti i fedeli. Un invito ai parroci ad avere una prossimità spirituale  che “è talvolta più concreta, anche se non visibile, di qualsiasi vicinanza fisica – e quindi usare – quei mezzi di comunicazione che consentono di visitare a distanza gli anziani, le famiglie, i giovani e ragazzi delle nostre comunità”. La forza della preghiera, scrive don Rosario citando San Giovanni Paolo II   “dispone al superamento di ogni difficoltà”. È questa la speranza che “ci spinge ad essere pastori del primo passo testimoni dell’amore oblativo del Signore, pronti ad imitare la Madonna, che nella nostra Chiesa locale, veneriamo con il titolo di Maria Santissima delle Vittorie”. Il  Vescovo invita i sacerdoti ad accogliere volentieri quanto “ci è stato ingiunto dai decreti, per aiutare la nostra gente ad essere collaborativa, generosa e solidale”.  Il Vescovo chiede un adesione responsabile ai variegati dettami che “dettami che scaturiscono dalla vivida esperienza di chi è in prima linea e rischia la vita”. Un pensiero agli operatori sanitari che mons. Gisana definisce “i nostri eroi” con l’invito a sostenerli e ad accogliere “quanto ci viene progressivamente indicato e accompagniamo la nostra gente con esemplare testimonianza”. Nella lettera don Rosario fa riferimento all’invito di tenere le chiese aperte “per far capire che, nonostante il rispetto assoluto delle regole, il Signore è in mezzo a noi, e, in questo momento di prova, egli verrà in aiuto «per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente testimonianza”. Continuando nella sua lunga lettera il pastore della Diocesi dice “È un tempo di riflessione, di studio, di incontro con le persone care. La distanza è unità: desiderio di rincontrare la nostra gente, attestandole la voglia di realizzare ciò che comanda il Signore”.  
In un passaggio mons. Gisana parla del servizio della carità sostenendo che “è importante comunque far capire che gli atti di carità, anche se perseguono forme assistenzialistiche, non possono essere rimandati, soprattutto in questo momento di malessere sociale”. Poi si rivolge ai consacrati impegnati nella preghiera e nel conforto spirituale perché non cedano “allo scoraggiamento e, esercitando il loro carisma, ci aiutino a sostenere il cammino di fede e speranza delle nostre comunità parrocchiali”. “Non possiamo fare a meno della vostra preghiera, silenziosa e nascosta, dell’offerta della vostra vita per il Regno di Dio”.
Il Vescovo ha poi espresso la sua vicinanza di padre e pastore al popolo. “Non lasciate spazio all’ipocondria e allo scoraggiamento. Stare assieme, costretti dal coronavirus, è davvero una possibilità irrepetibile che fa tornare all’amore di prima. La convivenza non sia distratta da pensieri noiosi e piuttosto solleciti la contemplazione degli sguardi, l’amabilità dei sorrisi, la festosità degli abbracci. È stupendo sentire anche la prossimità dei nostri anziani. Essi sono la memoria della nostra vita odierna, il luogo esistenziale sul quale abbiamo edificato la nostra storia. Ai giovani che per la loro età soffrono incertezza e contraddizione, non devono mancare premura e vigilanza”.

 “A Maria Santissima delle Vittorie – conclude mons. Gisana – eleviamo la nostra implorazione, affinché giungano alle comunità parrocchiali e a tutti coloro che vivono il territorio della nostra Chiesa locale gioia, speranza e fiducia nella signoria del Signore”.
Sul sito diocesipiazza.it è scaricabile il testo integrale della lettera del Vescovo Gisana alla comunità



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