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L'Italia degli invisibili si ritrova grazie a una piattaforma web creata da Ennesi

Ecco le strategie da presentare a Roma

Un decennio fa era definita la “classe media”, la “borghesia”, oggi sono invece i “nuovi poveri”, che le statistiche ufficiali stentano a identificare perché la loro povertà non è fatta di fame o dalla mancanza di un tetto. Stiamo parlando del popolo delle partite Iva che, dagli anni del governo Monti, è diventato la “schiena” del Paese sulla quale far pesare decenni di sperpero e di politiche sbagliate. In Italia, nell’ultimo periodo, grazie alla spinta di un gruppo molto attivo di Enna, sono nate diverse organizzazioni a difesa dei possessori di partita Iva, accomunati dall’insofferenza verso le politiche fiscali dello Stato. Le Partite Iva ennesi, con molta grinta e partecipazione, sono state presenti alla manifestazione romana del 22 gennaio scorso e da allora non si sono fermate, convinte più che mai che “è arrivato il momento di far sentire la loro voce e fare in modo che le cose cambino una volta per tutte”. Nell’assemblea provinciale del 29 gennaio hanno costituito il Comitato di Tutela e Protesta Permanente, collocato all’interno della Camera di Commercio, e il 12 febbraio hanno presentato, preparata da loro, “la versione demo della piattaforma che, a breve, verrà presentata ufficialmente e resa operativa in tutto il territorio nazionale”. “Una piattaforma web – spiega il portavoce Mauro Todaro – che verrà messa a disposizione di tutti i gruppi d’Italia in modo tale che tra di noi si possa dialogare utilizzando lo stesso strumento. Una pagina con delle regole uguali per tutti, attraverso la quale sarà possibile accedere previa registrazione (dove oltre ai dati anagrafici di rito verrà richiesto il numero di partita iva a dimostrazione che la comunità che si creerà all’interno della Piattaforma sarà popolata da persone reali, con problemi reali e non un banale numero di iscritti senza volto) che darà la possibilità di lanciare proposte, aderire a iniziative ed organizzarsi in modo concreto e fattivo. Ogni nuovo iscritto farà aumentare di un’unità la cifra che comparirà nel numeratore collocato nella homepage della piattaforma. Il numeratore rappresenterà un numero certo di partite iva che darà forza e voce alla massa critica, chiaramente più attendibile dei numeri dati dalle pagine dei social network”. “Siamo soddisfatti e siamo carichi – commenta Todaro – e felici di aver avuto ancora una volta la conferma di poter contare sul sostegno di tecnici e di professionisti di tutti i settori che, di volta in volta, ci daranno le dritte necessarie e le soluzioni per poter attuare al meglio tutte le proposte che, attraverso la piattaforma, verranno alla luce. Ci danno tanta forza e soddisfazione i tanti attestati di riconoscimento sul nostro modo di operare che, giornalmente, ci arrivano dai già costituiti gruppi di tutta Italia, da nord a sud, e da quei comitati che sono in fase di costituzione e che da subito hanno manifestato la volontà di mettersi in rete con noi per seguire una strategia chiara e condivisa a tutela di tutto il popolo delle partite iva. Pertanto, continueremo a lavorare assiduamente per creare unione e ottenere gli obiettivi prefissati”. Importanti risultati sono già stati raggiunti, se si pensa che a neanche un mese dalla nascita delle partite iva ennesi si sta valutando l’eventuale partecipazione di due rappresentanti del Comitato provinciale, giorno 30 marzo a Roma, a dei Tavoli tecnici ministeriali per affrontare temi quali lo shock fiscale, il welfare (malattia, maternità, disoccupazione anche per le partite iva), il condono e la ripartenza fiscale, l’eliminazione della disparità fiscale tra aziende online e aziende tradizionali ecc. In ultimo, il variegato mondo del popolo delle Partite Iva ennesi si augurano “un confronto sempre più attivo e concreto a livello nazionale, regionale e comunale, attraverso il dialogo con la classe politica che, in quanto rappresentante del popolo, ha il dovere di ascoltare e di adoperarsi perché le richieste legittime delle partite iva vengano soddisfatte”. Nel frattempo, però, si preparano per partecipare alla prima grande manifestazione nazionale che si terrà ad aprile a Milano. “In gioco c’è la nostra sopravvivenza – continua Todaro – perché non è possibile che il 65% di quello che si incassa vada allo Stato. Ci chiedono pure di pagare l’occupazione suolo se la tenda del negozio fa ombra al marciapiede. Per non parlare che se sopravvivi alle decine di tasse, sanzioni, controlli, e non chiudi nonostante tutto, ecco che c’è Amazon che a differenza tua paga solo il 3 o il 5% di tasse. E ti porta la merce perfino a casa. Siamo piccoli e medi imprenditori, ma l’articolato mondo delle partite iva include anche i liberi professionisti sui quali lo Stato pensa bene di attingere gran parte delle risorse con le quali reggere l’economia italiana. Siamo le categorie – conclude Todaro – più vessate e poco considerate e nonostante ciò siamo additati come i principali evasori; coloro che devono essere attaccati, controllati, distrutti”. Insomma, “l’Italia degli invisibili” è arrabbiata e stufa e non vuole scendere negli inferi della povertà. Non è più disponibile, come capita sempre più frequentemente, a scegliere se pagare il mutuo, le bollette o il pane. Oppure i contributi per la pensione o gli studi per il figlio, il bollo auto o i medicinali.



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