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Un convegno dell'associazione

Una via d’uscita per i debitori

Si è svolto, lunedì 9 dicembre, nella sala conferenze “Melvin Jones” del convento Santa Maria di Gesù di Mazzarino, il convegno promosso dall’associazione “I Diritti del Debitore” – sede di Gela – sul tema: “La Crisi del Debito delle Famiglie e delle Imprese”. Ovvero la funzione sociale  che hanno gli organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento attraverso la creazione di una rete di ascolto e di risposta al servizio delle famiglie e delle imprese in crisi da debito.
Al tavolo dei lavori l’avvocato Salvatore Psaila relatore referente dell’Organismo di composizione della Crisi “I Diritti del Debitore, Segretariato Sociale del Comune di Gela”, il vescovo della diocesi di Piazza Armerina mons. Rosario Gisana, il sindaco di Mazzarino dott. Vincenzo Marino e l’avv. Adele Boscia che ha introdotto il tema del convegno con il preciso riferimento alla legge dello Stato n. 3 del 2012 che in altri posti trova già ampia applicazione, come per esempio nella città di Catania. “ Noi avvocati – ha detto Boscia – in  questi casi di indebitamento di famiglie  o imprese, ci imbattiamo, spesso, nella sofferenza umana di chi non vede una via d’uscita ai propri problemi.  Quindi, quando si conosce una legge che è espressione della sensibilità del legislatore, nei confronti del  cittadino “sacrificato”, noi avvocati cerchiamo in tutti i modi di intervenire. Ci stiamo provando. Ecco il motivo di questo convegno. Dare la possibilità all’indebitato di uscire dal tunnel per riprendere una vita dignitosa”.
Il tema dell’indebitamento di famiglie e imprese, cosiddetto “incolpevole”,  è stato poi ampiamente sviscerato dal relatore avv. Salvatore Psaila che ha chiarito: “L’indebitamento di alcune famiglie e di alcune imprese   è dovuto  ad una serie di cause varie come per esempio la perdita del lavoro dell’individuo, la presenza di malattie gravi, la separazione dalla famiglia e così via. Una sorta di contrazione reddituale che non consente più ai soggetti interessati di far fronte al pagamento della rata di mutuo, al mantenimento dei figli all’università, al pagamento delle bollette e così via. Per i soggetti gravati da debiti tutto diventa un peso. La nostra associazione – ha aggiunto Psaila – anche se è in vita da pochi mesi, a Gela si occupa già di  casi davvero pesanti. Diventa indispensabile, quindi, intervenire con la legge nazionale n. 3 del 2012, la cosiddetta legge sul sovraindebitamento, detta anche legge “Salva Suicidio”. Si vuole lanciare il messaggio che uscire dalla crisi, oggi, si può.
È il messaggio di speranza per chi ha perso la luce e arriva al buio più totale, magari alla depressione e pure, nei casi più gravi, al compimento di gesti insani o esasperati. Certo – ha aggiunto il relatore – per potere invocare tale legge occorre soddisfare alcune condizioni che la legge stessa prevede, come per esempio la possibilità per il soggetto interessato ad avere un minimo di condizione economica per restituire una parte del debito e, dunque, ripartire con la possibilità di nuove prospettive. L’errore più comune che fanno alcuni debitori – continua il relatore Psaila – è quello di andare in banca richiedendo altri prestiti. Così il problema diventa sempre più grave. Debiti su debiti senza la possibilità di avere un aumento delle entrate. È  vero anche – conclude Psaila – che  tutti noi dobbiamo cambiare mentalità verso questo nuovo tipo di economia, verso questa nuova cultura di educazione finanziaria”.  Il vescovo Gisana nel corso del convegno è intervenuto facendo riferimento alla Caritas diocesana e alle difficoltà, a volte, per essa, di lanciare al lavoro alcune coooperative.  “Abbiamo bisogno almeno di vent’anni per formare la cultura al lavoro di alcune persone – ha detto il vescovo -. Ci sono giovani, per esempio  che preferiscono fare i lavapiatti a Londra e non impegnarsi, invece,  nelle nostre campagne o in attività turistiche, laddove ci siano queste possibilità. Dobbiamo ritrovare tutti un nuovo senso delle coscienze. Io stesso mi faccio il mea culpa: oggi famiglie, scuola e chiesa, sotto questo aspetto, sono, purtroppo, tre ambiti in crisi. Spero proprio che i miei preti lo capiscano. E così a Niscemi è fallita una cooperativa agricola e non siamo riusciti a ricomporla. Dobbiamo cambiare tutti mentalità. Fare rete per ascoltare e dare risposte. Vorrei evidenziare, poi, la nostra vicinanza ai casi, nella nostra società, dei nuovi poveri. Vicinanza che non può assolutamente mancare. Io stesso incontro tante persone che mi vengono a confidare le loro difficoltà e, soprattutto, il loro rovesciamento sociale. È davvero qualcosa di sconcertante. Persone che da un momento all’altro vengono a trovarsi nella miseria più assoluta. La Chiesa non può restare indifferente a casi come questi”.
“La Chiesa – continua il vescovo – deve stare vicina  a queste persone. Come Caritas abbiamo un fondo antiusura con cui lavoriamo, soprattutto, nel gelese, la parte sud della nostra diocesi e mi dicono che i numeri sono davvero molto positivi, perché tante persone sono riuscite  a venire fuori dal tunnel, grazie, anche, al nostro aiuto. Ancora, sempre come Caritas, abbiamo il cosiddetto ‘prestito della speranza’. Un percorso che viene fatto da Policoro perché i giovani possano riprendere le attività lavorative prima abbandonate per vari motivi. Penso che come Diocesi stiamo facendo qualcosa. Non siamo fermi. La nostra presenza, qui, in questo convegno, nasce anche dal bisogno di capire, per potere aiutare le persone a orientarsi bene”.  Infine, l’intervento del sindaco Vincenzo Marino che ha posto in evidenza la sofferenza che si prova come amministratori comunali nel non poter far nulla quando al Comune arrivano persone nella condizione di indebitamento.
“Siamo fortemente interessati – ha detto Marino – a questa legge che dobbiamo conoscere, per poterla applicare. Verificheremo se è possibile attivare al Comune uno sportello di ascolto su questi temi dell’indebitamento, facendo rete con tutte le altre istituzioni preposte a questo problema E’ umiliante per un amministratore  non potere dare risposte a  cittadini che giornalmente vengono al comune per essere aiutati. Dobbiamo fare qualcosa – ha concluso il sindaco – per il problema dell’indebitamento di famiglie e imprese che è diventato un problema davvero dilagante”.



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