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ENNA l'ufficio diocesano BBCCEE chiarisce in merito all'esposto sul ritrovamento di un reperto

La colonna è della parrocchia

La Procura della Repubblica di Enna, a seguito di un esposto a firma del prof. Angelo Severino, in merito al presunto ritrovamento di un reperto archeologico, ha chiesto chiarimenti alla Soprintendenza di Enna la quale, non avendo alcun riscontro documentale in merito, ha girato la richiesta alla Diocesi di Piazza Armerina, competente per territorio, e al parroco della Chiesa Madre di Enna.

Dagli atti allegati nella comunicazione si deduce che il prof. Severino, giornalista e storico ennese, sostenga la tesi che una delle colonne poste all’ingresso del Museo Alessi, di proprietà del Duomo di Enna, provenga dai reperti archeologici scoperti negli anni cinquanta e sessanta all’interno della Torre di Federico. Si tratterebbe di un reperto molto importante in quanto la colonna conterrebbe la scalinatura della “canna sicula” da 2,10 metri (che corrisponde a 8 palmi) con i relativi sottomultipli incisi nei trapezi concentrici. La lunghezza della colonna, come si legge nell’esposto sarebbe stata la prima misura adottata dai Siculi per le loro misurazioni e quindi risalirebbe, così come la Torre che non sarebbe di epoca federiciana ma opera dei Siculi, a mille anni prima di Cristo. Questi studi sono stati pubblicati nel 2018 dal prof. Severino in un libro dal titolo “La verità sulla Torre Ottagonale di Enna”, un volume di 224 pagine a colori edito da L’Ora Siciliana e sono disponibili anche sul sito www.torredienna.it. Infatti, dopo l’uscita del libro diversi lettori si sono messi alla ricerca della colonna che è stata individuata nel cortile all’ingresso del Museo Alessi e segnalata all’autore nel luglio scorso.
Nell’esposto alla Procura il prof. Severino chiede che la colonna possa essere rimossa dal luogo dove è stata individuata, possa essere salvaguardata dalle intemperie e da possibili atti vandalici, catalogata e sistemata all’interno della Torre ad uso di turisti e studiosi.
Il 14 novembre l’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, diretto da don Giuseppe Paci, ha risposto alla Soprintendenza di Enna. Nella lettera si asserisce che allo stato delle ricerche la tesi del prof. Severino risulta priva di fondamento scientifico, mentre la documentazione addotta non è riconducibile a fonti documentarie attendibili. I consulenti storici dell’arte della diocesi inoltre asseriscono trattarsi di reperto di origine medievale risalente a non prima del XIII secolo. Inoltre il reperto si trova custodito nel complesso della Chiesa Madre da tempo immemorabile ed il parroco mons. Petralia testimonia che esso si trovava già nell’attuale ubicazione fin dall’inizio del suo parrocato nel novembre 1959. Inoltre si precisa che il bene fa parte delle collezioni e del percorso espositivo del Museo Alessi di proprietà della parrocchia, è fruibile al pubblico ed è tra le opere oggetto del progetto di catalogazione della Diocesi.



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