L’altare nel chiostro con vista mare

di Andrea Cassisi

Il sogno
di fra Rocco diventa realtà. Non ci sarà lui a benedire il cantiere di avvio
per la riqualificazione degli spazi esterni al convento dei frati minori
Cappuccini di Gela, ma tutti sanno che i lavori che presto partiranno sono
stati da lui pensati e voluti. Era il 2012 quando il parroco, scomparso nel
giugno 2015, diede incarico all’architetto Saverio Palumbo di redigere il
progetto, oggi cantierabile ed eseguibile, per dare un nuovo volto all’esterno
del convento. E così sarà. Presto saranno avviati i lavori di riqualificazione
dell’esterno della struttura conventuale che inaugurano di fatto la stagione
delle grandi opere per Gela grazie ai fondi del Patto per il Sud. A disegnare
il progetto preliminare, insieme con Palumbo, anche i giovani architetti
Gaetano Russo e Salvatore Amarù. “L’obiettivo è l’integrazione dell’area
antistante il convento con il convento stesso”, spiegano nella nota di
redazione. “La proposta di intervento parte dalla riconfigurazione del sagrato
della Chiesa, prosegue ponendo in relazione i due “vuoti”, l’ex chiostro e la
piazza antistante, e si conclude con la realizzazione di una barriera fisica
che rievoca le antiche mura del vecchio convento che raccontano la storia!”.
L’idea della nuova struttura è quella di rievocare “la storia del complesso
conventuale e delle sue stratificazioni temporali, condizionate dagli eventi,
dalla morfologia del suolo, dai materiali da costruzione locali, dalle
opportunità di dominio sul territorio circostante”. “Il progetto – si legge –
mira alla fusione, nel sito, delle tecniche innovative con la storia dei
luoghi, garantendo un nuovo concetto di spazio pubblico nel quale predomina il
mix funzionale: la continuità tra pubblico e privato. Il chiostro, recintato da
un portico, diventerà un elemento di comunicazione e disimpegno tra la piazza
pubblica ed il complesso conventuale; sarà un luogo in cui ciascun fruitore
possa essere indotto alla meditazione e, attraverso la preghiera e la
riflessione, trovare la comunione con Dio. Il nuovo muro di recinzione,
caratterizzato da feritoie che lasciano intravedere lo spazio pubblico e
privato, si innesterà ad un altro paramento murario più alto e fortificato
formando un tunnel verso il mare, in memoria della vecchia torre di
avvistamento. L’intervento proposto – ancora nel progetto – oltre a
rifunzionalizzare e riqualificare gli spazi fruibili, opererà seguendo una
ristrutturazione a risparmio energetico sull’edificio, a garanzia di una
maggiore autonomia e sostenibilità ambientale”. Ecco nel dettaglio gli interventi:
recupero dei prospetti e sostituzione degli infissi esterni; rifacimento della
piazzetta esterna dove sarà sostituita la pavimentazione, riprendendo la
tessitura del cortile interno, in ‘pietra chiara’ con finitura fiammata. In
questo spazio è prevista la piantumazione di un prato gramignato ed in alcune
intersezioni della pavimentazione saranno collocati degli alberi di diverse
essenze, tra cui ceratonia siliqua, carrubbo, ulivo. Anche la statua di san
Francesco sarà ricollocata e realizzato ex novo il podio sul quale poggia la
stessa; nuovo look anche per il chiostro. “È il fulcro del progetto – spiega il
team di esperti – nasce dalla volontà di far riappropriare questo spazio ai
fedeli, una sorta di ‘chiesa all’aperto’ dove l’altare composto da un paramento
murario traforato e rivestito in pietra avrà la doppia funzione di creare una
quinta prospettica verso l’attuale campo di gioco”. Lo spazio antistante
all’altare, è in parte rappresentato da verde, nel quale i frati hanno la
possibilità di coltivare piante officinali. Tra gli interventi anche la
copertura ad ombreggiamento presenta, in corrispondenza dell’altare, alcune
bucature circolari di diversi diametri che oltre a far filtrare maggiormente la
luce, consentiranno la fuoriuscita della chioma degli ulivi e della esile croce
in ferro. Considerata la posizione strategia del convento, a picco sul mare,
“sarà esaltato il panorama proprio per la presenza di alcune sedute poste prima
del vetro oltre il quale inizia il dirupo per poi prevalere la visione del
mare”. Insomma, un nuovo volto che dopo decenni darà luce all’esterno del
convento che solamente nel lontano ’50 godette di una nuova rivisitazione
quando si procedette alla totale demolizione e successiva ricostruzione del
convento, utilizzando, oltre che le tecniche dell’edilizia tradizionale, un
diverso principio insediativo rispetto al precedente. L’area antistante
l’attuale fabbricato che al momento è priva di qualsiasi connotazione
architettonica e funzionale, tra poco sarà solo un ricordo che passerà alla
storia di Gela.