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Quando i bambini sono un peso

Sempre più spesso si ascoltano notizie che coinvolgono bambini, anche in tenera età, maltrattati, pestati di botte, seviziati o addirittura uccisi. Il fenomeno sembra in crescita in questi ultimi tempi e riguarda non solo il sud ritenuto ignorante e retrogrado, ma l’intero territorio nazionale da nord a sud. Spesso questi crimini sono frutto di raptus d’ira da parte di padri che tali non sono in quanto nuovi compagni di una donna con prole, causati dal pianto notturno del bambino, oppure ritenuti di ostacolo, anche dalle stesse madri naturali, alla nuova relazione. In diversi casi infatti si è scoperta una complicità dalla madre del bambino nella sua eliminazione. Ma dov’è andato a finire l’istinto materno che rende aggressive tutte le madri a difesa dei loro piccoli? Gli animali in questo hanno lezioni da dare agli umani.
La difesa degli autori di tali crimini, presumo concordata con gli avvocati per farla franca, è quella di dichiarare di essere sotto l’effetto di alcool o droga e comunque sotto forte stress. Ma dubitare di questa scusa a me sembra più che legittimo. Addirittura si registrano casi di bambini ricoverati in ospedale ridotti quasi in fin di vita, i cui familiari nemmeno si sono presentati a chiedere del loro stato di salute: bambini violati e abbandonati perché la loro presenza era di intralcio al presunto nuovo amore (si fa per dire) intessuto di superficialità e banalità di chi è talmente irresponsabile da doversi dichiarare incapace e da affidare ai servizi sociali. 
Non parliamo poi della perenne piaga della pedofilia, scaricata tendenziosamente e quasi unicamente addosso ai preti, di cui si parla come di orchi assatanati in numero pressoché totale, al punto che sembra di poter affermare il luogo comune prete = pedofilo. Ma la realtà, come dimostrano i dati, è ben altra. Senza negare i fatti che hanno visto membri del clero coinvolti in episodi di pedofilia e la cui condanna deve essere esemplare, la maggioranza delle violazioni sessuali dei bambini avviene in famiglia: mamme, nonni, zii, padri, fratelli, pediatri, baby sitter… sono la stragrande maggioranza degli autori, ma di cui i media tacciono come fosse una realtà normale o di cui aver pudore. 
Ma si sa la nostra società è data alla ricerca di piaceri e divertimento. La responsabilità di avere e crescere un figlio è relegata ai bigotti e ai bacchettoni: meglio possedere un cane che tanto quando ti pesa puoi sempre abbandonarlo e poi non ti dà neanche troppe noie, lo fai defecare in mezzo alla strada impunemente e chi s’è visto s’è visto.

Allora la conseguenza è quella di evitare di sposarsi, andare a convivere finché le cose vanno in un certo modo evitando di mettere al mondo dei figli, tanto non li puoi mantenere perché non c’è lavoro. Ecco perché siamo il penultimo paese al mondo per denatalità (ultimi dati Istat) che da un lato idolatra i bambini, al punto che si fanno carte false per darli a coppie che non possono avere figli (vedi il presunto caso di Bibbiano), e dall’altro li vìola per usarli a proprio piacimento come oggetti, oppure li elimina come un peso. Cercasi umanità che usi testa e cuore!



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