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Concluso il convegno nazionale degli incaricati diocesani “Missio ragazzi 2018”

Istruzione per l’animazione missionaria

Erano circa 60 i partecipanti, provenienti dalle diverse diocesi d’Italia, al convegno nazionale degli incaricati “Missio ragazzi” svoltosi a Roma dal 9 al 11 marzo nella Casa di Ospitalità “Bakhita”. L’incontro che ha avuto come tema “Vivi e Passa Parola” è stato organizzato dall’Opera dell’Infanzia missionaria che svolge attività di animazione e formazione alla missionarietà e di cooperazione in quasi 150 nazioni nel mondo. Al centro dei lavori del primo giorno un approfondimento sugli aspetti psichici ed evolutivi dei destinatari dell’animazione missionaria. Grazie alla relazione di Antonella Duilio, psicoterapeuta e consacrata dell’Ordo Virginum della diocesi di Aversa, i convegnisti hanno avuto modo di approfondire gli aspetti evolutivi dei ragazzi, dall’infanzia fino alla pre-adolescenza e che ha proposto un laboratorio psico – pedagogico interattivo che permetterà di capire il mondo dei bambini e dei preadolescenti a cui si rivolge l’animazione missionaria per i più piccoli. È questa la fascia di età alla quale si rivolge la proposta di animazione missionaria di Missio Ragazzi. Sono questi i bambini a cui si dedicano gli educatori alla fede presenti al convegno. “È da qui che si deve ripartire per “trovare nuove categorie, nuovi linguaggi – spiega don Mario Vincoli, responsabile di Missio Ragazzi – per rendere più efficace l’annuncio del Vangelo oggi”. È per questo che è fondamentale comprendere nel profondo chi sono i destinatari dell’animazione missionaria: in quale realtà sociale, culturale, familiare si trovano immersi i bambini di oggi”.

Infatti, attraverso il Segretariato internazionale, che ha la sua sede nel palazzo di Propaganda Fide, la Missio Ragazzi che rappresenta in Italia la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria, sostiene migliaia di progetti di solidarietà che aiutano i bambini dei 5 continenti con l’intento di fornire loro gli strumenti necessari per poter vivere in modo dignitoso la propria vita spirituale e materiale. Per curare questo delicato impegno, la segreteria nazionale italiana dell’Opera dell’Infanzia missionaria “Missio Rgazzi” promuove, attraverso questo convegno, la formazione pastorale d’infanzia, educazione prescolare e scolare, animazione e formazione cristiana e missionaria, protezione della vita. L’intuizione pedagogica che sta alla base della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria è l’affermazione che i ragazzi non sono solo destinatari di un’informazione missionaria che accresca in loro la sensibilità al tema, ma soggetti missionari essi stessi, capaci di professare la fede e di diffonderla ai loro coetanei e testimoniarla agli adulti. In tutto il mondo si calcola che la POIM stia aiutando circa 20 milioni di bambini.

Il convegno è stato arricchito anche dalla presenza di vari ospiti e relatori. La prima giornata si è conclusa con la testimonianza missionaria di padre Siso Cantoni, missionario del PIME in Hong Kong. Il secondo giorno di convegno si è aperto con la Santa Messa celebrata da don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della Famiglia (CEI). A seguire suor Roberta Arcaro delle Suore Francescane Angeline che ha tenuta una riflessione biblica sul Vangelo di Luca 2,52 “Gesù cresceva in Sapienza, Età e Grazia”.

A chiudere i lavori del convegno sono state la visita di mons. Galantino segretario generale della C.E.I. e la relazione di don Mario Vincoli, responsabile di Missio Ragazzi, il quale, tirando le fila degli stimoli e delle proposte elaborate nella tre-giorni, ha spiegato che una cosa è il contenuto della programmazione pastorale e una cosa è lo stile della programmazione. In altre parole, «Missio propone a tutte le diverse realtà locali ecclesiali ad impegnarsi per una pastorale in chiave missionaria”», proprio quella di cui parla papa Francesco nell’Evangelii Gaudium (n.33).

L’invito di don Vincoli ha trovato l’assenso tra i partecipanti, che sono ripartiti per le proprie realtà locali convinti di non poter fare a meno di diventare megafoni di questa tensione missionaria nei propri ambienti ecclesiali, e consapevoli che una pastorale missionaria esiga di essere audaci e creativi.



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